CAPITOLO 8 - RIPENSAMENTI

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La lettera venne delicatamente riposta all'interno della busta e sistemata con le altre

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La lettera venne delicatamente riposta all'interno della busta e sistemata con le altre. Il profumo di vaniglia e pesca era stato assorbito anche dalle mani di Katsuki, che le annusò con un dolce sorriso sulle labbra e calde lacrime che scendevano dai suoi occhi.

Aver avuto Izuku nella sua vita era stata la cosa più bella che gli fosse capitata. Perché glielo avevano strappato via? Quanti angeli servivano in quel maledetto Paradiso? E proprio di lui avevano bisogno? Izuku sarebbe dovuto rimanere lì con lui, a godersi la vita assieme fino alla vecchiaia, a fare i viaggi che avevano programmato, a perdersi ad ammirare un tramonto o un'alba abbracciati.

Qualcuno bussò alla porta e Katsuki si alzò per andare a vedere di chi si trattasse.

- Katsuki...- Mitsuki era davanti a lui con gli occhi spalancati. Vedere il figlio così dimagrito le fece dannatamente male al cuore.

- Che ci fai tu qui? Ho detto che non voglio più vedervi. - Rispose Katsuki accingendosi a richiudere la porta, ma venne bloccato dalla madre.

- A-aspetta ti prego! Dammi solo cinque minuti, per favore! Devo solo dirti alcune cose e poi...me ne vado. - Supplicò Mitsuki con le lacrime.

- Adesso vuoi parlare, mamma? Non pensi sia troppo tardi? -

- Ti prego...-

- Cinque minuti e non uno di più. Di quello che devi dire e vattene! -

Il tono di Katsuki era freddo e tagliente, come del resto anche lo sguardo.

Mitsuki chiuse la porta e diede un'occhiata alla stanza. Era come le aveva riferito qualche giorno prima Inko. Si vedeva benissimo che nessuno aveva varcato la soglia per pulire o cambiare le lenzuola. Conoscendo la mania per la pulizia e l'ordine del figlio, questo era un campanello d'allarme.

I suoi occhi, così simili a quelli di Katsuki andarono a posarsi sulla mano del ragazzo, trovandola piena di tagli, fortunatamente, non profondi.

Sul letto c'era un cofanetto in legno aperto e un leggero sentore di vaniglia e pesca arrivò anche a lei, facendola scoppiare a piangere.

- Vediamo di muoverci. Dimmi cosa sei venuta a fare. - Katsuki non la guardava nemmeno, il suo sguardo era rivolto verso la finestra.

Mitsuki tentò di accarezzarlo, ma lui la scansò bruscamente.

- Hai tutte le ragioni del mondo ad avercela con tutti noi, Katsuki, e ti capisco, ma... Dio mio, non sai quante volte avrei voluto dirti tutto! Dammi la possibilità di dirti le cose...- Mitsuki non sapeva nemmeno lei come iniziare il discorso...troppe cose e il tempo che Katsuki le stava concedendo era poco.

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