Il servitore chiude il portone dell'appartamento del suo signore nel preciso istante in cui rintoccano le campane.
Mezzogiorno. La ricerca delle informazioni nel dark web ha rubato più tempo di quanto avesse previsto. Yuvraj scende velocemente le scale e si trova fagocitato da una massa indistinta di persone.
Turisti.
Santa Maria alla Fontana è gremita di persone.
Sorride scuotendo il capo mentre si incammina verso la metro.
Se solo conoscessero la vera origine della leggenda dell'acqua miracolosa.
Carlo II d'Amboise era lo stimato governatore di Milano. Era un uomo virile. Un combattente. Eppure da qualche tempo soffriva di insonnia. Al mattino si sentiva debole e, cosa assai riprovevole, aveva dovuto interrompere l'ultima battuta di caccia a causa di un capogiro.
Aveva rifiutato anche la compagnia delle favorita del Re, Ippolita Fioramonte, che era divenuta sua amante. Le sue doti avevano conquistato persino lei, ma ora... ora temeva di non essere in grado di mantenere immutato il suo onore. Persino tra le lenzuola.
Affranto chiamò a colloquio privato, non un medico ciarlatano col fetish delle sanguisughe, ma Leonardo Da Vinci. Dopotutto lo stava mantenendo da qualche mese, oltre che creare opere, avrebbe anche potuto risolvere questo piccolo grave problema.
Fu così che gli venne consigliato di recarsi a una fontana particolare, sita nel cuore di Milano, dove si narrava che le sue acque potessero guarire ogni male.
Carlo II decise di avventurarsi in quei vicoli oscuri, saturi di puzza del popolino, accompagnato da due guardie fedeli. Non voleva che altri sapessero di questo suo tentativo.
Pieno di dubbi si inchinò a bere dall'ugello. Un solo sorso e si sentì rinvigorito.
Nel giro di una settimana aveva riacquistato tutte le sue energie.
Quel luogo andava protetto e venerato.
Mobilitò architetti e artisti e contattò il clero. Avrebbe costruito un santuario mariano a protezione della fonte.
«Leonardo, solo tu potevi trasformare la latrina del mio signore in un luogo sacro» Yuvraj entra nello studio del grande pittore, a cui può accedere liberamente a qualsiasi ora.
Leonardo sorride alzando il capo dai suoi schizzi «trovo assai divertente giocare in suddetto modo col loro intelletto»
Yuvraj libera uno sgabello dalla pila di fogli e si siede sbirciando il disegno.
«Ti sei dunque deciso a farmi da modello?» Leonardo fissa sul servitore uno sguardo carico di aspettativa.
Yuvraj scuote il capo. «Non sono interessato. L'anonimato mi permette di agire come meglio desidero. Diventare tuo modello significa aver addosso gli occhi carichi di cupidigia dei nobili»
«Il tuo corpo è un'opera d'arte, se solo potessi farlo mio» Leonardo sospira e torna a fissare lo schizzo.
Yuvraj non è del tutto certo che il Maestro desideri solamente ritrarlo. Sono anni che si conoscono ormai, il suo signore ama particolarmente le sue opere. L'arguzia dell'artista gli ha permesso di scoprire la loro vera natura. La cosa non disturba il suo signore. Anzi, ne è piacevolmente divertito.
Leonardo inoltre regala ad entrambi divertenti giochi col cibo. L'idea di circuire Carlo II, e farlo divenire il piatto principale del pasto del suo signore, è stata una sua idea. Come quella di interrompere gli spuntini notturni subito dopo la visita alla fonte.
Il suo signore ha proposto all'artista di divenire vampiro, ma egli ha educatamente declinato.
Yuvraj non lo ammetterà mai con Leonardo, ma sentirà la mancanza di quel genio quando cesserà la propria esistenza. Solo una persona ha compreso e accettato il suo animo contorto fino ad ora, e lui ha deciso di servirla per l'eternità. Leonardo, con la sua acuta intelligenza e discrezione, ha chiaramente dichiarato che non considera avverse le passioni di Yuvraj.
Lo ha accettato. E non solo. Gli dona esattamente ciò che lui anela.
Yuvraj non si eccita per un bel corpo. Non ha mai provato tali impulsi. Un tempo è stato sposato, come volevano i suoi genitori, e aveva avuto dei figli.
Era un condannato a morte quando conobbe il suo signore.
Aveva osato infrangere un grande Tabù.
Aveva disonorato le divinità del luogo.
Yuvraj provava piacere solamente quando distruggeva il divino. Credeva nell'esistenza di un essere superiore a cui tutti devono far riferimento, ma queste divinità costruite ad immagine e somiglianza dell'uomo le detestava. L'estasi che prova, quando riesce a distruggere questo costrutto mentale umano, lo esalta così tanto da portarlo all'orgasmo.
Il giorno in cui tutti i nobili e il clero si riunirono per l'inaugurazione del pisciatoio del suo signore fu l'ultima volta in cui provò un piacere così intenso.
Ancora oggi sente la mancanza di Leonardo.
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Fu Carlo II d'Amboise, dopo essere guarito grazie all'acqua della fonte, a volere nel 1507 la costruzione della Chiesa di Santa Maria alla Fontana.
Il progetto fu inizialmente attribuito a Leonardo Da Vinci, il governatore era suo mecenate, anche se poi si scoprì non esser vero.
Nei tempi antichi l'acqua proveniva da una fonte sotterranea alla base del santuario ma, a causa dell'incendio, la falda acquifera originaria si inquinò e la fonte venne chiusa. Attualmente dalla fonte fuoriesce comune acqua di rubinetto, proveniente dall'impianto idrico dell'acquedotto cittadino.
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Carmilla
FantasyCarmilla è una vampira. Si immaginate bene, ho preso spunto da Carmilla di Le Fanu. Come sarebbe la giovane vampira in una Milano dei giorni nostri? E se dovesse condividere la propria mente col demone della lussuria Asmodeo? Un racconto nato dalla...