• CAPITOLO 2 •

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' Meredith '

Quando mi svegliai, sentii delle mani sotto la schiena.

Andai nel panico e sbarrai gli occhi.

In quel momento, una raffica di domande si scagliò sulla mia mente ancora mezza addormentata.

E questo chi cazzo è?

Perché mi sta tenendo in braccio?

Dove mi sta portando?

Perché è così dannatamente attraente?

Che intenzioni ha?

Così, iniziai a divincolarmi per farmi lasciare o cose del genere.

Il tizio mi lasciò cadere e il mio sedere sbatté per terra.

"Owww!" sbottai.

"Duncan Davies, al suo servizio Meredith Duxbury." mi porse la mano con un inchino teatrale e un sorriso sghembo stampato in faccia.

Afferai poi la sua mano e cercai di tirarmi sù, ma mi fece cadere nuovamente.

"Scherzo, non lavoro per le principesse" rise.

Non ci trovavo assolutamente nulla di divertente. E in più avevo tutte quelle domande da fargli.

Poi, ripensai un attimo.

Aspetta.

DUNCAN DAVIES?

Il figlio del capo della Mafia?!

Capii subito le sue intenzioni, ovvero farmi fuori all'istante, così ebbi nuovamente un attacco di panico, ma riuscii a calmarmi.

"Che cosa vuoi?" chiesi.

Pensai che quel suono uscisse dalla mia bocca un po' più determinatamente, ma la mia voce era equivalente a un debole bisbiglio in quel momento.

"Proteggerti. Solo questo, principessa."

Proteggermi?

Ma non dovrebbe uccidermi?

Mi alzai da terra e incrociai le braccia davanti al petto.

La mia confidenza sparì del tutto quando mi soffermai un attimo sulla sua altezza.

Era praticamente alto un metro e novanta, anche se dovrebbe aver avuto più o meno la mia età, dalle informazioni che avevo ricavato nel corso degli anni.

"Non dovresti essere nel tuo castello a prendere ordini su come catturare mia Madre?" chiesi, con nonchalance.

A quelle parole, il suo sguardo si incupì, e i suoi occhi azzurri come il ghiaccio si fecero più bui.

"Mio Padre mi ha cacciato." disse con una specie di smorfia che andò a formare un sorriso sbilenco.

"Quindi ora vuoi uccidermi per ripicca?" chiesi, terrorizzata dalla risposta, oppure no, visto che esisteva sempre l'opzione "bluff".

"No, ma dovrò controllarti per i prossimi mesi. Sai, mio Padre ha dei piani disgustosi che includono te e una macchina delle torture, e vorrei cercare di evitare che tu faccia quella fine" sospirò, come se non avesse appena detto una delle cose più scioccanti che io avessi mai sentito.

Il sangue mi si gelò nelle vene.

Cosa volevano da me?

Voglio dire, ok, sono la Principessa, ma non sono mica la Regina!

E poi, in ogni caso, lo sanno tutti che non conosco gli affari di mia Madre.

"Nel mentre, dovrò anche mettermi contro i miei alleati, perché ben presto la storia si complicherà. Verranno a cercarti dappertutto. Non ho idea del perché della loro vendetta, ma a questo punto mi interessa solo di fare un torto a mio Padre e proteggerti."

A quel punto, un forte mal di testa mi accecò la vista, e persi conoscenza ancora una volta.

' Duncan '

Riuscii a prenderla al volo prima di farla cadere sul pavimento.

Ora però qualcuno doveva spiegarmi che cazzo aveva, perché la storia cominciava a preoccuparmi.

Quando entrai dalla porta principale, una decina di minuti prima, Meredith non sembrava in una posizione molto studiata sul divano, in più non penso che si sarebbe mai addormentata lì in bella vista, sapevo che fosse più furba di così.

Glielo avrei chiesto il giorno seguente,
per ora dovevo portarla a letto.

Dopo averla riposta delicatamente sul letto al piano di sopra, presi una sedia e mi sedetti accanto a lei.

Non che mi importasse di lei, ma c'era la possibilità che qualcuno tentasse di rapirla nel bel mezzo della notte, quindi rimasi sveglio a osservarla, evitando così di chiudere occhio per ore e ore.

La mattina successiva, Meredith aprì gli occhi e una smorfia le apparve sul volto. Si prese la testa fra le mani e la strinse, in modo dolorante.

"Si può sapere che cazzo hai?" chiesi con un sorriso stampato in faccia.

"Buongiorno, eh.." mugolò.

"Hai passato le ultime nove ore a russare e ha lamentarti di cose assurde."

A quelle parole, i suoi occhi si spalancarono.

"Uhm.. ho dei problemi di ansia, che mi causano mal di testa e svenimenti improvvisi" spiegò, arrossendo leggermente per l'imbarazzo.

"A volte riesco a controllarli, ma non sempre. Scusa."

"Scusa per cosa?" risi. Non c'era motivo di scusarsi. E in più è da deboli, ma posso anche capirlo detto da una come lei.

"Per averti spaventato con le.. perdite di coscienza." disse, poi si prese tra i denti il labbro inferiore con aria preoccupata.

Risi spontaneamente.

La Principessa Meredith che si scusava con Duncan Davies.

Roba da pazzi.

Lei mi fissò con sguardo interrogativo.
"Lascia perdere." le dissi.

Ora però la situazione si complicò ulteriormente.

"Vatti a cambiare, non puoi uscire così. Penso ci siano degli abiti più neutri nell'armadio in salotto" dissi, osservando il suo vestito verde smeraldo composto da un corsetto e una gonna lunga e dettagliata.

"Dove andiamo?" chiese.

"Al villaggio comune. Dobbiamo trovare un nascondiglio migliore di questo. E che ti piaccia o meno, dovrai lavorare da qualche parte per guadagnarti da vivere, ovviamente sotto copertura. Scusa, principessa." dissi ironicamente.

Come risposta, lei sbuffò.

NOTA DELL'AUTRICE

Cosa ne pensate intanto di questi due capitoli?

Poi, volevo dirvi che nei prossimi capitoli cercherò di descrivere più cose rendendo tutto più dettagliato e lungo, tra paesaggi, emozioni, persone..

ovviamente non scriverò troppo perché sennò diventa noiosetto, ma il giusto.

Vi ringrazio ancora per il vostro tempo 💗

'Forbidden Love'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora