Hazel
Mentre cucio l'ennesima minuscola perla sul tessuto scuro del vestito, un raggio di sole colpisce il mio anello di fidanzamento e per un attimo sono costretta a chiudere gli occhi che bruciano.
Oggi, il diamante, sembra aver raggiunto le dimensioni di una palla da golf.Sbatto le palpebre un paio di volte e mi rimetto a lavoro, il mio stomaco completamente in subbuglio al pensiero che finalmente, dopo quattro lunghissimi giorni, nel pomeriggio riuscirò a vedere Cole.
Il compleanno di Kate è stato un successo, è stato bello passare del tempo insieme alla mia migliore amica e Mia, è stato ancora più bello trascorrere il weekend a Sonoma insieme a mia mamma, al mio patrigno e a Sophie. Era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Tuttavia, nonostante la felicità degli ultimi giorni, è innegabile che la mia mente fosse fissa su un unico pensiero: Cole mi è mancato, più di quanto sia normale.È stata la prima volta in cui ci siamo separati da che mi ha chiesto di sposarlo, questo inverno. Non mi è piaciuto, e non vedo l'ora dell'ultimo anno per avere la certezza che saremo insieme, per sempre.
Sospiro, ancora una volta un'ondata di emozione mi colpisce in pieno, tanto da spingermi ad affrettarmi a finire il mio lavoro. Carol, la mia modella, immobile per paura che uno degli aghi infilati nel tessuto la punga, oggi è stranamente silenziosa, in maniera quasi inquietante. Di solito la devo pregare di fare silenzio per permettermi di concentrarmi.
«Ancora venti minuti e dovrei aver finito.»
«Okay.» sospira nervosa.
Sposto lo sguardo sul suo viso, sono costretta ad alzare la testa data la sua altezza. Non appena riesco a scorgere i suoi occhi, però, le mie dita si bloccano sull'ottantesima perla della giornata. «Stai bene?» le chiedo confusa. Carol annuisce, una chiara nota di preoccupazione nella sua espressione. Preoccupazione che, per qualche motivo, sembra essere concentrata sulla sottoscritta. Sgrano gli occhi. « Uno degli aghi è finito dove non doveva finire?» all'istante tasto il bustino del vestito, mortificata, ma Carol mi blocca. O per lo meno, il suono della sua voce che pronuncia il mio nome mi costringe a fermarmi.
«Elle.» sussurra suonando disperata. Sposto di nuovo l'attenzione su di lei, i suoi occhi lucidi mi lasciano di sasso. «Possiamo sederci un attimo?»
«Certo.» dico senza nemmeno pensarci. La conduco verso una delle sedie dello studio, ma dopo nemmeno un secondo mi rendo conto che è lei a condurre me, che per qualche motivo mi ritrovo costretta a sedermi mentre lei fa lo stesso e continua a fissarmi, le lacrime che le rigano il viso. «Carol, cos'è successo?» la prego nervosa. «Qualsiasi cosa sia puoi dirmela, posso aiutarti...»
«Non riguarda me.» mi interrompe scuotendo la testa. Corrugo la fronte, sempre più perplessa e, per un attimo, spaventata. «Non eri al campus questo weekend.»
«Ero in California.».
Carol si morde il labbro inferiore. «Hai visto Cole?»
«Come?»
«Cole, l'hai visto?»
«Lo vedo più tardi.» mormoro, ora preoccupata che gli sia successo qualcosa e non mi abbia detto niente per non farmi preoccupare. È stato parecchio evasivo questo weekend durante le nostre telefonate, tanto che per un attimo ho creduto che fosse ancora arrabbiato per il poco tempo passato insieme nell'ultimo periodo. Ho accantonato subito il pensiero: Cole non è così, non mi porterebbe mai rancore per una cosa tanto stupida.
«Conosci Vera?» se ne esce Carol riscuotendomi dai miei pensieri.
«La tua amica?» lei annuisce, io faccio lo stesso.
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Like the Dawn
RomanceNella vita di Hazel, l'unica vera certezza ed il più grande punto di riferimento è il suo fidanzato, Cole, conosciuto al primo anno alla Rosings. Hazel e Cole hanno in progetto di sposarsi appena finita l'università, e di cominciare a costruire la l...