6. Sarah

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Sarah

Sei anni prima

Fu come una predizione, quella di Alex sul mio ballo del diploma, perché la serata non andò affatto come avevo previsto.

Passai la prima metà a cercare di interessarmi a quello che diceva Robert, anche se in realtà la mia mente era ancora ferma al mio seno vicinissimo al petto di Alexander, alle sue dita sulla mia pelle, ai suoi occhi scuri e intensissimi fissi su di me. Ci scatenammo con Lily, Olive e Madison sulla pista da ballo, sotto le stroboscopiche e le decorazioni di cartapesta a forma di stelle che pendevano dal soffitto, cosparse da una pioggia di glitter. Piantammo i nostri accompagnatori a trangugiare del ponce e a parlottare dei risultati sportivi della settimana, e ballammo sulle note della musica pop sparata in cassa dal dj.

Lily, quando rimanemmo da sole, mi disse: «ohii, mi dici che ti prende? Robert ci sta provando con te da tutta la sera e tu a mal fatica lo guardi!»

A lei Robert piaceva tanto quanto a mia madre, a differenza di Kennedy.

Non ero mai stata davvero innamorata di Kennedy, in verità. Lo avrei maturato con il tempo ma già allora sapevo bene che quello che provavo per il quarterback più popolare della mia scuola non si sarebbe mai avvicinato a quello che provavo per Alex. Ma alla fine avevo messo un freno alla mia cotta colossale per il ragazzo che mi vedeva come una sorellina minore e che non avrei mai potuto avere. Avevo iniziato a uscire con Kenny, mi ero affezionata a lui, e gli avevo regalato il mio primo bacio e poi la mia prima volta. Lily sosteneva che fosse troppo sicuro di sé ed era stata lei a dirmi che lo aveva visto limonare con barbie cheerleader nel suo pick-up già il giorno dopo la nostra (per sua scelta) rottura. Mi aveva abbracciata senza perdere l'occasione di dire: «io te l'avevo detto, però, che era un cretino.»

Solo che io quella sera realizzai che, per Robert, non provavo nessuna attrazione.

Era biondo, bello e atletico, ma non era Alexander, non avrei riconosciuto il suo odore anche bendata in una sala piena di gente, e il suo modo di guardarmi non mi faceva tremare il cuore o sciogliere le gambe.

Così, quando la musica iniziò a calmarsi, dopo che il vicepreside ebbe annunciato il re e la reginetta del ballo – neanche a dirlo Barbie seguita dal suo Kenny – buttai un occhio all'orologio e decisi che volevo tornarmene a casa.

Le scarpe mi facevano male, Lily e le altre sarebbero andate con i rispettivi ragazzi a un'altra festa nella villa al lago di uno dei giocatori della squadra di football e io invece agognavo un bagno caldo, il mio pigiama, un bel romanzo rosa enemies to lovers e il mio letto.

Robert si avvicinò al mio orecchio, mentre ballavamo il lento più freddo e anaffettivo della storia dei lenti. «Andiamo alla festa, vero?» Spostò il palmo della sua mano sempre più giù, millimetro dopo millimetro, verso il mio fondoschiena.

WILD HEARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora