Le tracce della grande strada erano ben visibili e Nathan, con le mani salde sul fucile e lo sguardo attento del cacciatore, adesso guidava la fila; Liam lo seguiva con in bocca una matita che ogni tanto usava per aggiungere particolari alla mappa: un gruppo di alberi, una cunetta più alta del solito, i resti di una pompa di benzina.
Poco dietro Bianca ed Anita per la prima volta dall'inizio del viaggio stavano parlando fra loro: a voce bassa commentavano il caldo esasperante e la monotonia del paesaggio, ma soprattutto facevano ipotesi su cosa avrebbero trovato alla fine di quella strada: le rovine di una megalopoli? Un piccolo villaggio miracolosamente intatto grazie alle sue insignificanti dimensioni? O magari un nuovo villaggio sorto sui resti di un antico centro abitato? Oppure il cratere enorme e perfettamente circolare impresso sul terreno da uno dei demoni esplosi durante il Grande Disastro? In quest'ultimo caso si sarebbero allontanati immediatamente e Liam avrebbe tracciato sulla mappa una grande X rossa con il succo di mirtello. Nessuno si avvicinava ai cosiddetti "cerchi del dolore": attorno ai loro confini netti ed innaturali l'aria era densa e mefitica e la contaminazione portava piaghe e le più disparate malattie. L'evento più probabile era che non trovassero nulla di significativo, solo sabbia, rocce, e deserto. Non era neanche scontato che sarebbero riusciti ad arrivarci, alla fine della strada, visto che a breve il cibo sarebbe terminato ed anche se Bianca si riprometteva di cacciare con Nemesi, tutti loro sapevano che difficilmente avrebbe trovato qualcosa di commestibile in quel deserto.
Camminavano e camminavano, intorno a loro il solito caldo, la solita polvere, i soliti cactus.
Poi, improvvisa, la nota bassa del ringhio di Nemesi interruppe il rumore ipnotico delle cicale della sabbia che si annidavano a centinaia in ogni piccola zona d'ombra.
Si bloccarono.
La pantera si era fermata e digrignando i denti fissava un punto bianco, lontano, sulla strada. La macchia non si muoveva e Liam prese dallo zaino il binocolo per controllare: sembrava il corpo di un uomo senza vita. Decisero di avvicinarsi.
Era effettivamente il corpo di uomo, ma non privo di vita, il torace si muoveva ancora, anche se in modo pressoché impercettibile, e quando Nathan lo toccò leggermente con la punta della scarpa emise un flebile suono, una specie di sospiro. L'uomo indossava una tunica bianca e lacera, imbrattata di sangue e polvere. La sua pelle, devastata dalle piaghe, era di un rosso acceso. I capelli erano di un biondo chiarissimo e tagliati piuttosto corti. Quando lo voltarono sulla schiena anche il volto si presentò ustionato, gli occhi erano chiusi e gonfi, le labbra secche e spaccate in più punti.
"Come può essersi ridotto in questo stato?" si stupì Nathan.
"Probabilmente la sua pelle non è abituata al sole come la nostra" spiegò Liam che aveva passato lunghe ore a consultare vecchi libri in compagnia di Magister. "Non vedi che ha i capelli quasi bianchi, magari anche la sua pelle era bianca; ho letto che una volta esistevano individui con queste caratteristiche, si chiamavano albini. Per un albino rimanere a lungo esposto al sole può voler dire morire".
"Allora spostiamolo subito all'ombra" intervenne Anita "altrimenti muore davvero".
Liam e Nathan lo sollevarono delicatamente e lo depositarono all'ombra di una grande roccia. Poi le ragazze bagnarono la pelle dell'uomo con un panno imbevuto d'acqua mentre i compagni costruivano un rudimentale riparo con dei pali ed un telo.
Decisero di fermarsi ed aspettare che lo sconosciuto riprendesse coscienza.
Dopo aver mangiato e riposato Bianca e Nathan si allontanarono insieme a Nemesi, decisi a catturare qualcosa di succulento per la cena: erano stufi di mangiare carne secca!
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Le Sentinelle del Sale
Science FictionIn pochi sono sopravvissuti alla Grande Distruzione, ancora meno coloro che hanno superato i lunghi anni delle Mille Piaghe. Adesso è arrivato il momento della rinascita, ma non tutti mirano a ricostruire una civiltà pacifica e tollerante. C'è chi c...