secondo capitolo

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La mattina seguente, verso le 8:30, il campanello suonò. In casa c'erano solo Alex e suo cugino. Alex andò ad aprire la porta e si trovò davanti i poliziotti. Il cuore gli batteva forte, e una sensazione di paura e ansia lo pervase mentre deglutiva nervosamente.

"Signor Alex?" disse uno dei poliziotti.

"Sì, sono io," rispose Alex, cercando di mantenere la calma.

"Oggi dobbiamo portarla con noi per interrogarla e per farla testimoniare riguardo alla perdita di suo padre," spiegò l'agente con voce ferma ma gentile.

"Certo, signore. Vengo subito," rispose Alex, con un misto di determinazione e timore, mentre si preparava ad affrontare ciò che lo attendeva.

Il ragazzo preso dalla rabbia spinse il padre del ragazzo contro il muro e incazzato disse.

Me la pagherai per questa ,te lo prometto.
E questa che ti stia da lezione.

In un attimo prese il coltellino e in poco tempo lo confico al suo fianco

Spero tu senta dolore quanto ha sofferto mio padre

Hyun: improvvisamente, iniziò a sentirsi male. Il suo respiro divenne affannoso, e senza forze, si accasciò a terra. Alex, colto dal panico, corse immediatamente verso di lui per soccorrerlo.

"C-che succede? Perché fai così? È forse una messa in scena, mh?" chiese Alex, cercando di nascondere la sua preoccupazione dietro la rabbia.

Hyun, con il volto contorto dal dolore, riuscì a rispondere con un filo di voce: "No... non respiro, mi fa malissimo... Ti odio, ti odio con tutto me stesso, giuro."

Nel frattempo, il padre, colpito dal coltello, era crollato al suolo. I soccorritori arrivarono in fretta e furia, trasportandolo in ospedale. Due poliziotti si misero subito di guardia davanti alla porta della sua stanza, monitorando la situazione con attenzione.

In ospedale, dopo che Hyun era svenuto, Alex lo aveva portato in una struttura più lussuosa, dove i medici erano più esperti. Lo avevano subito portato in una stanza per fare tutti gli esami necessari, mentre Alex, ansioso, camminava avanti e indietro nel corridoio, cercando di capire cosa fosse successo al suo compagno di classe.

Dottore: "Oh, lei è un familiare?"

Alex: "No, dottore, sono il suo compagno di classe. Entrambi siamo maggiorenni. Come sapete, suo padre è in prigione e sua madre è morta. Ora ci sono solo io, quindi dica pure a me."

Dottore: "Allora, la situazione è un po' grave... Ha problemi cardiaci e se non lo operiamo subito potrebbe morire."

Alex: "Firmo io i documenti per l'operazione, non si preoccupi, ho abbastanza soldi."

In quel momento, Hyun, preso dal dolore e dalla paura, sussurrò: "Per favore, non lasciarmi solo. Ho paura, non ho più nessuno. Almeno tu, non andartene."

Alex prese la sua mano con dolcezza e la strinse. In quel momento, tutta la rabbia e l'odio che provava sembrarono svanire, come se in quel momento ci fossero solo loro due. Alex si sarebbe preso cura di Hyun e avrebbe pagato tutto, senza esitazione.

Alex: "Te lo avevo detto che eri drogato da tuo padre, e non mi avevi creduto... chissà quanta roba ti ha dato per ridurti così il cuore... Non posso vederti soffrire cosi, anche se ti odio da morire."

Alex sembra essere travolto da un misto di stanchezza, preoccupazione e dolore. Anche in un momento così difficile, mostra grande affetto e dedizione verso Hyun, rimanendogli vicino finché non si addormenta. La decisione di prendersi una pausa per organizzare i dettagli del funerale e parlare con i dottori dimostra la sua determinazione a mantenere il controllo in una situazione così caotica e stressante.

Ombre d'Amore: Quando l'odio unisce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora