Principessa

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Chi diavolo si aspettava di trovarlo lì? Sicuramente non Izuku, che, appena vide il biondo, quasi ci rimase secco.

"Oh, ciao deku, come va?"
"Che ci fai tu qui?!" Esclamò il verdino, con la voce un pò più acuta del normale.

Il biondo si avvicinò e gli si piantò a pochi centimetri, Izuku si rese conto che gli arrivava a malapena al petto, osservò forse con troppa insistenza le braccia muscolose incrociate sopra ai pettorali gonfi e messi in risalto dalla maglia attillata.

"Ti ho fatto una domanda, e poi non mi pare il modo più educato di rispondere, Deku"
La voce profonda fece quasi tremare le gambe al verde, che, mortificato, cercò di scusarsi
"Scusami, scusami. C-comunque sto bene, e tu?"
"Bene, era difficile?"
"N-no..." abbassò gli occhi e mise le mani dietro alla schiena torturandosele sentendo già le lacrime formarsi agli angoli delle palpebre per la vergogna.
"Ehi, ehi, ehi. Stavo scherzando, ricciolino. Calmati. Comunque, vengo qui a scuola, altrimenti perchè dovrei essere qui?"
Il verdino sollevò lo sguardo meravigliato e guardò il viso del biondo, adesso steso in un sorriso impertinente.

Dall'altra parte Bakugo si era ritrovato con un piccolo scricciolo dagli occhioni grandi, verdi e lucidi che lo guardava dal basso in un misto tra felicità e stupore.
Cristo, ma come diavolo fa a sembrare così piccolo?
Dovette distogliere lo sguardo, anche se quel bambino stava mettendo a dura prova il suo autocontrollo.
Gli piacevano i ragazzi, non era stupido e lo aveva capito da tempo, da quando alle superiori si era preso una bella sbandata per un suo compagno di classe, che, a dir la verità, aveva scoperto poi che giocava nella stessa squadra di Izuku.

Ma, diavolo, quel cespuglietto verde era... particolare.
Non era neanche così stupido da non capire che all'altro non gli era di certo indifferente, lo guardava con adorazione e lo aveva beccato un paio di volte a fissarlo in palestra.
Anche se, doveva ammettere, la cosa non gli dispiaceva: Izuku era un ragazzo molto carino e simpatico, magari ci avrebbe potuto provare.

"Vuoi assistere anche tu alla lezione del prof. Tushina?" Il biondo cercò di cambiare argomento
"Oh, si! È un esperto di scienze motorie ed è molto interessante!" Esclamò come se d'improvviso fosse rinato, con un tale entusiasmo che Bakugo dovette si allontanò di qualche centimetro per non rischiare di rimanerne folgorato
"Quanto entusiasmo! Com'è che sei così energico di prima mattina?"
"È che era da molto che volevo venire ad una sua lezione e questa è la prima volta, e poi la mattina generalmente sono molto energico, non so perchè visto che non dovrebbe essere così"

"Perché non dovrebbe?"
Izuku si paralizzò, si rese conto dell'errore che aveva commesso e istintivamente sgranò gli occhi. Cercò alla velocità della luce una scusa
"B-bhe, perché nessuno è energico la mattina generalmente, no?"
"A me non dispiacciono le persone che non fanno parte del generalmente"

Il verdino arrossì vistosamente e abbassò il viso di nuovo,
"G-grazie... credo"
"Non c'è di che, comunque, ti volevo fare una domanda: oggi pom-"
Il biondo fu interrotto dal rumore della porta che si apriva e dagli schiamazzi degli studenti che entravano in aula.
Un velo di scocciatura ricoprì il volto di Bakugo, che alla fine disse soltanto "Adesso dobbiamo andare a sederci, parliamo dopo, ok?"

Bakugo si sedette al banco dietro ad Izuku e cercò di ascoltare, ma, inevitabilmente, non ci riuscì.

Volevo chiedergli di uscire, ma perchè queste dannate comparse devono entrare sempre nei momenti sbagliati?
Ad un tratto gli apparve il volto del verdino mentre, scioccato, gli rispondeva che si, sarebbe venuto allappuntamento.
Lo immaginò guardare un film con lui al cinema, andarci fuori a cena, rimanere a casa accoccolati mentre lui lo prendeva in braccio.

Ma quanto si può essere soli in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora