3.

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Gabriel

Mi guardo intorno, decisamente annoiato, mentre le persone che fino a poco fa affollavano il parco si riversano verso l'uscita e il personale comincia a smontare la struttura in legno della passerella. Infilo le mani nelle tasche della giacca: nonostante sia aprile, a Tacoma fa ancora freddo. Conto i giorni che mi separano da un'estate a Tulum, prima di concentrarmi controvoglia sulle persone che ho di fronte. Kate, la migliore amica di Hazel, e il suo ragazzo, Elija, premed* come Cole, alla mia sinistra, il mio coinquilino e la sua ragazza alla mia destra. Kate parla ad una velocità probabilmente pericolosa, fa i complimenti ad Hazel per gli abiti della sfilata (una sua creazione, per la maggior parte), mentre quest'ultima annuisce e la ringrazia gentile ed in maniera quasi distratta, come se non facesse caso al fatto che Kate ha ragione: non conosco nessuno che abbia il talento di Hazel.

Cole la distrae per un attimo, la stringe al suo petto nemmeno avesse paura di perderla, circondandole la vita con le braccia mentre lei posa le sue mani sulle sue e per un attimo vengo accecato, per l'ennesima volta, dal diamante che porta al dito. Sono ben consapevole che il mio coinquilino ha passato almeno due anni a mettere da parte i soldi per comprare un anello del genere, perché sono anche ben consapevole che Cole è impazzito dal momento in cui ha conosciuto Hazel Fairfax.

Sono in due, dato che lei ha accettato di sposarlo ad appena ventun anni.

Eppure non sono affari miei, me lo ripeto ancora ed ancora: sono felice per Cole, penso che stiano facendo entrambi un'enorme, grandissima cazzata, ma sono felice per lui.

Distolgo lo sguardo solo per incontrare quello di una delle modelle dall'altra parte del parco, sta uscendo da una delle roulotte adibite a camerini. Accenna un sorriso, alza una mano per salutarmi e per un attimo mi chiedo se la conosco o peggio ancora, se ci sono mai andato a letto. Poi, la voce di Hazel mi costringe a concentrarmi nuovamente su di lei. «Non ci pensare neanche.» mi ammonisce furiosa.

Alzo un sopracciglio, sentendomi lo sguardo di Cole addosso in un chiaro tentativo di farmi lasciare in pace la sua ragazza. Quello che Cole non capisce, è che il mio passatempo preferito è fare incazzare Hazel. Sempre calma, sempre serafica nel suo mondo fatto di enormi anelli di fidanzamento, macchine da cucire e scampoli di tessuto. La osservo divertito, in un silenzio carico di aspettative, notando per l'ennesima volta come il suo naso coperto da piccole lentiggini si arriccia leggermente quando si arrabbia con me, le labbra solitamente piene si fanno sottili, gli occhi castano chiaro si socchiudono. È come guardare una versione più carina di Chucky.

Accenno un sorriso. «Le modelle sono off-limits ora?»

«Indossa ancora il vestito che lo ho praticamente cucito addosso.» risponde senza perdere un colpo. Noto Cole stringere la presa intorno alla sua vita quasi a trattenerla, le sue braccia coperte dai lunghi capelli biondo scuro della sua ragazza.

«Se gliel'hai cucito addosso, avrà bisogno di aiuto per toglierlo.»

«Gabriel.» sibila furiosa.

«In termini pratici, s'intende.»

«Stai alla larga dalle mie creazioni.»

«E dalle tue modelle?»

«Cole?» chiama il suo ragazzo, cercando tutto il supporto che può ottenere.

È minimo: Cole non risponde e all'istante Hazel si volta verso di lui, liberandosi della sua presa nel processo. «Che cosa vuoi che gli dica?» le chiede, pratico come sempre.

«Di non andare a letto con le mie modelle.»

«Elle...» Cole sospira, prima di scuotere leggermente la testa. Le sta dicendo di no, è un evento storico.

Like the DawnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora