Capitolo 9

31 0 0
                                    

Erano ormai le nove del mattino e Isa se ne era già andata via da casa mia. Non volevo lasciarla tornare a casa sua, sapendo che Noah era lì ad aspettarla, ma non potevo fare nulla se non fidarmi di lei. Isa era sempre stata una persona molto testarda e determinata, era difficile farle cambiare idea. Ero in camera mia, essa non era nulla di che. Una semplice piccola camera, con le pareti bianche e una rosa tenue. Appena si entra nella camera, si può vedere un letto a una piazza e mezzo, invece, vicino alla porta si trovava una finestra e una piccola scrivania ad angolo bianca. Sul muro dove si trovava la scrivania, c'era una bacheca dove tenevo alcune foto che ritenevo importanti e che mi faceva sollevare il morale. Davanti alla parete che dava la porta, si trovava un armadio bianco e uno specchio. La camera era anche arredata da alcune piante, luci appese sulla parete del letto e un tappeto rosa tenue. Mi diressi verso l'armadio, mi vestii e scesi in cucina dove si trovava mia madre. Sabato era il suo giorno libero e quindi uno dei pochi giorni in cui la potevo vedere tranquillamente.

"Ciao tesoro, i tuoi pancake sono sul tavolo" Disse mia madre.

Raggiunsi il tavolo, dove mia madre era seduta con una tazza di caffè in mano. Notai i pancake caldi nel piatto che lei aveva apprestato per me. Sorrisi leggermente, prendendo posto di fronte a lei. "Grazie mamma" mormorai.

"Come va a lavoro?" Le chiesi curiosa, anche perchè quel silenzio che si era creato mi stava imbarazzando.

Mia madre prese un sorso di caffè, prima di rispondere alla mia domanda. "Oh, va tutto bene. La solita routine" rispose con un tono tranquillo.

Osservai mia madre mentre si rilassava sorseggiando il suo caffè, notando un'ombra negli occhi. Sembrava stanca e un po' stressata.

"Anche se adesso mi hanno spostato a controllare i pazienti nelle stanze VIP"

"Davvero?" chiesi stupita.

Mia madre annuì, sorseggiando di nuovo il suo caffè. "Sì, ma non devi preoccuparti per me. Ho tutto sotto controllo" mi rassicurò dolcemente.

I suoi occhi avevano un'ombra di preoccupazione, ma cercava di nascondere il suo stress dietro un'espressione calma. "Un paziente mi considera come sua infermiera preferita e non vuole che nessuno a parte me o i medici lo tocchino" Un sorrisetto divertito le si disegnò sulle labbra, mentre aggiungeva "È piuttosto cocciuto. Gli ho detto che è assurdo, ma lui non vuole sentire ragioni".

Era chiaro che mia madre apprezzava la compagnia di quel paziente, a giudicare dal modo in cui il suo viso si ammorbidì leggermente mentre ne parlava.

"Chi è?" chiesi.

"Si chiama Gabriel Scott. Da quel che ho capito, o almeno, da quel che mi ha raccontato, visto che passa le giornate a raccontarmi della sua vita, era un direttore di una banca prima di andare in pensione e darla a suo figlio maggiore. E' stato ricoverato in ospedale tre mesi fa a causa di un collasso. Ha un carcinoma polmonare a grandi cellule e la sua condizione sta peggiorando sempre di più ogni giorno, povero uomo" disse ospirando alla fine. Sentii un po' di tristezza nell'espressione di mia madre quando mi parlò della condizione di Gabriel. Era evidente che questa situazione stava toccando un lato molto umano di lei, molto affezionato ai suoi pazienti.

"Deve essere davvero difficile affrontare una situazione come questa..." dissi a bassa voce.

"Già, però ho notato di quanto la sua famiglia gli stia vicino, non è mai solo in quella camera. Mi parla sempre di quanto sia fiero dei suoi nipoti e dei suoi figli, di quanto vorrebbe vederli felici". Mia madre aveva uno sguardo distante negli occhi mentre parlava di Gabriel e della sua famiglia. Era evidente che si era affezionata profondamente a questo paziente, tanto da conoscerlo non solo fisicamente, ma anche per il suo aspetto umano e le sue emozioni. Sospirò dolcemente. "Povero uomo... voglio solo che riesca a realizzare i suoi sogni prima..." non terminò la frase, ma le sue parole erano cariche di tristezza e preoccupazione.

"E' così grave?"

Mia madre annuì leggermente, abbassando lo sguardo sulla tazza di caffè. "È in fase terminale" disse con un tono estremamente triste.

Era evidente che lei ci era molto affezionata e che le spiacesse saperlo in una situazione così difficile. Lo stress e l'emotività si leggeva chiaramente sul suo viso.

Dopo qualche minuto finimmo di fare colazione e io aiutai mia madre a lavare le posate.

"Mamma"

"Si tesoro?" disse sorridendomi.

"Oggi credo di tornare tardi"

"Come sempre d'altronde" mi guardò con sguardo rimproverante "Se hai trovato un altro lavoro solo per aiutarci io-" la interruppi

"No mamma, anzi, ho lasciato due di essi" dissi rassicurandola. Mia madre è sempre stata contraria a tutto questo e sapevo che, nel profondo, lei si sentisse in colpa per questa mia scelta. Ma io volevo solo aiutare i miei genitori e adesso che Ye-Jun è entrato nella mia vita offrendomi quel lavoro...

Mia madre mi fissò sorpresa per alcuni secondi, con un'espressione stupita sul viso. Era chiaro che le mie parole la avevano colta di sorpresa, visto che si aspettava tutt'altra cosa.

Lei appoggiò per terra l'ultimo coltello ormai pulito, e si girò verso di me, con la fronte leggermente aggrottata. "Hai fatto cosa?" chiese, con un tocco di sorpresa nella voce. "Sono felice di questo, era ora che ti prendessi una pausa e ti concentrassi di più sulla scuola" poi mi guardò "Dove vai quindi di bello?"

In un evento di beneficenza dove dei ricchi viscidi, sicuro, doneranno dei soldi non perchè gliene frega davvero ma solo per apparire come persone gentili e umili. Un posto che tu e papà adorerste proprio. Pensai sarcastica.

"Vado con alcuni miei amici in giro" optai per questa risposta alla fine.

Mia madre mi fissò dubbiosa per alcuni secondi, come se provasse ad indovinare le mie reali intenzioni dietro a quella vaga spiegazione. Poi sospirò leggermente, rinunciando a scavare oltre. "Va bene, allora divertiti... ma non tornare troppo tardi" mi raccomandò con un tono quasi rassicurante.

"Ti avviso se torno tardi, come sempre"

Mia madre annuì, facendo un cenno di assenso con la testa. "Va bene, grazie" rispose con un sospiro. Poi si avvicinò, e mi sorprese abbracciandomi all'improvviso. Sentii le sue braccia circondarmi, un abbraccio caldo e confortante. Mia madre rimase per un attimo in silenzio, tenendomi stretta a sé. Poi sospirò dolcemente, mentre mi accarezzava con delicatezza i capelli. "Ti voglio bene" mormorò dolcemente, con voce bassa.

"Anche io" risposi piano. Sentii la presa di mia madre stringersi attorno a me, come se non volesse più lasciarmi. Restammo abbracciate per qualche altro secondo, prima che mia madre mi lasciasse andare lentamente. Poi ritornai in camera mia e vidi che mi era arrivato un messaggio da parte di Ye-Jun.

Ye-Jun
Ti aspetto alle 16.00 a casa mia. Non fare tardi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 04 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Unexpected KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora