Lacrime e infanzia

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"Nathan, non smetterò mai di dirtelo, sei un vero coglione." Izuku e il castano stavano discutendo a casa del verdino, cercando di trovare una soluzione al problema, "Izu, lo so, ok? Puoi dirmelo tutte le volte che vuoi ma la situazione non cambia, se vuoi aiutarmi almeno cerchiamo di trovare un modo per farmi perdonare. Dio, non riesco a credere di essere stato così stupido. Lho fatto soffrire il doppio..." si portò una mano sugli occhi nascondendo gli occhi lucidi.
"Ehi, ehi, ehi, calmo, sistemeremo tutto, va bene? Pensò che voi dobbiate solamente parlare, credo che dovresti andare da lui ed essere sincero, scusarti, dirgli che sei stato un coglione e che avevi interpretato male la situazione. Ma soprattutto per averlo escluso dalla tua vita senza neanche dargli la possibilità di spiegare. Magari gli servirà un po' di tempo per metabolizzare la cosa, ma alla fine ti perdonerà" accarezzò con dolcezza la schiena del suo amico, che ormai singhiozzava in lacrime, e lo abbracciò tenendo la sua testa contro il suo petto "I-Izuku... I-io... lho l-lasciato da solo... s-sono una persona o-orribile..."
"Forza, va tutto bene, non sei una persona orribile, hai solo capito male."

Rimasero lì per un po', mentre la casa si riempiva di singhiozzi sommessi e odore si ramen istantaneo, che il verde aveva preparato per tutti e due in attesa che il suo amico si calmasse.
Alla fine, Nathan mangiò con calma e, una volta finito, si alzò, quasi in religioso silenzio, ringraziò Izuku della cena, dicendogli che il giorno seguente, in pausa pranzo, sarebbe andato da Jake e avrebbero parlato, poi se ne andò prendendo in prestito un ombrello e si incamminò verso casa sotto la pioggia battente.

...

Bakugo invece stava cucinando, tagliava velocemente le zucchine mischiandole alle cipolle e facendole cuocere in padella, degli spaghetti andavano in pentola nell'acqua bollente.
Una volta li faceva "all'americana", come tutti nel mondo, ma poi aveva incontrato un amico di origini italiane, Marco, che appena gliel'aveva visto fare aveva dato di matto, sgridandolo quasi con gli occhi da satana, poi gli aveva insegnato a cucinarli come si deve. E il biondo doveva ammettere che:
1. Era molto più veloce, mettendo subito gli spaghetti nell'acqua ci metteva più di mezz'ora, invece adesso ci metteva al massimo un quarto d'ora.
2. Erano decisamente più buoni e cotti meglio.
E lui ancora si chiedeva come aveva tu
tto prima di scoprirlo.

Li scolò velocemente nel lavandino e ci aggiunse il sugo al pomodoro, rigorosamente fatto da lui, poi li impiattò e mise un po' di formaggio (altro insegnamento dell'amico). In un piatto a parte mise le zucchine e mangiò.

Adorava cucinare, era rilassante e dava modo di pensare, e poi, lui amava mangiare, era un buongustaio e gli piaceva provare i sapori di tutto il mondo.
Ma ancora non aveva trovato qualcosa migliore del ramen piccante col peperoncino (almeno per lui).

Lui aveva un sogno segreto: andare in Italia.
Si diceva che quella fosse la patria della cucina in sè, dei sapori più disparati. E poi, voleva provare il peperoncino calabrese, era convinto che non fosse così piccante come dicevano. Inoltre voleva assaggiare tutti quei piatti di cui gli aveva parlato Marco, come la carbonara, gli arancini, le frittatine di pasta... quanta roba che voleva provare.

Era tutta una vita che si sentiva dire che lui era il migliore, che era un prodigio, ma purtroppo l'essere un talento non gli aveva mai permesso di svagarsi davvero: non poteva bere eccessivamente, al massimo un bicchiere di vino, non poteva rischiare di farsi male, e le vacanze erano quasi prestabilite, quindi non aveva neanche mai avuto il tempo materiale di fare quel tour dei suoi sogni.
Da quando era piccolo, da quando aveva scoperto il suo talento, tutti continuavano a dirgli cose come:
"Bakugo, sei un prodigio, non puoi permetterti le comuni distrazioni dei tuoi coetanei",
"Katsuki, impegnati di più, sei sempre distratto" oppure
"Ti ho detto di no! Devi fare allenamento, non puoi andare a quella festa!"

Ma quanto si può essere soli in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora