10. Sarah

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10

Sarah

I due giorni successivi alla telefonata con Lily, non furono tra i più memorabili della mia vita. La sera crollavo nel sonno solo perché le giornate sul lago erano lunge e sfiancanti, e senza una dose massiccia di caffeina mi sarei buttata a letto appena dopo essere rientrati a casa.

Invece, mi sforzavo di mettermi a lavorare al montaggio dei video per tutto il pomeriggio e tiravo avanti fino a sera. Ma il mio sonno era costellato di incubi e di ricordi che tornavano ad impastarsi, in un magma di memoria doloroso, fatto di me bambina, di Josh e Alexander sempre insieme, di lunghi e pigri pranzi con le nostre famiglie riunite, sotto l'acero del mio giardino, in ciabatte e costume da bagno, prima di andarci a tuffare al lago.

Potevo aver liquidato Lily dicendole che non mi interessava nulla delle motivazioni di ciò che ci era successo quando avevo diciassette anni, ma mentire a me stessa era più difficile.

Del resto, io e Donovan ci limitavamo a litigare e a scambiarci vivaci scambi di vedute al vetriolo, su cosa fare e dove andare e fin dove spingerci nella nostra esplorazione.

Quel pomeriggio, mollai il mio pc su in camera da letto e mi decisi a cedere alla stanchezza, incapace di concentrarmi oltre. Scesi le scale con un libro tra le mani e mi diressi sulla veranda posteriore della casa, che si affacciava sul lago. La mia lettura attuale era un romance dolcissimo e pieno di miele, un friends to lovers di due ragazzini che crescevano insieme, inseparabili, e poi, allo scoccare dei loro diciassette anni qualcosa si rompeva irrimediabilmente. Da adulti, quando lei era prossima al matrimonio con un altro uomo, si rincontravano per un'eredità in comune. E il resto era facilmente immaginabile.

Mi sedetti sulla sedia a dondolo che usavo per leggere e raccolsi le ginocchia al petto. Dopo poche pagine, però, la mia mente distratta faticava a stare al passo con le paturnie mentali dei due innamorati. Vivere le loro difficoltà, la loro sofferenza per un rapporto così viscerale troncato di colpo, mi ricordava noi tre, innervosendomi oltre misura. Nel romanzo le cose si sarebbero risolte, sarebbe finito con un matrimonio e un e vissero per sempre felici e contenti, ma nella realtà, nella mia vita, le cose non erano affatto così semplici.

Chiusi il libro e recuperai il cellulare. Feci partire la chiamata e appena la destinataria rispose, sorrisi d'istino.

Mi mancava, non potevo farci niente. Avrei voluto dirle di Alex e incazzarmi e piangere, magari, ma non volevo minare un equilibrio che avevamo ricostruito nel tempo. Josh non doveva sapere che ero finita qui con lui.

«Come si dice quanto è evidente a tutti, lettori, personaggi e anche antenati morti dei personaggi di cui sopra, che i due si amano da pagina uno ma fingono di essere solo amici?» esordii, cercando di sfoggiare un tono ironico e leggero.

«Tecnicamente è un friends to lovers» ribatté la mamma.

«Errato. È un hanno i prosciutti sugli occhi, o, un ammorberemo per cinquecento pagine delle ingenue ragazzine fino a farle struggere come gelati al sole, ma si poteva risolvere molto prima

WILD HEARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora