Capitolo 6: Incontri

17 0 0
                                    



Lydia camminava sotto il sole implacabile del deserto, la ragazza ansimava mentre i suoi stivali affondavano nella sabbia calda. Le Montagne del Sangue delimitavano l'orizzonte davanti a lei, una catena montuosa dalle guglie aguzze e frastagliate, il cui colore rosso ruggine era così intenso da sembrare ancora incandescente, come se fossero state appena forgiate dalle viscere della terra.

Dopo ore di viaggio estenuante, una sagoma imponente cominciò a stagliarsi all'orizzonte: le mura di Thameria, un'antica città nascosta nel cuore di quelle terre desolate. Città conosciuta per le sue eccellenti opere di mastri artigiani. La sua pelle candida era imperlata di sudore e i suoi lunghi capelli neri, raccolti da una coda di cavallo erano scomposti dal vento caldo, erano appiccicati al collo e al viso. Lydia inspirò profondamente, lo sguardo fisso sulla meta. Era finalmente giunta nel covo della spietata Baronessa Sahara che da anni spadroneggiava su quella regione con il pugno di ferro.

Le possenti mura di Thameria erano costruite con pietre di un rosso intenso, che sembravano risplendere sotto il sole accecante. Ricordavano le rocce infuocate delle Montagne del Sangue, come se l'intera città fosse stata eretta con la stessa materia primordiale della natura circostante. L'architettura era un affascinante amalgama di edifici in pietra massicci e austeri, intervallati da bancarelle e botteghe colorate che punteggiavano le strade tortuose come macchie di un dipinto. Questi piccoli negozi e botteghe offrivano una ricchezza di merci esotiche: sete sontuose intessute con preziosi fili d'oro e d'argento, tappeti arabescati con disegni ipnotici, pietre rare e scintillanti provenienti dalle profondità più remote del deserto.

Lydia si spinse oltre le porte massicce della città. Il caldo era soffocante, un'afa secca che sembrava risucchiare l'aria stessa dai polmoni. Senti le prime gocce di sudore scorrerle lungo la schiena mentre si addentrava nelle strade gremite di gente. Mercanti ambulanti dalle vesti colorate si agitavano come formiche industriose, portando cesti di frutta e verdura, sacchi di spezie e altre mercanzie sui loro vassoi ambulanti. Lydia procedeva a passo marziale, il suo sguardo risoluto si posava sulle facciate e sui portoni di legno screpolato delle abitazioni. Alcuni edifici mostravano già i segni del degrado e dell'incuria, con intonaci sbriciolati e imposte cigolanti.

Davanti alla piazza principale, dove una volta una fontana maestosa doveva aver zampillato acqua limpida, ora rinsecchita e ridotta a una vasca di pietra screpolata, si ergeva una massiccia fortezza di acciaio scuro, dalle forme imponenti e austere. Era la residenza della Baronessa, un avamposto di controllo e oppressione che sovrastava le vite misere dei cittadini sottomessi. Alle spalle della fortezza nera, svettava una torre gigantesca, un monumento alla follia e all'arroganza della tiranna. In cima a quella torre colossale, una sfera di fuoco ardeva incessantemente, come un sole eterno che non tramontava mai, illuminando e riscaldando le strade sottostanti, rendendo l'aria ancora più rarefatta, soffocante e irrespirabile.

Le Pietre Elementali : "Fiamma Di Ribellione"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora