Capitolo 2

10 3 0
                                    

13 Dicembre 1152

La luce del sole filtra attraverso le finestre delle case di Elantor, proiettando ombre delicate sui pavimenti. Il regno è immerso in una tranquillità quasi surreale, con il vento che accarezza dolcemente i giardini e i canti degli uccelli che riempiono l'aria. I cittadini passeggiano serenamente nelle strade, ignari del pericolo imminente.

La pace, però, sta per essere infranta. All'improvviso, il cielo azzurro si oscura, mentre nuvole nere si addensano all'orizzonte. Un suono lontano, inizialmente appena percettibile, comincia a farsi sempre più forte: il rumore di tamburi di guerra e il clangore delle armi. Gli sguardi preoccupati si sollevano verso il cielo, e un senso di ansia comincia a diffondersi tra gli abitanti.

Il re di Elantor, Sir.Alaric, è nel suo studio quando il suo cavaliere di fiducia irrompe ansimante, con notizie terribili.
-Majestà, l’esercito del Regno di Naramor è alle porte! Hanno marciato sotto la bandiera di Valtoria e sono già a pochi chilometri dal castello!-

Le trombe suonano l'allerta e il castello di Elantor si trasforma rapidamente in una fortezza in preparazione per la battaglia. Le truppe di Elantor si schierano in difesa, mentre gli archi e le balestre vengono preparati.

Dall'altra parte, l’esercito di Naramor, massiccio e minaccioso, avanza con una determinazione implacabile. La bandiera di Valtoria sventolante sopra di loro, sembra che la terra stessa tremasse al loro passaggio. Le loro armature scintillanti, e i cavalli scalpitavano impazienti.

Quando l'attacco inizia, l’aria si riempie di grida di guerra e del rumore delle armi. Le mura di Elantor vengono investite da una pioggia di frecce e i soldati nemici iniziano a scalare le fortificazioni. L'atmosfera si tinge di un rosso infernale, e le fiamme cominciarono ad ardere tra le case e i campi.

Sir.Alaric, in cima alla torre, osserva il suo regno cadere preda dell’assalto. I suoi occhi si riempiono di determinazione e disperazione. Sa che, nonostante la forza e il coraggio dei suoi uomini, il destino di Elantor era appeso a un filo sottile. L'unica speranza era andare lontano.
La luce della tranquillità che un tempo aveva avvolto il regno era ora sostituita dall’oscurità della guerra.

Edrin era sul suo lettino,che stringeva il suo giocattolo.

-Vieni Edrin!-
Urla la madre con la sorellina in braccio e le lacrime agli occhi.
Escono dalla casa che subito dopo prende fuoco,e iniziano a correre.
Si voltava continuamente.Ha solo nove anni, e fino a quel momento, la guerra è stata una realtà lontana, fatta di storie raccontate dai vecchi davanti al fuoco. Ma questo giorno, le storie diventano realtà. Gli uomini del villaggio tentano un'ultima resistenza disperata, brandendo vecchie spade e forconi, mentre le donne e i bambini fuggono verso i boschi. La madre di Edrin lo teneva per mano, stringendolo forte, e corre con lui verso la foresta. Il rumore delle urla e dei metalli che si scontrava riempie l'aria, mescolandosi al fumo che iniziava a salire dalle case in fiamme.
-Mamma, ho paura!-
grida Edrin, con le lacrime agli occhi.
-Non ti preoccupare, Edrin, andrà tutto bene. Devi solo correre, non fermarti per niente al mondo.-
risponde sua madre, cercando di mantenere la calma nella sua voce tremante.
Il bosco sembra un labirinto oscuro e minaccioso, ma è la loro unica speranza. Corre al fianco della madre, il cuore che batte all'impazzata. Ad un certo punto, però, si ritrovano separati, spinti in direzioni diverse dalla folla in fuga. Edrin, solo e spaventato, si ferma per un momento, cercando di orientarsi.Il suono di cavalli galoppanti e di voci minacciose si avvicina. Senza pensarci due volte, Edrin si infila tra i cespugli, cercando di nascondersi. Trema di paura, sentendo il cuore battere forte nelle orecchie. Può vedere attraverso le foglie i soldati nemici che passano a cavallo, i loro volti duri e implacabili. Attende, trattenendo il respiro, finché il rumore dei cavalli si affievolisce. Solo allora si azzarda a uscire dal suo nascondiglio. Cammina per ore nel bosco, chiamando piano il nome di sua madre, sperando di trovarla. Il buio della notte lo avvolge, ma continua a camminare, spinto dalla disperazione e dalla speranza. Alla fine, sfinito, si accascia sotto un grande albero. Le lacrime scendevano copiose sulle sue guance, e il pensiero della madre lo tormentava. Ma proprio quando la disperazione stava per sopraffarlo, una mano gentile si posò sulla sua spalla.
-Ehi, piccolo, sei tutto solo?-
La voce era calda e rassicurante.Edrin alzò lo sguardo e vide un uomo giovane,con un'armatura scintillante nonostante le macchie di sangue, con occhi gentili e un sorriso rassicurante.
-Vieni, ti porterò in un posto sicuro.-
Lo solleva con facilità e lo porta all'accampamento dei sopravvissuti nascosto tra gli alberi. Lì, Edrin trova cibo, acqua e un letto caldo.

22 Dicembre 1161
9 anni dopo...

Il sole sorge alto sopra le torri ricostruite di Elantor, riflettendo la sua luce dorata sulle pietre bianche delle mura. Il regno, un tempo devastato dalla guerra, sta rinascendo dalle sue ceneri. Ovunque, uomini e donne lavorano instancabilmente, ricostruendo case, coltivando i campi e restaurando la grande fortezza che dominava la capitale. Il suono dei martelli e il vociare dei mercati riempie l'aria, un segno che la vita sta riprendendo il suo corso. Nel cortile d'armi del castello, un gruppo di giovani soldati si prepara per la cerimonia di promozione. Tra di loro c'è Edrin, un ragazzo di appena diciotto anni, con lo sguardo fiero e determinato. Da quando era stato accolto nei ranghi dell'esercito di Elantor, aveva dimostrato grande abilità e coraggio, guadagnandosi il rispetto dei suoi superiori e dei suoi compagni. Il comandante Raegar, un veterano della guerra che aveva portato Elantor alla rovina e poi alla rinascita, osserva i giovani con un'espressione seria. È un uomo dal volto duro, segnato dalle battaglie, ma nei suoi occhi si legge una scintilla di orgoglio mentre si avvicinava al gruppo.
-Edrin,- chiamò Raegar, facendo un passo avanti. Il giovane si fece avanti con sicurezza. Nei suoi occhi si leggeva orgoglio ed emozione.
-Ti sei distinto tra i tuoi compagni,- dice Raegar, la voce che risuona forte nel cortile.
-Non solo per le tue abilità in battaglia, ma anche per la tua dedizione e il tuo spirito indomito. Oggi, il regno di Elantor ti riconosce per ciò che sei: un guerriero vero, pronto a difendere la sua terra e la sua gente.-
Con queste parole, Raegar si avvicina a Edrin, consegnandogli una nuova spada, simbolo del suo avanzamento al grado di soldato. La lama brilla al sole, e quando Edrin la prende, sente un'ondata di caldo al cuore, sua madre era vicino a lui.
-Da questo giorno, non sei più una semplice matricola,- continuò Raegar.
-Sei un soldato di Elantor. Porta con onore questo titolo, e ricorda sempre che la forza di un uomo si misura non solo con la spada, ma con il cuore.-

Edrin annuì, stringendo la spada con fermezza.
-Giuro di servire Elantor con onore e coraggio,- rispose, la voce ferma e chiara.
Un applauso scoppia tra i soldati e gli abitanti che si erano radunati per assistere alla cerimonia. Edrin si volta verso il re, Sir.Alaric, che gli sorride. Mentre il comandante Raegar gli appoggia una mano sulla spalla, Edrin capisce che quel momento segnava l'inizio di una nuova era, non solo per lui, ma per tutto il regno. Con il cuore gonfio di emozione, Edrin alza lo sguardo verso il cielo limpido sopra Elantor. Il regno si stava ricostruendo, e anche lui, come il suo paese, era pronto a rinascere, più forte e determinato di prima.

Rebel Knight-Cavaliere RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora