Capitolo 6- First Night Party

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Alistair

Dopo una nota quantità di insulti scambiati tra me, Olive ed Hunter, si è arrivati ad un accordo, in verità Mes ce lo ha proposto e noi ci siamo semplicemente sforzati di accettarlo, ma comunque io ho fatto la mia parte.

Nessun litigio, nessun coppino volante fino all'inizio delle lezioni e cioè domani.

Il che vuol dire che tra meno di 24 ore potrò tornare a soffocare Hunter per aver detto che sono un viziato egoista.

Nessuno di noi si è più visto dopo il "grande litigio", ognuno si è andato a sistemare e vestire per andare alla festa sul tetto, la nostra occasione per farci notare come squadra. Non saremo però una "squadra completa", Mason ha detto che la ragazza nuova non verrà, chissene, abbiamo già vissuto senza di lei e continueremo a farlo.

La mia stanza è esattamente come la ricordavo, perfettamente in ordine. I cuscini sono profumati ed il piumino bianco sul letto è stato lavato, probabilmente dal serivio pulizie della Averdeen (devo ricordarmi di ringraziarli non appena scendo al primo piano).

Ho già messo tutti i miei vestiti nell'armadio e mi sono assicurato di lasciar da parte il mio outfit per stasera: un pantalone bianco elegante in cotone, una camicia blu scuro e un blazer dello stesso colore dei pantaloni. Mi faccio una doccia e subito dopo, pettino all'indietro i miei maledetti capelli che anche da bagnati per mia sfortuna, sembrano color oro.

Rimango con il petto scoperto, addosso ho solamente un paio di calzini bianchi e ho giusto il tempo di infilarmi i pantaloni, stretti con una cintura nera Santos de Cartier, prima che la porta di camera mia si spalanchi come se la mia privacy non esistesse.

«Al!» Ho ancora una parte della cintura in mano, strabuzzo gli occhi verso l'ingresso della stanza e rimango immobile, quando vedo chi è lascio cadere le spalle e sospiro esausto: «Hunter!».

Si mette a correre in camera mia, aprendo il mio armadio e butando per aria tutti i vestiti che con cura mi sono imopegnato a mettere a posto prima.

Hunt non si ferma e sembra indemoniato, mi rimetto a posto la cintura e alzando gli occhi gli vado incontro. «Hunt! Hunter!» Attiro la sua attenzione lui si ferma guardandomi, con le mani nella mia camicia di Hermès da 660 euro. Metto le mani accanto alle sue e cautamente afferro la camicia e lo porto all'addome.

«Che diamine fai in camera mia?» «Mi serve un qualcosa di decente e costoso da mettere.» Mi fissa come se fosse ovvio ed io alzo le spalle.

«E cercare nel mio armadio sarebbe la soluzione?» Scuoto la testa tenendo gli occhi socchiusi

Alza le soppracciglia «Sei il ragazzo più ricco che conosca e Mason si è chiuso a chiave in camera per non farmi entrare...» Perché non prendo mai esempio da Mes?!

Lui rimette le mani nell'armadio e continua a cercare. Appoggio la camicia che tengo in mano sul letto e gli prendo i polsi, bloccandogli le mani: «Perché ti serve una mia camicia?» Hunter ride nervosamente: «Oh non solo camicia. Camicia, pantaloni, calzini, scarpe...» «Ma se ho un numero in più di te di piede...» «Non importa!» Lo vedo, è nel panico e allo stesso tempo sul punto di dirmi tutto. Lo capisco dal fatto che si è liberato i polsi dalle mie mani e adesso è sul mio letto seduto, ancora in divisa della Averdeen. Prendo la cimicia che mi dovrei mettere per andare alla festa e inizio a infilarvi le braccia per poi ascoltare il mio amico mentre la abbottono. «Klaus è tornato.»All'ultimo bottone alzo la testa verso di lui. Ora ho capito il problema.

«Aspetta... non aveva lasciato la Averdeen per sempre?» Si guarda intorno abbastanza incazzato: «Evidentemente no...» «Quindi ora che vuoi fare?» Mi parla con sicurezza, contando sulle dita tutti i passaggi, come se il suo piano potesse solo che funzionare: «Mettere un bel completo, andare alla festa, bere qualcosa, colpirlo con un qualcosa di pesante, vederlo svenire e tornarmene qui a dormire.» Rido e da una parte gli do anche ragione, anzi, credo che se lo vedessi lo colpirei io senza aspettare che lo faccia Hunter e Olive credo che farà lo stesso.

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