Capitolo Otto

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AYDEN

Ashley Morgenstern aveva tantissimi difetti.

Era scontrosa, impertinente, provocatrice, testarda, antipatica e tremendamente sexy.

Ma una cosa dovevo ammetterla: quando si metteva in testa una cosa, niente e nessuno poteva fermarla.

Da giorni arrivava a lavoro prima di tutti e restava sempre fino a tarda sera, determinata a completare quei difficili compiti che le avevo assegnato per farle ridimensionare l'atteggiamento e dimostrarle chi comandasse.

La incontravo raramente nei corridoi e, quando capitava, era sempre al telefono con un cliente.

Ma non perdeva occasione di lanciarmi la solita occhiataccia di fuoco.

Era passata circa una settimana dalla nostra ultima chiacchierata.

La ragazzina si stava davvero impegnando parecchio.

《Hai deciso chi porterai in Spagna alla fine?》

John ed io quel sabato mattina avevamo deciso di giocare, come ai vecchi tempi, a basket. Precisamente nel giardino della mia casa, nel centro di Londra.

《Devo ammettere che l'idea dei tirocinanti non è male》

Lanciai la palla e feci l'ennesimo canestro.
Prese subito un'altra palla e me la lanciò quasi addosso.

《Te lo avevo detto, idiota! Come mai hai cambiato idea? Non sarà mica per qualche moretta sexy?》

Mancai il canestro, questa volta, e andai ad asciugarmi il petto bagnato di sudore con un asciugamano.

《Non so di chi tu stia parlando. Era semplicemente bella l'idea di far credere loro che non intendo licenziarli. Per ora, almeno》

《Cioè, intendi seriamente toglierli da mezzo dopo?》

Ora stava palleggiando da solo, spostando il pallone dall'esterno all'interno del piede.

《Se ti dico una cosa, mi prometti che non la dirai a nessuno?》

Fece scivolare la palla per terra e mi fissò.

《Amico, lo sai che puoi sempre fidarti di me》

Dopo un'ora e mezza di partita, ci sedemmo sulle scale del porticato e ci accendemmo una sigaretta.

《In realtà c'è un motivo ben preciso per cui ho accettato di occuparmi personalmente dell'azienda》

Mi guardò con un sopracciglio sollevato, in attesa di sentire il prosieguo del discorso.

《Ho deciso di capire il vero motivo dell'omicidio di mio padre》

《Ayden...》

Lo bloccai immediatamente.

《No, non credo alla storiella del suicidio, John》

Guardavo di fronte a me, un punto ben preciso nel nulla, mentre mi aprivo per la prima volta con qualcuno su quella storia.

《Certo, nell'ultimo periodo era esausto per il lavoro e la vita matrimoniale non è mai stata particolarmente armoniosa. Ma è sempre stato felice》

《Mi dispiace fratello, ma questo non puoi saperlo...》

《E indovina un po' le cose a lavoro quando stavano andando a rotoli?》

Non lo feci nemmeno replicare.
Avevo bisogno di cacciare tutto quello che avevo trattenuto per un bel po'.
E non mi capitava spesso.

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