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"Devo dire che era molto buona la pizza" dissi mangiando l'ultimo trancio rimasto sul mio piatto.

"La fanno benissimo qua" mi rispose Jayla.

"Qualcuno ha pensato a cosa fare dopo?"  Domandò cambiando discorso Jaden.

"Gioco della bottiglia?" Domandò Violet guardando Jaden.

"Perché no" disse Jayla intromettendosi.

Non ero tipa da feste

Ma decisi comunque di unirmi a loro.

In tutta la serata, Javon non aveva spiaccicato parola, mangiava e guardava chissà cosa sul suo telefono.

Aveva esattamente il carattere che avevo previsto il primo giorno che lo vidi.

Introverso ma interessante.

La curiosità di sapere a cosa stesse pensando era alta, molto alta, ma mi sarei dovuta limitare ad immaginare.

"Javon ? Per te va bene?" Gli domandò Jayla.

Lui annuì debolmente.

Probabilmente non sapeva nemmeno di cosa stessimo parlando.

Finita la cena, sparecchiammo e dopodiché ci andammo a sedere sul divano.

"Chi inizia?" Domandò Violet.

"Io" disse Jay.

Fece girare la bottiglia e andò a finire su Javon.

"Tu e la persona che uscirà, dovrete andare in una stanza per 10 minuti"

Rigirò di nuovo la bottiglia e andò a finire su di me.

Cavolo.

"Andate" disse spingendoci verso le scale.

Entrammo nella stanza e sentì il rumore di chiave girare, il che significava che ci avevano chiuso dentro.

"Riguardo a quello che ti ho risposto prima, mi dispiace"

"Questo è quello che intendo"

"Cosa?"

"Sei strano, un giorno mi tratti di merda e l'altro sei comprensivo" gli dissi guardandolo.

Lui si zittì interrompendo il contatto visivo e guardando fuori la finestra.

"Anche io ero così" dissi iniziando un argomenti che non avevo ancora detto a nessuno da quando ero qui in Atlanta.

Lui portò lo sguardo verso di me.

Mi sedetti per terra e iniziai a parlare.

"Ero scontrosa e poco comprensiva verso le persone, odiavo tutti e non sopportavo nessuno, per un breve periodo nemmeno mia madre" dissi ridendo nervosamente.

Lui si sedette vicino a me guardandomi.

"Non avevo amici, ho avuto solo un fidanzato in tutta la mia vita, ma non lo definisco "il mio primo amore".
Non ho mai creduto nell'amore né tanto meno al "per sempre". Solo quando sono venuta qua, in Atlanta, ho capito cosa significava la parola amicizia."

"Quando mio padre morì, ero sola, tant'è che nemmeno mia madre sapeva come farmi approcciare alle  persone. Per questo dico che ti capisco, non è facile aprirsi con una persona, specialmente se quella persona sono io" dissi con una lacrima che tolsi subito dal mio volto.

"Perché lo stai raccontando a me?" Mi disse con fare dolce.

"Non lo so"

Dopo di questo, sentì il bisogno di appoggiare la mia testa sulla sua spalla.

Kiss me hard before you go // Javon Walton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora