La ragazza del Piper

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La folla era immensa quella sera. Un fiume in piena che si riversava all'interno del Piper. Solitamente a Carmilla non piaceva andare nei locali troppo affollati, soprattutto da quando Polidori e consorte erano arrivati in città per darle la caccia. Non avevano apprezzato l'intensa storia d'amore sbocciata tra la vampira e la giovane cugina Polidori. La fanciulla era stata rinchiusa in un convento in Scozia. Per Carmilla non sarebbe stato un problema farla evadere, ma Papino l'aveva illuminata sulla vera natura di quelle religiose: erano devote a Sant'Eurosia, martire spagnola che combatté fino alla morte contro l'invasione dei vampiri arabi nella penisola iberica. Il motivo per cui delle suore spagnole finirono in Scozia Carmilla non lo scoprì mai.

Carla desiderava vedere Jimi Hendrix più di ogni altra cosa e Carmilla adorava la passione contenuta in quelle quattro ossa iperattive.

Le ragazze di quest'epoca erano esuberanti e piene di vita. Desideravano l'emancipazione ma non erano ancora pronte ad ottenerla veramente.

Carla era frizzante, intelligente e  imprevedibile. Fu grazie alla sua presenza che Carmilla si ridestò dall'apatia che l'aveva colpita dopo la perdita dell'amata.

Carla intrecciò le dita con quelle gelide di Carmilla mentre si facevano largo tra la moltitudine di corpi sudati

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Carla intrecciò le dita con quelle gelide di Carmilla mentre si facevano largo tra la moltitudine di corpi sudati. Voleva assolutamente arrivare sotto il palco, nessuno avrebbe impedito la sua avanzata.

Un gruppo di bellocci  si parò loro davanti. Carla sospirò afflitta. Il figlio del giudice Nicola le ricordò, per l'ennesima volta, che una ragazza carina come lei non poteva girare da sola nei locali. Si propose, con la mano viscida che si appoggiava alla spalla di Carla, di fare compagnia ad entrambe.

Carmilla le si mise accanto. Non proferì parola. Li fissò con sguardo truce e istintivamente si ritrassero per poi scomparire tra la folla.

«Non so come fai, ma ogni volta rimango a bocca aperta» Carla accarezzò il viso dell'amica che le sorrise languida.

Carla avrebbe voluto assaporare quelle labbra carnose ma aveva paura delle emozioni che Carmilla le suscitava. Per la prima volta in vita sua il cuore le batteva forte solo a pensarla. Quando frequentava il barlafus,  il figlio del giudice, non aveva provato tali turbamenti. Neppure quanto l'aveva maldestramente baciata.

Il concerto stava per iniziare. Il suo cuore batteva all'impazzata. Erano esattamente davanti a Jimi! poteva sentire il profumo del suo corpo. La musica le vibrava nelle vene.

Per una frazione di secondo lui si piegò verso di loro e Carla gli sfiorò il braccio. 

Credette di svenire.

Per tutto il viaggio di ritorno non parlò d'altro con Carmilla. Descrisse quel momento un milione di volte, aggiungendo sempre più particolari.

Rideva nella notte.

Si sentiva viva come non mai.

Finché una coppia bloccò loro il passaggio. Erano in zona Castello, praticamente davanti a casa di Carla. Un bell'uomo con gli occhiali e la sua signora. Salutarono educatamente Carla e poi rivolsero la loro attenzione su Carmilla. Qualcosa nel loro sguardo non le piacque.

«Carmilla, è un vero piacere ritrovarci»

 «Conte Polidori, e signora, non mi aspettavo di incontrarvi qui» Carmilla lasciò il braccio di Carla pronta alla lotta.

«Credo sia più educato rivolgersi a me»

Carla seguì il suono per individuare da dove provenisse quella voce. Si spaventò quando si accorse che dietro di lei vi erano due uomini. Un rispettabile lord con... Carla cercò di guardare meglio l'oggetto che teneva in testa. Era...era una papera di gomma gialla. Accanto a lui un servitore indiano, almeno questo fu ciò che dedusse Carla ancora sconvolta dalla visione della paperetta di gomma.

«Papino» esclamò Carmilla preoccupata.

«Lui è... quest'uomo è tuo padre?» balbettò Carla cercando di distogliere lo sguardo dalla paperetta, inutilmente.

Carmilla annuì.

«Tesoro, lascia noi adulti a discutere di inezie e riaccompagna a casa la tua amica» Papino regalò un sorriso carico d'amore alla figlia «e ricordati di mangiare qualcosa prima di rientrare. Non è bene addormentarsi a stomaco vuoto»  

Carmilla strinse nuovamente il braccio della confusa Carla mentre si allontanavano dagli adulti. Sospirò afflitta. Le sarebbe piaciuto uscire ancora con lei, inebriarsi della sua vitalità, ma Papino aveva ragione.

Era giunto il momento di cenare.


(o^-')b traduzione:

 barlafus ➤ inutile. riferito ad una persona incapace, buono a nulla.

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