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"Andiamo?" Dissi a Javon dopo che scesi dalla sua auto.

Lui annuì ed entrammo.

"Non avrai intenzione di seguire, giusto?" Mi domandò guardandomi.

"In realtà, si" gli dissi impaurita della sua reazione, in senso ironico.

"Livia Matson, ti pensavo diversa" mi disse facendo il finto arrabbiato.

"Diversa come?" Gli domandai guardandolo.

Lui scosse leggermente la testa e rise.

Dopo poco risi anche io.

Stavamo entrando nella classe, fin quando non mi fermò qualcuno.

"Ciao Livia" mi salutò Nathan.

"Non ora Nathan" gli dissi girandomi verso di lui.

"Andiamo" disse Javon prendendomi dal braccio e facendomi fuggire da quella situazione imbarazzante.

"Grazie" gli dissi guardandolo.

Lui mi sorrise e tirò fuori dal suo zaino il quaderno.

"Hai intenzione di seguire?" Gli domandai vedendolo scrivere.

"Faccio quello che fai te, da solo mi annoio" mi rispose continuando a copiare quello che c'era scritto alla lavagna.

"Scherzavo, facciamo quello che vuoi" gli dissi girandomi verso di lui.

Javon sorrise e alzò la mano.

"Posso andare in bagno?" Domandò al professore, subito dopo, quest'ultimo annuì.

"Seguimi" mi disse non prima di uscire dalla porta.

Dopo pochi minuti domandai la stessa cosa al professore e lui mi fece andare in bagno.

"Javon?" Dissi alzando leggermente la voce.

Lo vidi nel corridoio del bagno dei maschi.

"Che vuoi fare?" Gli domandai, lui uscì dal bagno e venne verso di me.

"Andiamo" disse prendendomi per la mano e iniziando a correre per il corridoio della scuola.

Spontaneamente mi venne da ridere.

"Perché ridi?" Mi chiese continuando a correre.

"Sono felice" gli dissi guardandolo.

Lui sorrise e prese le scale per andare al piano inferiore.

"Dove andiamo?" Gli domandai con ancora le mie mani avvolte alle sue.

"In palestra" mi rispose scendendo le scale.

Dopo pochi secondi arrivammo in palestra.

"Partita di basket?" Mi domandò guardandomi.

"Ci sto" gli dissi sorridendo.

Giocammo per una mezz'ora, ma solo dopo ci rendemmo conto che l'ora di matematica era passata.

"Javon , credo che dovremmo salire" gli dissi andando verso di lui.

"Andiamo" disse.

Salimmo ed andammo verso la classe di matematica.

"Non credevo che andare in bagno significasse andare in giro per la scuola all'insaputa del professore" ci disse il nostro insegnante non appena ci vide.

"Ci dispiace" dissi a nome di tutti e due.

"Siete sospesi per un giorno" disse il professore facendoci segno di andare verso l'uscita.

Andammo verso l'uscita molto seriamente, ma quando ci guardammo scoppiammo a ridere.

"Sospesi per un giorno, crede di farmi paura?" Dissi
la prima frase mimando la voce del professore.

"Mi sono divertito, grazie" mi disse sorridendomi.

"Grazie a te, non mi sentivo felice così da tanto tempo" gli dissi guardandolo a mia volta.

Lui mi sorrise ed andammo verso la sua macchina.

"Andiamo ad allenarci?" Mi domandò mettendo la chiave dentro la serratura della macchina.

"Certo" gli risposi, nel mentre mi misi la cintura.

Durante il viaggio cantammo diverse canzoni.

Javon era diventata una parte fondamentale per me e non riuscivo a capirne il motivo, insomma, fino a pochi mesi fa non lo sopportavo, perché era cambiato questo mio sentimento? Perché l'uscita di Nathan nella mia vita, aveva portato questo?

"A che pensi?" Mi domandò abbassando la musica.

"A nulla" gli risposi sorridendo.

Lui annuì e alzò nuovamente la musica.

"Come procedendo gli allenamenti per il tuo incontro?" Gli domandai interrompendo quel silenzio imbarazzante.

"Bene, grazie" disse

"A proposito, vorresti venire?" Mi domandò e potrei giurare di aver sentito un po' di imbarazzo nella sua voce.

"Certamente, non mancherò" gli risposi guardandolo e sorridendo.

Lui mi guardò per pochi secondi sorridendomi e poi rimise gli occhi verso la strada.

Dopo alcuni minuti arrivammo a casa sua.

"Come mai sei già qua?" Domandò Jessica a Javon.

"Niente di importante, noi scendiamo" disse a sua madre prima di scendere giù in palestra.

"Ciao Jess"

"Ciao Livia" mi salutò sorridendo.

"Dimmi la verità, perché siete arrivati a casa così presto?" Mi domandò e per quanto mi sforzassi, con Jessica non riuscivo a mentire.

"Beh, noi-"

"Livia, scendi?" Sentì urlare dal piano inferiore.

"Io vado" dissi a Jessica lasciandola in cucina.

"Che stavi facendo?" Mi domandò Javon , che nel mentre si era levato la maglia.

"Stavo parlando con tua madre" gli dissi.

Lui annuì ed iniziò ad allenarmi.

Skip time

"Sei migliorata" mi disse togliendosi i guantoni e bevendo dalla sua bottiglia.

"Sarà la rabbia repressa" gli dissi, bevendo anche io.

"Quello aiuta" mi disse guardandomi e ridendo.

Risi anche io.

"Te l'hanno mai detto che hai una bellissima risata?" Mi domandò guardandomi.

"Stavo per dire lo stesso di te, J"

Lui sorrise e guardò per pochi secondi il pavimento.

"Livia, ti fermi a mangiare?" Mi domandò Jessica, che era scesa per vedere a che punto fossimo.

"Se non è un problema, si"

"Sei sempre la benvenuta in questa casa" mi rispose Jessica sorridendomi, per poi salire e ritornare in cucina.

Kiss me hard before you go || Javon Walton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora