Capitolo 9

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BELLE


«Qualcuno di voi si intende di sceneggiatura qui?»
Alla domanda del professore del corso, sollevo un braccio.
«Tu. Come ti chiami?»
«Belle Evans.» Presso la prima lettera del mio nome per evitare che l'ennesima persona lo scambi per "Elle". Forse, in effetti, mi chiamo in un modo poco diffuso e molto fantasioso.
«Hai a che fare con il settore?»
«Sono nella fase di scrittura della mia sceneggiatura. Ho anche portato alcune parti per mostrarle a lei.»
Lascio alcuni dei miei fogli tra le mani del professore e lo vedo leggere attentamente.
«Complimenti. Hai mai studiato?»
«Grazie.» Sorrido. «E... Sì, ho seguito un corso diversi anni fa.»
«Voglio che oggi, tutti voi, leggiate il manuale di sceneggiatura che vi rilascerò a casa ed impariate qualcosa. Quando nei prossimi incontri sarete tutti preparati, inizieremo ufficialmente. Belle, tu pazienta. Nel tempo, perché non ti dedichi a recitazione?» Mi domanda il professore.
L'idea non è male. Ho sempre sognato di lavorare nel mondo del cinema, ma so benissimo di non essere granché nel recitare. Per questo scrivo film.
«Sì, mi va più che bene.» Replico.
«Perfetto. Allora, sceneggiatori, prendete i manuali pronti in biblioteca. Belle, tu resta qui con la sezione attori.»
Mentre tutti i miei compagni di sceneggiatura lasciano l'aula, vedo entrare negli alunni della sezione attori. Ci accomodiamo tutti sui sedili e fissiamo il palcoscenico.
«Mettiamo alla prova le vostre abilità!» Sento. «Belle, vieni. E con te lui e lei.» Il professore indica me e altri due ragazzi, quindi noi andiamo verso il palco.
«Questa ragazza ha portato con sé pochi frammenti della sua sceneggiatura. Vi andrebbe di recitarne una parte?»
«Cosa?» Domando incredula.
Qualcuno dovrà recitare una parte della mia sceneggiatura? Impazzisco!
«Certo.» Acconsentiamo tutti e tre.
«Fatelo pure con i fogli in mano. Vorrei vedere la scena del concerto.»
La scena del concerto, cavolo. Proprio la mia preferita.
«Tu interpreterai Mya.» Mi indica, affidandomi il ruolo della protagonista. «Tu la sua amica e tu Michael, il cantante.»
Quel ragazzo sarebbe Michael? Con tutto il rispetto, ma ho basato il personaggio su Flynn. E lui non potrebbe mai essere Flynn!
«Ho chiamato lui perché l'anno scorso ha vinto il corso di musica e ha talento. Può quindi interpretare perfettamente Michael.» Spiega il professore.
Il ragazzo inizia a cantare una canzone di Justin Bieber e guarda attraverso il foglio e le sue battute. Io do la copia del foglio alla ragazza e le sorrido, posizionandomi con lei sotto al palco. A un certo punto le casse riproducono a tutti gli effetti la canzone di Justin Bieber accompagnando il cantare del ragazzo. Ma ai miei occhi, tutto cambia. Penso a come vorrei trovarmi nella posizione della protagonista, a come vorrei essere davvero un suo concerto.
Lui proprio lì, sul palco, le casse che riproducono una sua canzone, ed io ad ascoltarlo in compagnia di Ayla, o forse di Kinsey.

Le ore al corso sono state forse le più belle e impegnative della mia vita. Ho riso, scherzato e lavorato duramente con gli altri. Adesso sto uscendo dal bus, mentre ascolto ancora la stessa canzone di Justin Bieber: "Let me love you", pensando a quanto sia stato emozionante salire su quel palco. Il professore si è persino congratulato con me, dicendo che ho talento. Be', ne dubito. Ma sarà forse che cercavo di immedesimarmi nella protagonista, perché conosco bene la sensazione di essere al suo concerto. A un certo punto, per me tutti erano spariti. E ho immaginato che ci fosse lui a suonare su quel palco. Forse, se ho avuto talento è per questo.
Non appena apro la porta di casa, mia sorella Kinsey corre da me e trotterella come se fosse fuori di testa .
«Belle, Belle!» Grida. «Hai fatto la valigia?»
«Kinsey, è la stessa cosa che mi chiedi tutti i giorni!» Dico. «No, perché mancano ancora... Cavolo, tre giorni!»
Io e mia sorella urliamo a squarciagola e i nostri genitori ci fissano sconcertati.
«Okay, va bene!» Ride mamma. «Belle, com'è andata al corso?»
«Non ho studiato sceneggiatura perché so già tutto, perciò, nel tempo, ho fatto recitazione. È stato fantastico! Ho riso, socializzato e recitato al meglio. Il professore del corso si è persino congratulato con me!»
«Uau, ne sono felice!»
«Queste sono soddisfazioni, figliola!» Commenta mio padre.
«Già. Adesso vado a fare una doccia.»
Salgo al piano di sopra e mi dirigo in bagno. Apro l'acqua della grande vasca per riempirla e spruzzo una quantità industriale di sapone per fare schiuma. Rimuovo i vestiti e lascio riprodurre dal cellulare la playlist fatta di canzoni lente e rilassanti di Flynn. Ascolto la sua voce angelica mentre mi coccolo con un bagno caldo e mi distendo nel bel mezzo di tutta quella schiuma. Accarezzo le mie braccia e canticchio lentamente.
Con il doccino, sciacquo i miei capelli e chiudo gli occhi, mentre l'acqua scivola sulle mie spalle e sembra accarezzarmi in un tocco leggero. I pensieri negativi scorrono via con essa, la sua voce li porta via, ripulendo la mia mente, purificandola come solo lui sa fare. Perché in fin dei conti, la musica è l'unica cosa che mi unisce a lui, l'unico legame che abbiamo, l'unico modo in cui posso sentirlo vicino.
Come vorrei vorrei averlo qui ora. Accanto a me. Per dirgli che tutto mi ricorda di lui, che ogni giorno, dal suo concerto, mi succede qualcosa per cui devo pensarlo. Per dirgli che sento una forte connessione astratta con lui e che non è qualcosa di infantile: non la sento con qualsiasi celebrità come se fossi una bambina. C'è sempre qualcosa che mi porta nella sua stessa direzione e mi costringe a stare con lui. Ma è piacevole. È del tutto piacevole. E chissà se sono l'unica a sentire tutto questo.
Vorrei averlo qui ora. Vorrei essere per l'ennesima volta sfiorata dalla punta delle sue dita snelle e sottili, sul collo, sulla schiena, tra i capelli. Vorrei la sua presenza costante nella mia vita.
Si tratta di sensazioni accese e colorate, che però, in momenti come questo, diventano nere o oscure. Perché? Perché lui vive solo nella mia immaginazione.


FLYNN


Sui social, Anne Blossom ha postato qualcosa. E non finisce qui: mi ha menzionato.
Dio, muoio di ansia.
Anne Blossom, il mio peggior trauma, mi ha menzionato. Cosa vorrà mai? È sposata adesso!
Guardo la sua menzione leggo la dedica che mi ha scritto, con la foto del nostro primo duetto:

"Otto anni fa ho duettato con Flynn
Bradley per la prima volta.
Come passa il tempo!"

È uno schifo. Leggo i vari commenti della gente che non sa e non ha mai saputo, proprio come suo marito: lui è convinto che io sia un semplice ragazzo che aveva una cotta per lei tempo fa. Ma la verità è che io sono stato il suo primo amore, la sua prima volta a letto, il suo primo tutto. La sua prima esperienza, che non va mai dimenticata, o almeno non come ha fatto lei. Ma a che serve provare rancore? In fin dei conti, Anne è sposata ora e ne è passato di tempo tempo della nostra rottura. Evidentemente, lei è stata capace di andare avanti in poche settimane, ed io in appena tre anni.
Non mi resta che mettere un "mi piace" al suo post e lasciare tutto com'è. Dopotutto, io sono andato avanti adesso, e vedo che lei sta conquistando il mondo grazie alla sua fama. Reciterà persino in un film, da quel che so. E nonostante tutto il male psicologico che mi ha causato, sono felice per lei.
Anch'io, però, aggiungo un post sui social. Inserisco tutte le foto che ho scattato al concerto di Chicago con i fan. È una cosa che faccio per ogni tour. Tra le foto, seleziono la sua, quella con Elle, se non ricordo male. I fotografi del concerto ne hanno scattate molte in cui si intravede, ma io decido di postare la nostra foto.
Spero che possa vederla ed essere felice di avermi donato un sorriso. I suoi cartelloni, il suo imbarazzo nel parlarmi, il suo essere... Se ci penso, sorrido anche adesso. Perché è così che mi fanno sentire i miei fan: a casa. E con lei, in particolare, mi sono sentito voluto da qualcuno per la prima volta.
Non so perché, ma la penso spesso. Il suo modo di fare mi è rimasto impresso, le sue guance rosse quando le ho chiesto di scattare un selfie insieme solo per mostrarlo a mia madre, cavoli, le ricordo perfettamente!
Non le ho chiesto quella foto per mostrarla a mia madre, non era questa la mia intenzione. In realtà, sin dal mio concerto, sapevo che questa ragazza mi sarebbe rimasta impressa per un bel po', così io ho voluto fotografarla. Ricorderò per sempre la sua simpatia, e l'armonia che mi inietta il solo pensiero di lei.

I want only youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora