CAPITOLO 2 - RITORNO

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E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza legge da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava. (Luigi Pirandello)

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Il Boeing 777-300ER atterrò puntuale all'aeroporto di Tokyo. Il sole splendeva alto nel cielo e Katsuki non vedeva l'ora di scendere da quel mezzo con le ali per respirare aria di casa.

Era passato quasi un anno da quando era partito per gli Stati Uniti d'America e poter sentir parlare finalmente la sua lingua era bellissimo.

Percorse il tunnel che portava all'interno dell'aeroporto per poi recarsi nell'area ritiro bagagli e recuperare la sua valigia.

Non aveva informato nessuno del suo arrivo. Voleva fare una sorpresa sopratutto al suo Omega che quasi sicuramente ora si trovava al lavoro.

Preso un taxi, diede indicazione all'autista di portarlo alla sua azienda che si trovava in centro a Tokyo.

Chissà il Nerd come avrebbe reagito a vederlo. Sicuramente gli sarebbe saltato addosso dalla felicità. Il solo pensiero gli fece spuntare un sorriso sulle labbra.

Il taxi si fermò davanti all'ingresso di un palazzo di quaranta piani, tutti di proprietà della "Kaizen Cosmetics Nippon", una tra le più potenti multinazionali al mondo.

Il tassista fermò il tachimetro e si girò verso Katsuki.

- Sono 500 Yen. - Disse gentilmente.

Katsuki porse i soldi e scese dal mezzo chiudendo la portiera. Prese la valigia dal bagagliaio e puntò il suo sguardo verso l'alto, osservando un punto preciso dell'edificio. Se non lo avevano spostato, Izuku doveva ancora trovarsi nell'ufficio accanto al suo. Quello che gli fece strano furono le imposte chiuse solo nell'ufficio dell'Omega, mentre tutte le altre finestre erano spalancate.

Sorpassate le porte automatiche si trovò come al solito la reception sulla sinistra e subito sulla destra gli ascensori che portavano ai diversi piani.

- Signor Bakugo? È davvero lei? Quando è rientrato? - Chiese la ragazza addetta alla reception.

Katsuki si voltò con il suo modo serio verso la ragazza. Non era uno a cui piaceva perdersi in futili chiacchiere, sopratutto con chi conosceva appena.

- Si, signorina Kendo, sono proprio io e sono appena atterrato. Come vanno le cose qui? - Chiese con tono autoritario Katsuki.

La ragazza spalancò gli occhi. Odiava mentire, ma aveva ricevuto ordine dal signor Kirishima di non dire nulla al biondo quando sarebbe rientrato. Ci avrebbe pensato lui.

- Ah...si, tutto a posto, signor Bakugo. Sono...sono felice che sia tornato. -

Katsuki la salutò con un cenno del capo e si avviò verso gli ascensori.

La receptionist, nel frattempo, corse a comporre l'interno di Eijiro per informarlo dell'arrivo di Katsuki. Kirishima, dopo aver imprecato a denti stretti, ringraziò la ragazza e riagganciò per prepararsi all'arrivo del suo amico.

L'ascensore arrivò al quindicesimo piano, dove si trovavano tutti gli uffici. Katsuki trascinò fuori la valigia e si incamminò verso il suo ufficio, ma qualcuno gli andò addosso facendolo quasi cadere.

- Oh, mi scu...Bakugo? - Disse Eijiro fintamente sorpreso.

- Kirishima! Dove diavolo stai andando così di fretta per avermi quasi travolto? - Tuonò Katsuki infastidito.

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