Capitolo 5

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FLYNN


Il pacco si erge imponente di fronte a me, illuminato dai riflettori che danzano tra le ombre. Le luci colorate creano un'atmosfera magica, pronta ad accogliere la mia presenza. Le grandi casse pulsano, pronte a far vibrare ogni angolo dell'arena con la mia voce. Mi avvicino al microfono, sentendo l'emozione salire dentro di me assieme alle urla del pubblico che, come sempre, mi disarmano. Le mie mani stringono saldamente il microfono pronto a trasmettere le emozioni delle mie canzoni al pubblico in attesa. Guardo oltre il palco e vedo la folla e eccitata, pronta ad essere trasportata dalle mie parole e melodie. Respiro profondamente, sentendo l'energia elettrizzante che si diffonde nell'aria. Le mie spalle si raddrizzano, il mio cuore batte all'unisono con il ritmo della musica che risuona attorno a me. Sprigiono le prime note nell'aria con la mia chitarra e mi lascio trasportare dalla magia dello spettacolo, pronto a regalare al pubblico un'esperienza indimenticabile. Sento e vedo tutti urlare a squarciagola "Sunny", una delle mie canzoni più famose. L'occhio mi ricade su una ragazza in prima fila, che mi sembra familiare. Devo averla già vista da qualche parte. Noto che piange, ma è felice, estremamente emozionata di essere qui. Guardo gli altri spettatori e mi emoziono quando noto qualcuno commuoversi o perdersi nelle parole dei miei brani. Amo sapere che qualcuno si rispecchia in ciò che scrivo e francamente, non sono l'unico soggetto a cui mi ispiro. La mia ispirazione nasce anche dall'aspetto che ha una persona, da un passante, da un fiore particolare, dalla natura, dal meteo, e sì, dalle mie precedenti ragazze e dai traumi che mi hanno lasciato. Mi riferisco a Anne Blossom, la mia prima e unica ragazza. Con lei ho duettato quando nessuno dei due era ancora famoso. L'ho amata davvero. Siamo stati insieme per ben dieci anni, eravamo molto piccoli quando la nostra storiella da bambini è iniziata: avevo solo otto anni. Sono passati ben tre anni e mezzo dalla nostra rottura, che per me è stata distruttiva. Ma "Sunny" è fondamentale per questo. È stato il pezzo che mi ha salvato la vita, poiché l'ho scritto utilizzando le parole di Chris, il mio migliore amico, o del mio psicologo, o ancora, dei miei genitori, che mi hanno aiutato a superare la rottura. Morivo di panico ogni notte al solo pensiero di non averla nella mia vita, o almeno non più. E la cosa peggiore, è stata vedere come non le importasse niente di me. Avrei voluto odiarla, ma non ci riuscivo. Non potevo odiarla solo perché aveva smesso di provare qualcosa per me. Ci lasciavamo spesso e tornavamo sempre insieme. Ho rinunciato a lei solo quando ho saputo che avrebbe sposato un altro, a soli diciannove anni, e che ha incontrato subito dopo aver rotto con me. Quella notizia è stata la distruzione totale del mio cuore, lo penso proprio mentre canto "Marriage", "Matrimonio", un brano dedicato a lei, che finora è stata l'unica donna della mia vita. Pezzo dopo pezzo, i miei occhi si depositano nuovamente sulla stessa ragazza, dall'aria familiare, in prima fila. È castana, ha gli occhi cerbiatto ed è molto minuta e magrolina, ma le sue forme spiccano. Indossa un vestito bianco e leggero, ha due ciocche di capelli raccolte in un fiocchetto bianco che sembra adori mettere in mostra. Proprio adesso, solleva un cartellone, ed io mi sforzo a leggere la scritta: "Sposami, Bradley". Cerco di non far notare la mia risata nascosta e proseguo con "You", "Tu", brano che ho scritto a soli undici anni. È dedicato alla mia dolce mamma, che come organizzato, sale sul palco ad affiancarmi. E finita la canzone, chiedo qualche minuto di attenzione al pubblico.
«You, be', dedicata alla donna più importante della mia vita: mia madre. Non è bellissima?» Sento una miriade di applausi e noto mamma commuoversi.
«L'ho scritta moltissimi anni fa, ma nonostante questo, l'ascolto ancora con lacrime agli occhi. Lo dice spesso anche papà!»
Mia madre si avvicina a me, così la abbraccio e le lascio un bacio tra i capelli. Poi mi distacco e lascio che inizi "Clouds", "Nuvole", molto più ritmata delle altre. Noto la gente scatenarsi e impazzire, mentre pizzico le corde della mia amata chitarra, e adoro guardare mamma che strilla le parole del mio pezzo. A una certa, mi sfiora il gomito per attirare la mia attenzione, poi indica qualcosa: la stessa ragazza su cui mi sono soffermato più volte. Urla a non finire, quasi fino a scoppiare le vene, e la sua amica - che pare a dir poco esausta - tiene un cartellone tra le mani: "Mi auguro che Flynn la sposi e la porti via con sé. È insopportabile!"
Io e mia madre ridiamo, al che lei urla come se fosse impazzita, per essere stata annotata da me. Terminato il pezzo, le sorrido e questo la manda in tilt. È molto carina e sembra simpatica, divertente e allegra. Trasmette positività a chiunque la guardi. Noto che la sua felicità adesso è alle stelle, e non oso immaginare in che stato si ritroverà alla fine del concerto.
«Flynn Bradley, uno dei più amati cantanti della storia! Abbiamo una richiesta da farti». Come uno degli organizzatori abbia interrotto ogni cosa, mi mette ansia e nervosismo.
«Non è che potresti suonare all'improvviso qualcosa che inventerai sul momento?»
Cavoli. Non posso rifiutare. Mi ritrovo davanti a un pubblico di gente che mi adora e non posso permettermi il lusso di rifiutare o non mostrarmi all'altezza della proposta.
«Ehm... certo, vediamo». Dico. Guardo mia madre preoccuparsi, lei stessa nota quanto sia stato messo in difficoltà. Mi guardo intorno in cerca di incoraggiamento e ispirazione e  fermo il mio sguardo su di lei mentre mentre tutti, per darmi forza, urlano ripetutamente il mio nome. E più la guardo applaudire e pronunciare nitidamente "Flynn", più sento adrenalina scorrermi nelle vene. Così cominciò a comporre una dolce melodia con la chitarra e ricevo moltissimi applausi, specialmente quando mi fermo.
«Grande!» L'organizzatore mi dà una pacca sulla spalla ed io inizio a sentirmi libero e senza ulteriori pesi o problemi. È incredibile come semplicemente guardando i miei fan esultare per me riesca a ricevere ispirazione. Non mi era mai capitato prima d'ora. Ma c'è qualcosa stavolta in loro, in lei, che è forte. Come una corrente di energia che va fuori dalle abilità umane. È sovrumana.


BELLE


Depressione post-concerto. Quando ne sentivo parlare sui social, pensavo che fosse una sciocchezza. Pensavo "come puoi essere triste dopo aver vissuto un'esperienza simile?". Pensavo che sarebbe rimasta la felicità del ricordo, quella di dire "sono andata al concerto del mio cantante preferito". Poi, quando ho sentito annunciare la fine dell'evento e ho udito lui ringraziare tutti i fan, ho realizzato. Ho realizzato che l'occasione per cui ho atteso settimane e settimane, è volata via da appena un paio d'ore, che è terribile averlo semplicemente visto cantare per qualche ora e non avergli parlato, non averlo abbracciato. Mi cullo solo su quel suo sorriso rivolto ai miei cartelloni, alle mie urla e risate. Quando mi ha guardata sorridendo, dopo essere stato spronato dalla madre, la signora Mary, ho avvertito la sensazione di sprofondare, di cadere da un alto piano, di precipitare dalle forti scosse emotive sentivo di essere in un sogno e non riuscirò a credere che quella era la realtà dei fatti. E se prima era complicato realizzare che sarei andata a un suo concerto, ora è impossibile realizzare che ha sorriso proprio a me. Non vorrei sembrare patetica, ma c'è stato un contatto visivo. Flynn mi ha guardata come se fossimo collegati da un filo, da una sorta di energia trasparente. Mi guardava come se mi conoscesse, come se gli dessi un'aria familiare. E quando mi ha sorriso, mi sono sciolta. Aveva una certa confidenza nel modo di porsi, di guardarmi.
«Scommetto che ti stai ancora facendo i film mentali!» Ride Ayla. Ma dopotutto, cosa può saperne? Per lei è un cantante come tutti gli altri.
«Hai visto come...»
«Sì, ti ha sorriso!» Ride, «Lo hai detto un milione di volte!»
«Lo so!» Farfuglio.
La mia amica si alza dal mio letto:  «Mamma è arrivata, devo scappare!» Sorride. Viene ad abbracciarmi e mi bacia la fronte, poi lascia la mia camera e se ne va.
Con molta creatività, mi siedo alla mia scrivania. Accendo il mio laptop e ciò che compare è una schermata di annunci su Google: "legame karmico", leggo. Ci clicco su, per curiosità, e leggo il contenuto dell'articolo:

"Si tratta di un legame spirituale che è dato da una connessione più o meno forte con un altro soggetto."

Potrebbe tornarmi utile. Salvo l'articolo e metto via il mio portatile, per poi afferrare il quaderno che contiene la mia sceneggiatura, "I want only you". Inserisco Mya come personaggio, la protagonista, per fare in modo che reciti un dialogo. Poi mi preparo a scrivere cosa deve dire rivolgendosi al suo lui, Michael Jones.

MYA MONTOGOMERY:
Sai cos'è un legame karmico?

Un solo pensiero prima di cercare di prendere sonno: sento una strana sensazione. È come se guardare Flynn, mi abbia donato una certa ispirazione. Forse perché c'è qualcosa in lui, in noi. Qualcosa di sovrumano.

I want only youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora