Capitolo 10

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La grande sala del castello di era uno spettacolo di lusso e potere. Le pareti di pietra, drappeggiate con ricchi arazzi che narravano le epiche storie della
. casata Winterborne, riflettevano la luce calda delle torce e dei candelabri. Il lungo tavolo centrale era imbandito con ogni sorta di prelibatezze: arrosti di cacciagione, frutta fresca, pani fragranti e coppe di vino rosso rubino. Le voci si mescolavano con il crepitio dei fuochi nei camini, creando un'atmosfera apparentemente serena.

Edrin era seduto alla destra di Zara. Alla sinistra di Zara, la Contessa Adelina di Varyn sorseggiava delicatamente il vino dalla sua coppa d'argento, il suo sguardo acuto che vagava tra i presenti. La contessa, donna di circa quarant’anni, era un’abile stratega politica, con la reputazione di manovrare le alleanze come un maestro di scacchi. I suoi capelli scuri erano raccolti in una complessa acconciatura ornata da una rete d'oro, e i suoi abiti ricamati in seta dimostravano l'opulenza e la potenza della sua casata. Mentre la conversazione fluiva tra i nobili e gli ospiti, Zara cercava di mantenere un’atmosfera cordiale, consapevole di quanto fosse delicato l’equilibrio della serata. La sua postura era elegante, ma la tensione nei suoi occhi tradiva una certa ansia. Sapeva che ogni parola, ogni gesto, poteva influenzare il successo dell'alleanza. La Contessa Adelina, tuttavia, non sembrava disposta a lasciare che la serata scorresse senza qualche provocazione. Dopo aver scambiato alcune parole di circostanza con Zara, si girò verso Edrin, il suo sorriso affilato come una lama nascosta. -Ser Edrin.- iniziò con una voce che trasudava cortesia, ma con un tono sottofondo che non passò inosservato, -Devo dire che è raro vedere un cavaliere della tua fama in un luogo come questo. Suppongo che i campi di battaglia a cui sei abituato siano ben diversi dalla tranquillità di un banchetto.- Edrin sollevò appena lo sguardo, fissando la Contessa con un’espressione che non tradiva alcuna emozione. -I campi di battaglia sono il mio pane quotidiano, Contessa.- rispose, la sua voce priva di calore. -Questi banchetti sono solo una breve pausa, nulla di più.- Il sorriso della Contessa si allargò leggermente, come se avesse trovato un punto debole su cui fare leva. -Capisco,- disse, con una leggera nota di ironia. -deve essere difficile per un uomo abituato alla guerra adattarsi a… certi ambienti. Spero che tu non trovi questo luogo troppo… insignificante.-

Zara sentì il sangue gelarsi nelle vene. La provocazione era evidente, e conosceva Edrin da poco, ma abbastanza da sapere che la sua pazienza non era infinita. Il cavaliere fissò la Contessa per un lungo momento, il suo sguardo diventando ancor più freddo, come se valutasse se la sua prossima parola sarebbe stata un affronto o una minaccia. -Trovo che ogni luogo abbia il suo scopo, Contessa,- disse infine, la voce che sembrava tagliare l'aria come una lama. -e non mi lascio distrarre dalle decorazioni o dalle convenzioni. Sono qui per assicurarmi che i miei doveri siano compiuti, non per intrattenermi con giochi di parole.- Il silenzio che seguì fu palpabile, come se l'intera sala avesse trattenuto il respiro. Zara, sentendo l'imbarazzo e la tensione salire, non poté fare a meno di reagire. Senza distogliere lo sguardo dalla Contessa, mosse rapidamente il piede sotto il tavolo e lo batté contro quello di Edrin, con una forza che parlava chiaramente: Fermati.
Edrin sentì il colpo e, per un attimo, la sua espressione mostrò una leggera sorpresa. Tuttavia, non fece nulla per rispondere al gesto, mantenendo la sua posizione rigida e distaccata. Zara, nel frattempo, cercò di recuperare la situazione, il suo sorriso tornando forzato ma gentile. -Ser Edrin è un uomo di poche parole, ma di grande azione.- intervenne Zara, cercando di stemperare la tensione. -La sua presenza qui è un segno della nostra volontà di proteggere ciò che è giusto e di costruire alleanze che possano garantire la pace. Questa serata non è solo un banchetto, ma un’occasione per rafforzare legami che ci aiuteranno tutti.- La Contessa Adelina, con un’espressione ormai priva di sorriso, annuì lentamente. -Sì, certo, Zara. È importante che tutti comprendiamo il valore di queste alleanze.- Edrin rimase in silenzio, il suo sguardo che si spostava nuovamente sul piatto davanti a lui, mentre la conversazione riprendeva un tono più formale. Sotto il tavolo, il contatto tra i piedi di Edrin e Zara si interruppe, ma il messaggio era stato chiaro. Zara aveva saputo prendere in mano la situazione, ma non senza un costo.La cena proseguì, ma l’atmosfera rimase tesa. Edrin, pur avendo accettato di moderare il suo tono, sapeva che quel banchetto era solo una tregua temporanea, un gioco di apparenze che sarebbe finito presto. Zara, invece, sentiva il peso della responsabilità crescere, consapevole che ogni mossa era fondamentale per il futuro della sua casata. Quando le portate finali furono servite e la musica iniziò a suonare in sottofondo, i pensieri di tutti si rivolsero alle alleanze e ai futuri incontri, sapendo che dietro ogni parola detta e ogni sorriso scambiato, si celavano intrighi e potere.

Edrin si fermò sull’uscio della stanza, la porta si chiuse alle sue spalle mentre la luce soffusa delle candele illuminava le pareti. Zara, in piedi accanto alla finestra, era avvolta nella luce lunare. La tensione tra di loro era ancora palpabile, ma c'era un nuovo accordo non detto nell'aria.
-Non era mia intenzione mettervi in imbarazzo.- disse Edrin, con tono formale e controllato, la voce bassa ma priva della freddezza che aveva mostrato durante la cena.

Zara si girò lentamente, incrociando il suo sguardo con quello di Edrin. -Non mi hai messa in imbarazzo, Edrin,- rispose con un filo di voce, cercando di mantenere la sua compostezza. -ma la tua arroganza potrebbe costarci caro, se non impari a gestirla.-

-Vi assicuro che ero sincero.- ribatté Edrin, mantenendo un'espressione impassibile. -Non cerco di essere cortese con chi potrebbe sfruttare la mia fiducia.-

Zara strinse le braccia al petto, erigendo una barriera tra sé e il cavaliere. -Non è sempre questione di sincerità, ma di diplomazia. Qui, ogni parola può diventare un’arma.-

Edrin fece un passo avanti, avvicinandosi a Zara ma mantenendo una distanza rispettosa. -E voi, Zara, avete imparato a usare bene quelle armi. Ma non ho intenzione di combattere contro di voi.-

Zara abbassò lo sguardo per un istante, poi lo rialzò, più decisa. -Elisabeth… è ancora fragile dopo tutto quello che è successo. Se siamo davvero alleati, come spero, dovrai fare uno sforzo per capirlo. E io… dovrò fare lo stesso.-

Edrin la osservò a lungo, valutando attentamente le sue parole. -Lo farò,- disse infine, la voce più morbida ma ancora ferma. -ma sappiate, comandante, che non sono qui per giochi di corte. Sono qui per proteggere chi è sotto la mia responsabilità.-

Zara annuì lentamente. -Anch’io, Edrin. Anch’io.-

Il silenzio che seguì fu carico di significato, un’intesa tacita che iniziava a formarsi tra di loro, basata su una comprensione reciproca ancora fragile, ma potenzialmente solida. Zara si avvicinò alla finestra e guardò fuori, verso la luna che illuminava debolmente i contorni degli alberi.

-Resta per la cerimonia domani. Sarà importante per il futuro di questo villaggio… e per la nostra collaborazione.-

Edrin si avvicinò a lei, fermandosi a un passo di distanza. -Rimarrò. Ma solo se mi promettete che mi direte sempre la verità.-

Zara lo guardò, un leggero sorriso affiorò sulle sue labbra. -D’accordo. Verità per verità.-

Edrin annuì, accettando il patto. Si voltò per andare verso la porta, quando da dietro, Zara lo rimproverò: -Smettila di darmi del lei!- Esclamò, Edrin senza voltarsi annuì, poi, senza altre parole, si voltò e si avviò verso la porta, lasciandola sola con i suoi pensieri, sapendo che il giorno seguente avrebbe segnato un nuovo capitolo nella loro alleanza e forse nel destino di entrambi.

Rebel Knight-Cavaliere RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora