15 solo uno sbaglio

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Tweek's pov:

Cammino verso casa; sto congelando, ma è normale visto che sono scappato senza nemmeno asciugarmi.

Ho lasciato Craig da solo nel lago.
Non posso credere a cosa sia successo pochi minuti fa.
Io e Craig.. quel bacio, quel dolce, avvolgente, passionale bacio!

Arrivato a casa mi faccio immediatamente una doccia calda e poi mi metto a letto cercando di prendere sonno, ma come posso dormide dopo quello che mi è successo?

Troppe cose, troppa pressione.
Perché IO? Mi piace Craig, non posso negarlo, ma perché sono così spaventato?
Perché Craig mi ha baciato? Ha appena chiuso con Vicky, spero che lei abbia trovato la persona giusta. Probabilmente Craig aveva bisogno di affetto, per questo mi ha baciato. Quel bacio non significa nulla e poi perché io devo essere gay?
Perché non un'altra persona? Io non riesco a mantenere questo peso: la società che ti denigra, l'omofobia e i diritti disuguali.
Io non posso sopportare tutto questo, io non sono in grado.
Sento troppa pressione.
Voglio essere solo il ragazzo invisibile della scuola, quello che se lo conosci la tua vita non cambia. Devo sempre finire in questi casini.
Ormai ci sono dentro e devo risolverli.
***
Il giorno dopo vado a scuola.
Sono stanco e anche se non ho voglia devo alzarmi e prepararmi per questa lunga giornata.

Fortunatamente riesco ad evitare Craig e tutti gli altri e ad arrivare in classe.
Rimango tutto il tempo attento: voglio impegnarmi al massimo e stare attento tutta la lezione.
Suona la campanella dell'intervallo e per quanto vorrei restare in classe ho bisogno di un caffè; così mi alzo e vado al bar.

Mentre sto tornando in classe con il mio caffè incontro Kyle

<Tweek! Oggi pomeriggio faccio QUELLA cosa per Price?> mi chiese.

<GAAAAAARHH. KYLE MI HAI SPAVENTATO!> dico, mentre metà del mio caffè è finito sul pavimento.

<scusa per il tuo caffè...allora? Lo facciamo?>

<oggi proprio no. Prima devo "recuperare i rapporti" con lui e poi non penso di essere ancora pronto psicologicamente> dico mentre bevo la mia bevanda calda.

<ok, quando te la senti chiamaci, noi saremo pronti con il telefono per fare il video.>

<ok, ci vediamo> dico facendo il saluto con la mano.

<ci vediamo>

Mi giro verso la mia classe per continuare a camminare, ma di fronte a me compare CRAIG! AAAARGGGG
CHE FACCIO? CHE FACCIO? CHE FACCIO?
TROPPA PRESSIONE, ANSIA, PAURA.

<Tweek, oggi non ti ho visto. Vogliamo parlare di ieri sera? Cosa ti è preso?>

<io..ecco... GAAARRRHH>

In questo momento suona la campanella.
Sono salvo da questa conversazione imbarazzantissima.

<scusa m-ma devo tornare in classe. Ci vediamo Craig>

<ok.. ne parliamo dopo>

<sisi...dopo...>

Corro via da lui. Non voglio ncontrarlo, non voglio affrontare l'argomento.
Ho bisogno di una pausa da tutto.
Mi siedo nuovamente al mio banco, ricomincia la lezione e lo studio.
Dopo queste ultime tre ore di pace, ricomincia l'inferno: è suonata la campanella. Mentre esco dalla classe sento qualcuno prendermi il braccio da dietro: Craig.

<GAAARRRHHH>

<oggi mi stai evitando?> chiede

<io.. sono di fretta. Devo andare>

<penso che dobbiamo parlare. Ora>

<Craig io->

<perché ieri sei scappato in quel modo?> chiede con un'area delusa.

<eravamo entrambi confusi. Nulla doveva succedere>

<Tweek.. non->

<tu ieri stavi solo cercando attenzioni. Sei stato appena lasciato, è comprensibile ma io sono la persona sbagliata.> dico mentre mi dirigo verso l'uscita.

Sto facendo la cosa giusta? Probabilmente no.
In effetti non so cosa sto facendo, ma so che ho bisogno di riflettere, di restare solo. Orami non mi capisco più, cosa mi succede? Perché ho queste reazioni? Vorrei tornare semplicemente a qualche mese prima. Tutto era semplice, io ero il solito Tweek.
Torno a casa. Non pranzo, non ho fame. Vado direttamente in camera mia a continuare il disegno a cui sto lavorando.
Mentre faccio scorrere il pastello colorato avanti ed indietro, sopra e sotto, penso alla mia omosessualità.
Forse dovrei dirlo a qualcuno, ma a chi? Craig? Assolutamente no.
Stan già lo sa, ma non è di grande aiuto;
forse dovrei dirlo ai miei genitori, loro potrebbero darmi una mano, ma chissà come la prenderebbero. Non hanno mai dato una loro opinione sull'argomento.
Potrebbero accettarmi o sbattermi fuori di casa da un momento all'altro.
Anche se il cuore mi dice di non farlo, è la scelta più logica.
Prima di andare giù a parlare dell'argomento, decido di fare una piccola ricerca su Google per capire l'approccio che devo usare. Ovviamente le informazioni che escono sono pressoché inutili.
Quando mi sento pronto vado nel salotto di casa, lì c'è mia madre seduta sul divano a guardare la TV, mio padre, invece, sta ancora lavorando al negozio.

<hey... mamma devo parlarti di una cosa..> dico tremolante

<Tweek, di cosa vuoi parlarmi?>

<tu... che ne pensi di due uomini che stanno assieme?>

<perché questa domanda?> chiede sospettosa

<vedi.. due miei amici stanno assieme, e volevo sapere tu che ne pensavi>

<io penso.. penso che chiunque sia libero di amare ciò che vuole. A me che fastidio possono dare due persone che si amano e sono felici l'una con l'altra?>

<hai ragione... mamma devo dirti una cosa>

<cosa?>

<mi piace molto un mio amico, sono gay>

<ow.. Tweek.. è... è strano ma.. sono felice che tu me lo abbia detto>

<sono molto confuso> dico singhiozzando

<è normale, cosa ti preoccupa?> mi chiede mentre mi stringe le mani

<perché io? Perché fra tante persone proprio io? Non voglio tutto questo! Io voglio essere "normale">

<tu sei "normale">

<io ho paura.. paura che tutto possa finire male. Paura di perdere il mio amico, la mia famiglia e la mia casa.> dico piangendo

<Tweek, calmati. Prendi un po' di caffè> dice mentre mi passa la tazza. <vuoi raccontarmi com'è questo ragazzo?>

<è Craig, è venuto al bar qualche volta. Ieri si è lasciato con la sua ragazza, ed in qualche modo abbiamo finito per baciarci. Io ero preso dal painco e sono scappato via>

<e ora? Avete parlato?>

<lui ha provato a parlarmi, ma io ho evitato continuamente l'argomento. Non voglio affrontarlo.>

<prima o poi dovrai farlo> dice mettendomi la mano sulla spalla

<io ho paura!>

<quando sarai pronto lo affronterai, non c'è fretta.> dice asciugando le mie lacrime <sai.. da quando hai iniziato la scuola mi sembravi più tranquillo, meno agitato>

<mi ha aiutato tanto..>

<da come ne parli penso che ti voglia bene>

<penso di sì, anche io gli voglio bene, anche di più>

<allora non fartelo scappare>

Mi fiondo su di lei per un abbraccio.
<grazie>

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