XXVII. Instabile

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Myra sentì le urla di Aegon per molto tempo. Talmente tanto tempo che non riuscì più a distinguere il ricordo di quelle urla che riecheggiava nella sua mente o se le sue orecchie stessero ascoltando sul serio le grida del suo re.

Riuscì a intravedere la regina Heleana che era a dir poco traumatizzata da ciò che era accaduto. Non riusciva più a guardare negli occhi suoi figlio Maelor e alcune voci che giravano nel castello, asserivano che i due ammazzatopi chiamati Sangue e Formaggio avevano domandato alla regina quale dei bambini dovevano uccidere. Heleana aveva in fine indicato Maelor, proprio perché essendo più piccolo non avrebbe capito nulla al contrario di Jaehaeris.

Il senso di colpa crebbe nel petto della giovane e tormentata regina. La coppia reale non passò neppure un secondo insieme. Non si abbracciarono, non si confortarono e non parlarono di ciò che era successo.

Davanti agli altri Aegon non pianse. Urlava di dolore, ma non permetteva a nessuno di vederlo piangere. Dimostrava la sua rabbia distruggendo tutto ciò che gli capitava a tiro, urlando sulla servitù e sui suoi consiglieri.

Myra era l'unica esente da questo trattamento.

Scostò la pesante tenda di velluto e s'intrufolò nella stanza di Aegon con passo felpato. La fiamma del camino proiettava ombre danzanti sulle pareti, creando un'atmosfera cupa. Il crepitio del fuoco era l'unico suono che rompeva il silenzio soffocante, mentre Myra avanzava piano, i suoi passi leggeri come piume. Il cuore le batteva forte nel petto mentre si avvicinava al suo re che era seduto su una sedia, si torturava la fede nunziale e guardava con sguardo perso le fiamme.

I suoi singhiozzi sommessi strinsero il cuore di Myra.

Per lungo tempo era stata arrabbiata con lui, ma in quel momento dimenticò ciò che aveva vissuto. Il dolore di quell'amaro the o il ricordo della pinza che le bloccava la lingua per poi reciderla sembrava un sogno delicato a confronto.

L'aveva visto piangere poche volte, e ogni volta era stata una pugnalata al cuore. Aegon, l'uomo che aveva amato con tutta sé stessa, sembrava essere stato ridotto a un guscio vuoto di se stesso. Seduto su una sedia vicino al camino, aveva il volto tra le mani, le spalle che tremavano leggermente. Myra sentiva la sua disperazione che si diffondeva nell'aria, senza darle modo di respirare.

Lei aveva visto il corpo di Jaehaeris. Le septe avevano lavorato a lungo sul cadavere del principino, cucendo sapientemente la testa al resto del corpicino. Alla fine lo avevano vestito con una tonaca bianca, lo avevano deposto su un carro funebre circondato dai fiori e lo avevano cosparso di unguenti e profumi.

Anche lei aveva pianto. Solo qualche giorno prima aveva giocato con il principino, aveva sorriso quando lui si era accoccolato sul suo petto.

Si avvicinò ancora, il cuore in gola, sapendo che ogni passo la portava più vicina a un confine che non era più sicura di voler attraversare. Ma il bisogno di consolare Aegon era più forte di qualsiasi paura. Arrivata dietro di lui, allungò una mano esitante e la posò delicatamente sulla sua spalla.

Aegon si irrigidì al tocco, ma non si voltò.

Myra rimase immobile, con il respiro trattenuto, aspettando una qualsiasi reazione. Quando Aegon non si ritrasse, si abbassò lentamente fino a inginocchiarsi accanto a lui. Le loro facce erano ora alla stessa altezza, e lei poté vedere le lacrime che rigavano il suo viso, lucenti nella luce del fuoco.

Gli occhi violacei del re erano colmi di disperazione e rabbia. Non aveva mai visto Aegon così, neppure quando anni prima era stato rinchiuso nel Fortino di Maegor.

Con un movimento deciso, lo abbracciò, stringendolo forte a sé. Sentì il suo corpo tremare contro il suo, e una parte di lei si spezzò per il dolore che stava provando. Lei non poteva parlare, non poteva confortarlo con parole gentili, ma sperava che il suo abbraccio potesse trasmettere tutto il conforto di cui lui aveva bisogno.

Aegon si abbandonò a quell'abbraccio, appoggiando la testa sulla spalla di Myra e lasciando andare un singhiozzo soffocato. Le braccia di Myra lo tenevano stretto, e per un momento, il mondo sembrò fermarsi. Accarezzò i suoi capelli, con dolcezza. Non c'erano più omicidi, tradimenti o rimorsi. C'erano solo loro due, come una volta, prima che tutto andasse storto. Prima che gli dei avessero deciso che lo sconosciuto doveva visitarli.

Sentì le lacrime di Aegon bagnarle la spalla e chiuse gli occhi, lasciandosi andare al momento.

Sei anni. Sei anni erano passati dall'ultima volta che si erano sfiorati così.

Un tempo in cui il loro amore era stato messo alla prova in modi che nessuno dei due avrebbe mai immaginato. Eppure, nonostante tutto, erano ancora lì, in qualche modo ancora insieme.

- Li hai visti... vero? Stavi cercando di avvertirmi. - mormorò lui mordendosi le labbra.

Myra annuì, prendendosi una parte del suo dolore.

- Li ammazzerò, Myra. Li ammazzerò tutti. - e così dicendo Aegon si trasformò in qualcosa che la serva non riconobbe.

I'm the King - Aegon II Targaryen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora