Morgana

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La donna, passandosi una mano tra i capelli corvini, parve godersi le espressioni dei loro volti, ma quell’attimo, per lei così piacevole, fu interrotto dalla ragazza italiana che proruppe in un grido. <<Stronzaaaa! Io non so chi tu sia, fottutissima psicopatica, e perché ci stai facendo tutto questo, ma non ho nessuna intenzione né di morire, nè di dirti un c....>> La sua voce si interruppe con un suono strozzato. Un gorgoglio usci dalla sua gola mentre la donna in nero, alzatasi dalla sedia, mosse alcuni passi versi di lei, con andatura lenta e sensuale. Il volto della ragazza divenne progressivamente paonazzo e a nulla valsero i suoi sforzi convulsi di liberarsi. Con orrore, i suoi compagni intuirono che la cinghia di cuoio che cingeva il suo collo si stava stringendo. Le vene le si gonfiarono , gli occhi parvero volersi fare strada al di fuori delle orbite, fin quando la loro aguzzina , giunta a pochi passi dalla sua vittima, disse, con tono autoritario: <<Basta così.>> Quelle semplici parole sortirono l’effetto immediato di arrestare il supplizio. La ragazza italiana iniziò a tossire disperatamente, con una tale violenza che il suo corpo parve incapace di rimanere intatto. La donna con i tratti orientali scoppiò in lacrime, mentre gli altri prigionieri non osarono nemmeno fiatare. <<Spero di aver chiarito a tutti voi che non sto scherzando>> fu il lapidario commento della donna in nero. <<Le vostre vite sono nelle mie mani. Vi invito pertanto a concentrarvi al massimo, senza ulteriori discussioni.>> Smith, ritrovando la parola a fatica, parlò con voce flebile. << Come ha fatto a farle questo? Ha forse un comando a distanza?>> <<Come vede, Mr. Smith, le mie mani sono libere.>> <<Non siamo forse soli? Qualcuno ci sta osservando oltre a lei?>> <<Domanda interessante, alla quale tuttavia non intendo rispondere. Preferisco lasciarvi liberi di formulare le vostre ipotesi. Ora, se non ci sono altre interruzioni, direi che possiamo incominciare. Siete pronti? Signorina De Lorenzi?>> Tossendo e sputando per terra, l’Italiana alzò la testa verso la sua interlocutrice. Sebbene stravolta e con voce infranta trovò la forza di parlare. <<Chi è lei?>> La donna la guardò quasi ammirata. <<Devo ammettere che lei ha carattere signorina. Nonostante ciò che le è appena accaduto, ancora non si arrende. Ebbene a questa domanda, non ho ancora risposto deliberatamente. Tutti sapete chi sono sebbene non mi abbiate ancora riconosciuta. Potete chiamarmi Morgana e questo, per il momento, è il massimo che vi dirò. Lascio il resto al vostro intuito. Ora basta discorsi. Vi concedo alcuni minuti per calmarvi e concentrarvi.>>

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