13. Sarah

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Sarah

Nei giorni successivi al disastro con il kayak uscimmo ogni mattina all'alba per tornare al lago, ma la conversazione non virò più a cosa sarebbe potuto esserci tra noi se non ci fosse mai stata la differenza d'età che ci divideva, o le nostre famiglie, o Josh. Avevo registrato la risposta di Alex fingendo di farmela scivolare addosso, senza alcun successo.

Cercare di dimenticarmi dell'immagine di lui bagnato dalla testa ai piedi, che si issava di nuovo sul kayak facendo forza sulle sue braccia tornite e muscolose, solcate da rivoli di acqua gelata, era stata una battaglia persa.

La notte me l'ero perfino sognato. Nel sogno la maglietta bagnata e i suoi boxer non erano compresi e le nostre attività non vertevano certo sui pesci di lago. Ma ero stata brava a ignorare i miei ormoni, anche perché lui vanificava i miei sforzi, facendo altrettanto.

Era un gioco pericoloso, ero stata io a sfoggiare il costume per dimostrargli che non ero più una bambina, ma lui non mi rendeva la vita facile, girando mezzo nudo per casa un giorno sì e l'altro pure.

«È una reazione fisiologica. Pura biologia» dissi a Lily al telefono, durante una delle nostre conversazioni, mentre mi aggiravo tra gli scaffali del piccolo market di Whitefish, dopo aver saccheggiato il reparto dei biscotti al burro. «Chiunque si ecciterebbe a trovarsi uno così davanti. Ma resta il fatto che non ci andrei a letto neanche se fosse l'ultimo...»

«Non dire uomo sulla terra, per l'amor di Dio. Questa stronzata suona ridicola nei romanzi rosa, dove di base ci dovrebbe essere la sospensione dell'incredulità, figuriamoci nella vita vera. Alexander Donovan ti fa lo stesso effetto che ti faceva a diciassette anni, è inutile che fingi con me. Anzi direi che ora è molto peggio.»

«Addirittura peggio?»

«Certo, perché hai letto molti più romance spicy e hai fatto molto più sesso di allora, quindi ti puoi immaginare nel dettaglio cosa ti perdi e cosa vorresti che ti facesse.»

«Lily, per l'amor di Dio! Alexander Donovan non mi fa alcun effetto. Fine. Adesso scusami ma devo mettermi in fila alla cassa. Le automatiche nel Montana non vanno di moda.»

Appunto del giorno: avrei dovuto imparare a essere più convincente quanto recitavo quella cazzata del non mi fa nessuno effetto. Prima di tutto con me stessa.

Me lo ripetei anche quella mattina di fronte all'immagine statuaria di un Alex in tenuta da trekking, fermo su un sentiero nel bosco, intento a consultare una cartina.

«Non mi dire che ci siamo persi. Dopo tutta questa fatica se mi hai fatto arrivare quassù per niente giuro che ti uccido.»

Alex sollevò gli occhi dalla mappa e mi guardò in tralice. «E dire che eri così carina da bambina, non capisco da dove ti siano venuti fuori tutti questi costanti istinti omicidi che hai.»

WILD HEARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora