Capitolo 8-Never

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   Alistair

Crescere in una famiglia di ricchi ereditari e imprenditori non è mai stato un piacere per me. C'è chi pensa che io sia un folle, Hunter è il primo a crederlo eppure, la fortuna che ha avuto nel vivere con la sua famiglia, in una normale casa, sempre accanto a qualcuno nel momento del bisogno.

Io sono sempre rimasto da solo, in un'enorme casa, con una madre che ha deciso di andarsene per non fare una vita deprimente come quella del suo unico figlio; ed un padre che per anni ha deciso di abbandonarmi per viaggiare, vivendo un'altra vita della quale non sono mai stato a conoscenza.

I miei genitori non ci sono mai stati. Alistair Sun: il ragazzo che fin da bambino è cresciuto nella grande residenza privata in Scozia, cresciuto grazie ai libri, ai racconti mitici dell'unico suo idolo: suo nonno, l'unica persona ad avergli voluto veramente bene nella sua famiglia.

Per anni sono stato soggetto di grandi gossip, passavo in una via e mi ritrovato ad essere squadrato da tutti. Oggi la cosa non è poi un granché diversa, solo con una piccola distizione: non sono più quel bambino che ascolta storie dal nonno, che non crede a nessuno tranne che ai libri.

Il segreto che mi ha reso quel che sono nella mia vita è un semplice gioco che nonno Malcolm mi diceva sempre di fare, quello del "Mai".

I miei genitori non hanno mai deciso di abbandonarmi.

Non ho mai avuto tutto il peso dell'eredità di famiglia sulle mie spalle.

Nonno Malcolm non è mai morto.

Il mio ricco, asociale e irresponsabile padre non mi ha mai spedito alla Averdeen per far di me una sua copia fatta male.

Ogni volta che si nomina il mio nome per intero io non perdo mai un battito cardiaco.

Con il tempo anche i ragazzi hanno imparato a giocare a "Mai", per Olive ad esempio l'unica frase che le viene in mente ogni volta è: "Non devo MAI essere sempre la responsabile della famiglia"; per Hunter "Il mio cuore non si romperà MAI un'altra volta"; per Mason invece la più famosa e l'unica che mi abbia mai voluto dire è: "Non sono MAI stato meglio di così".

Adesso che c'è una nuova arrivata in squadra mi chiedo cosa le sussurrerebbe all'orecchio la voce del "Mai". Forse potrebbe essere: "Non ho MAI avuto una motivazione concreta per scappare dalla festa questa notte? Per chiudermi in camera e non aprire la porta a nessuno?".

La serata sembra non avere mai una conclusione e soprattutto sento già che per nessuno di noi avrà un lieto fine.

Mason ed io siamo tornati a casa poco dopo che la sua crisi ipoglicemica lo aveva fatto stare male. Hunter ormai non torna a casa da ore e anche se per lui ho imparato a non preoccuparmi più, l' ultima espressione che mi ha fatto vedere a me e Mes non è stata poi un granché d'aiuto.

Riguardo a Liv, beh... lei probabilmente è l'unica che si sta divertendo veramente anche se con quelle galline delle sue amiche false che però sembrerebbero essere le sue uniche amiche femmine e a quanto dice la mia migliore amica, ogni tanto ha bisogno di stare anche con compagnie femminili e non solo con dei (dirò le parole esatte) "rozzi, alti e forzuti ragazzi bodyguard- gentleman h24".

Rientrando in casa e chiudendo la porta, seguo lo sguardo di Mason che salutandomi con il gesto della mano si avvia verso la sua stanza per riposare,

rimango solo nell'appartamento e mi godo un po' di quel silenzio del quale ogni tanto tutti abbiamo bisogno e sedendomi lentamente sul divano sospiro lentamente. Siamo solamente al primo giorno, il primo di nove lunghi mesi e già sono successe troppe cose: una sconosciuta è entrata in casa mia, l'ex ragazzo del mio migliore amico è tornato alla Averdeen e credo anche che Mes non stia così bene come vuole far sembrare.

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