7. Sei anche meglio

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-Jimin... Mi hai forse preso qualche cosmetico?
-no mamma cosa ti manca?
Chiedo sorpreso.
-un rossetto Lancome l'avevo appena comprato... L'avrò imbucato da qualche parte.
-io uso solo il Labello alla fragola mamma.
-Hai cenato tesoro?
-si ho mangiucchiato qualcosa.
Rispondo pilucchiando come buona abitudine dal suo piatto.
-Esci stasera?
-no non credo.
-devi studiare?
-no no non è per quello, mi sono già avvantaggiato sono pronto per l'esame. Riposerò un poco.
James è fuori?
Chiedo ricognitivo dato che resto a casa.
-mi ha appena chiamato sta arrivando, ha avuto delle emergenze stanotte ed è dovuto correre in ospedale, quell'uomo lavora troppo è un santo.
Mi alzo da tavola perché potrei risponderle in modo inappropriato e rientro in camera mia.
Mi butto malamente sul letto... Mi annoierò tutta la sera...sto quasi per assopirmi sono le 21... Quando il mio cellulare vibra...
Non riconosco il numero ma rispondo.
-eih...
Una voce profonda con un sottofondo di traffico mi risponde.
-chi sei?
Chiedo subito.
-ti va di bere qualcosa con me?
-chi sei?
-quello per cui ti tremavano le mutande ieri sera.
Risponde vago
-agente...
Lo riconosco quasi subito.
-Lei è un presuntuoso. E io non posso bere stasera... Domani ho lezione.
-ok pur di vederti posso rinunciare ad affogare nell'alcool... Nonostante ne avessi voglia non berrò e ti riaccompagnero' a casa presto cosa ne dici?
Ci penso un attimo ha 7 anni più di me... Ma è troppo figo... Ogni lasciata è persa dice Tae...
-non ci pensare troppo...
Aggiunge sospirando.
-ok ma solo per una chiacchierata non sono uno facile.
Dico infine.
-Jimin se avessi cercato uno facile sarei andato direttamente in un club non credi?
Tu sei uno facile almeno quanto io sono uno difficile perché lo sono molto meno di quello che credi.
Dammi l'indirizzo.
-Reuki n. 68 la casa quella grande in fondo alla via quella con quel grande cancello nero aspettami lì.
Metto giù e chiamo Tae mettendolo in viva voce mentre mi preparo meno male che la doccia l'ho già fatta.
-esco.
Esordisco
-e con chi? Mi bidoni? Avevi detto che saresti rimasto a casa.
Protesta subito Tae.
-con l'agente... Quello dell'altra sera lo strappa mutande... Quello figo.
Dico ridacchiando stupidamente.
-oddio... E come hai fatto?!
-mi ha chiamato lui Tae... Ti rendi conto! Mi ha chiamato lui... Sta venendo a prendermi.
Cosa mi metto?
-credo che resterai vestito per poco... Quindi non è importante.
Afferma Tae con voce severa.
-TaeTae
Lo esorto con voce bambinesca e affettuosa
-non sei tu che dici che ogni lasciata è persa.
Lo provoco mentre mi infilo i jeans e una canottierina nera elasticizzata con sopra un maglioncino con tanti bottoncini sul davanti lasciando gli ultimi aperti perché possa ammirare un po' della mia pelle diafana.
-si lo dico io... È vero...
Conferma sospirando.
Quando sali sulla sua auto mandami la targa e se vai a casa sua mandami l'indirizzo. Se non mi chiami dopo un'ora vengo là con tua madre.
Mi minaccia.
Lo saluto perché lui è qui fuori ho visto le luci arrivare attraverso le tende.
Mi spruzzo un po' di profumo, mi lavo i denti, una spazzolata ai capelli, leggero makeup agli occhi e l'immancabile labello.
Scendo piano le scale ma ahimè vengo beccato da mamma e James insieme che stanno per salire per andare a dormire.
-avevi detto che restavi a casa.
Protesta mia madre.
-sono le 22 è tardi per uscire.
Si aggiunge James fissandomi pericolosamente, sento il suo sguardo scendere sulla mia bocca lucida che considera sicuramente indecente, possibile che mia madre non si accorga di quanto è porco.
-vado ad una festa nella città universitaria dormo da Tae quasi sicuramente.
Faccio per uscire ma James mi prende per un avambraccio stringendolo, facendomi male... mia madre non se ne rende conto... con la scusa di porgermi i soldi del taxi.
-se non vuoi restare là prendi un taxi per rientrare ok? Non far stare in pensiero tua madre.
-James... Sei un tesoro pensi sempre a tutto.
Commenta lei. Poi rivolgendosi a me.
Mentre strappo di mano le banconote a James
-non bere non fumare ma divertiti tesoro mio.
Finisce mia madre.

Finalmente fuori mi massaggio l'avambraccio mi resteranno i segni delle dita... Quello stronzo non misura mai la sua forza.
Esco dal cancello nero e due fari mi illuminano... Rido come un cretino Jk mi ha spaventato.
Salgo a fianco a lui.
Ci guardiamo per alcuni secondi.
-si sei proprio come ti ricordavo.
Dice.
-tu... Sei anche meglio.
Rispondo spregiudicato.
Parte e mi lascio indietro tutto quanto...

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