Capitolo Tredici

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ASHLEY


La festa in spiaggia era semplicemente spettacolare.

Il falò scintillava sotto le stelle, le lanterne danzavano al ritmo della brezza marina, e la musica creava l'atmosfera perfetta per lasciarsi andare completamente.

Ad un certo punto, mi ritrovai circondata da risate e conversazioni vivaci, mentre ballavo e bevevo con vivacità.

Anche se un po' in disparte, non potei non notare Ayden.

Sembrava più interessato a conversare con la barista o a filtrare con un paio di ragazze, piuttosto che a unirsi alla frenesia della festa.

Nonostante il suo atteggiamento distaccato, c'era qualcosa di magnetico nel modo in cui si muoveva con disinvoltura e nella sicurezza che emanava.

Provavo una sorta di sfida a farlo cedere e concentrare tutta la sua attenzione su di me.

Proprio per questo, mi agitai in modo molto energico e sensuale vicino ad Eric, che mi desiderava da quella mattina in piscina.

Gli avevo promesso che quella notte ci saremmo divertiti a modo nostro.

Ci muovevamo insieme, ridendo e bevendo come se non ci fosse un domani.

Ayden sembrò notare, ad un certo punto, la nostra complicità e il nostro comportamento spensierato, nonostante il suo atteggiamento rimanesse distaccato.

Non potevo fare a meno di notare come la sua attenzione fosse attratta dal nostro gioco.

Anzi, dal mio gioco.

Eric era sicuramente un ragazzo seducente: aveva la camicia dai colori vivaci, completamente sbottonata, che metteva in risalto non solo la sua abbronzata ma anche alcuni tatuaggi sui pettorali.

Tuttavia, mentre mi strusciavo contro di lui, i miei occhi vagavano costantemente su Ayden.

《Scusami, torno subito》

Strillai all'orecchio di Eric per sovrastare la musica.

《Non metterci troppo, Ash》

Mi lasciò un rapido bacio sul collo.
Puzzava di alcol, ma il suo sorriso era sempre splendido.

Mi diressi verso il bancone, con quel poco di lucidità che mi rimaneva.

Su uno degli sgabelli, sistemati appositamente per la festa, sedeva Ayden, che sembrò notarmi subito, nonostante stesse palpeggiando il culo di una tizia che lavorava lì.

Mi sporsi sul bancone e fissai il giovane barman che stava asciugando alcuni bicchieri.

Lo fissai per lo più per i suoi bicipiti e per quelle mani che sembravano avessero abbastanza esperienza.

《Buonasera, signorina》Mi disse sorridendo. 《Cosa posso fare per lei?》

《Beh, se non ci fosse tutta questa gente alle mie spalle ti chiederei di usare quelle mani per fare altro.》

Mi morsi il labbro inferiore e lui si bloccò completamente.

Si leccò le labbra focalizzando il suo sguardo sulla mia scollatura.

《Per ora mi accontento di un Cubra Libre》

《Una delle sue richieste sarà eseguita immediatamente 》

Si appoggiò con i gomiti al balcone, avvicinandosi al mio viso.

《Per quanto riguarda l'altra.. 》

《Mi scusi, lei non dovrebbe lavorare?》

Ayden interruppe l'intenso scambio di sguardi tra me e quel ragazzo.

《Mi prepari subito qualcosa di forte o la faccio licenziare.》

Lo guardai con la fronte corrugata.

Come si permetteva quell'arrogante?

《M-mi scusi, ha ragione. Procedo subito con la preparazione del drink》

E fu così che rimasi sola con quello stronzo del mio capo.

Io seduta su uno sgabello alto, le gambe quasi a penzoloni, e lui in piedi al mio fianco.

La tentazione di restare in silenzio, senza nemmeno degnargli uno sguardo, era forte.

Ma non era nel mio stile.

《Come fai ad essere così...》

Non mi fece terminare la frase che si avvicinò a me.

《Bello? Simpatico? Intelligente? Seducente?》

《Una.. una testa di cazzo》

Mi alzai dalla sedia quasi barcollando.

Il calore dell'alcol iniziava a farsi sentire, avvolgendomi come una nuvola pesante.

Mi resse immediatamente per la vita con una stretta forte e protettiva.

Sentii il profumo del suo dopobarba mescolato all'odore salmastro dell'oceano.

《Modera i termini, ragazzina. Stai parlando col tuo datore di lavoro》

《E tu.. tu..》

Gli puntai un dito al petto.

《Smettila di comportarti... così..》

Le parole che tentavo di formulare sembravano uscire in modo confuso e frammentato, e i pensieri si mescolavano in un vortice indistinto.

Le risate e la musica si fondevano in un rumore di sottofondo indistinguibile, mentre il mio sguardo vacillava tra le figure che si muovevano attorno a me.

La realtà si dissolse in un caleidoscopio di immagini sfocate e sensazioni ovattate, rendendo ogni cosa poco chiara e difficilmente afferrabile.

《Ashley, ti senti bene?》

Sentii una voce chiamarmi, come un'eco distante che lottava per farsi strada attraverso il velo dell'alcool.

My Heart Is YoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora