Rebel Knight-Cavaliere Ribelle

Capitolo 11

Dopo la conversazione, Edrin lasciò la stanza di Zara con un ultimo sguardo. La sua mente era affollata di pensieri, ma la sua espressione rimaneva impassibile.

Camminando attraverso i corridoi ormai deserti del castello, il suono dei suoi stivali riecheggiava sulle pietre, mentre il peso delle responsabilità e delle promesse appena fatte gravava sulle sue spalle.

Nel frattempo, Zara rimase accanto alla finestra, guardando fuori verso la notte. La luna era alta nel cielo, e un sottile strato di nebbia copriva il villaggio sotto di lei, rendendo l'atmosfera eterea. Il suo sorriso si spense lentamente, sostituito da un'espressione seria. Sapeva che la cerimonia del giorno seguente sarebbe stata cruciale, non solo per la sua gente, ma anche per la fragile alleanza che stava cercando di costruire con Edrin e i suoi compagni.

Poco dopo, nel silenzio della notte, Zara si mosse verso il camino, dove una piccola fiamma ardeva ancora. Le sue mani si strinsero intorno alla stoffa della veste mentre rifletteva sulle parole di Edrin. Le dinamiche di potere, la fiducia e la necessità di proteggere coloro a cui teneva stavano diventando sempre più intricate.

La notte scivolò lentamente, finché l’alba non iniziò a tingere il cielo di sfumature rosate. Nel villaggio, il suono delle campane svegliò gli abitanti, segnalando l’inizio di una giornata importante. Il castello si animò di attività, mentre servitori e soldati si preparavano per la cerimonia. Edrin e i suoi compagni si erano radunati nella loro stanza, preparando le armi e le armature, nonostante l’evento formale.

-Cosa pensi di Zara?- chiese Thorin, mentre controllava la spada.

-È forte e determinata,- rispose Edrin senza alzare lo sguardo dai propri preparativi. -ma è anche una leader sotto pressione. Dobbiamo stare attenti.-

Rowan annuì in silenzio. -Pensi che ci sia qualcosa di cui non ci ha parlato?-

Edrin rifletté per un momento. -Forse. Ma per ora, dobbiamo concentrarci sulla cerimonia e sui possibili pericoli.-

Più tardi, nella grande sala del castello, gli ospiti iniziarono a riunirsi per la cerimonia. La famiglia con cui Zara doveva stringere l’alleanza, i Varyn, erano appena arrivati, accolti con tutti gli onori. Adelina, la matriarca della famiglia, avanzava con grazia, vestita con abiti riccamente decorati. Al suo fianco, il figlio maggiore, Lord Jon Varyn, un uomo dallo sguardo severo e dalla presenza imponente.

Zara, vestita in un abito cerimoniale di un blu profondo, li accolse con la cortesia che la situazione richiedeva, ma c’era un’ombra di tensione nei suoi occhi. Edrin la osservava da una certa distanza, attento a ogni dettaglio.

Quando la cerimonia ebbe inizio, con discorsi formali e scambi di doni simbolici, tutto sembrava procedere senza intoppi. Ma Edrin, seduto accanto a Zara, non poteva fare a meno di notare i piccoli gesti, i sussurri tra i nobili e la maniera in cui alcuni guardavano Zara con una velata sfiducia.

Durante il banchetto che seguì, Adelina si rivolse a Zara con un sorriso affabile. -Zara, mia cara, sembra che tu abbia tutto sotto controllo qui. Ma mi chiedo... cosa ne pensa il vostro cavaliere della nostra alleanza?-

Zara si irrigidì leggermente, consapevole dello sguardo di Edrin su di lei. Prima che potesse rispondere, Edrin intervenne con la sua solita freddezza. -La mia opinione conta poco in una questione così delicata, Duchessa Varyn. Sono qui per garantire la sicurezza e l’onore di coloro che mi hanno permesso di riposarmi e di mangiare buon cibo, non per giudicare le alleanze politiche.-

Il tono di Edrin era educato ma distaccato, e la Duchessa inclinò leggermente la testa, come se stesse valutando le sue parole. Zara, sentendo l’imbarazzo montare nella stanza, cercò di intervenire con diplomazia. Ma prima di poter dire qualcosa, batté leggermente il piede contro quello di Edrin sotto il tavolo, un gesto quasi impercettibile ma abbastanza forte da fargli capire che doveva moderare il suo tono.