Harry.
Pesante. Era l'unico aggettivo che poteva descrivere il mio stato d'animo e il mio stesso corpo. Pesante. Sprofondai sul sedile di dietro dell'auto non appena messo piede dentro, la sua voce a rimbombare in testa: pensavi che ti avrei aspettato per sempre? Quanto ero stato egoista ad aver creduto fino ad ora che sì, lo avrebbe fatto. D'altra parte lo aveva detto lei, senza mezzi termini: «Harry Styles sei e sarai per sempre l'amore della mia vita.» Non si aspetta per sempre l'amore della vita? L'aveva detto davvero o me l'ero solo sognato?.
«Prego, comunque»
«Mh?»
Alzai il viso verso Thomas, seduto a fianco ad Alfred nei sedili davanti dell'auto. «Ti ho visto in difficoltà e sono intervenuto, speravo di non doverlo fare» «Potevi non farlo» risposi seccato, Thom grugnì. «Hai ragione, dovevo lasciare che ti desse un palo, almeno avresti l'anima in pace» commentò alzando gli occhi al cielo. «Nessun palo, è mia» dissi distratto, ripensando a quello stupido e sfarzoso anello che aveva al dito. Chiunque glielo avesse dato non la conosceva affatto e questo poteva essere un vantaggio per me. Questo e il fatto che non si era allontanata. Sospirai, prendendo il telefono dalla tasca interna della giacca, sentendo la vibrazione.
"Il tuo Ducato ti impegna troppo da ricordarti di avere una fidanzatina devota? Sei un ingrato Styles, mia figlia ti ama, disgraziatamente."
Sorrisi al messaggio e alla foto che lo precedeva, dove Lily stava abbracciando il cuscino con la mia faccia, un regalo che aveva personalmente chiesto a Babbo Natale. Avevano provato a chiamare un paio di volte mentre ero seduto al locale, ma la musica mi aveva impedito di... che stavo dicendo? Era stata Alice, uscendo dal bagno con quei pantaloni che le fasciavano perfettamente il corpo e la felpa che non ne voleva sapere di stare giù, mostrando il chiarore della pelle che, cazzo, quanto mi stava bene addosso. E le tette! Possibile che avesse le tette più grandi? Ecco, mi ero distratto di nuovo. C'era un audio, ancora prima della foto, premetti play, avvicinando il telefono all'orecchio, per sentire la voce dolce di Lily e sorridere. «Perché non rispondi più al telefono? Dai Harry, volevo darti la buonanotte.» Sospirai. Erano le dieci in Italia, Lily stava già sicuramente dormendo, ma mi ritrovai a digitare il numero di Gaia comunque.
«Un po' in ritardo, Houdini» mi rispose, sospirai. «Non ho scuse» esclamai già ad armi basse. Sospirò anche Gaia. «Sta dormendo Harry, lo sai»
«Ho visto Alice»
«Dove!»
La vocetta femminile che parlò al posto di Gaia aveva un sottotono particolare, dall'accento asiatico.
«Da quanto sapevi che era a Londra e non mi hai detto niente Akiko?» Chiesi senza mezzi termini, lei si schiarì la voce. «Ti avevo detto che le nostre comunicazioni avrebbero comunque avuto un filtro, ricordi?» Domandò retorica. «Un filtro? Io direi più che altro un bel mantello scuro e oscurante» borbottai scocciato, lei ridacchiò. «Che ci fai a Londra, Harry? Ti prego, dimmi che non c'entrano le tue amichette» s'imtromise Gaia. «Non sono a Londra, sono poco distante dal castello di cristallo Sono andato a vederla e lei...Cazzo, lei era bellissima» mi lasciai andare, la testa a peso morto all'indietro. «È tanto carina con il caschetto lungo, vero? Poi la frangetta la fa sembrare tanto dolce e piccolina: le ho comprato un pigiamino maculato che è la fine del mondo abbinato a quel taglio» «Aki, con tutto il rispetto che ho nei tuoi confronti, eh, mia figlia ti adora, sei la sua babysitter preferita, ma ti assicuro che questo non aiuta» la interruppe Gaia, prendendo parola: «Lei ti ha visto?» domandò, sospirai: «Cantava per me, l'ho portata fuori per parlare e... l'ho annusata.»
«Annusata?»
«Come un pervertito o come un cane?»
Alzai gli occhi al cielo, ci mancava Jake all'appello, ovviamente. «In nessuno dei due modi. Almeno credo. Cazzo, l'avevo tra le mani, capite? Quanti mesi sono passati? Troppi e lei era lì, era davvero lei: era il suo profumo. Mi ha sempre mandato in estasi, santo cielo, gemeva, la toccavo e gemeva e poi... l'anello» affermai grugnendo sul finale.
«L'anello?»
«Quale anello?»
«Aki tu sapevi di un anello?»
«Che tipo di anello?»
Sbuffai.
«Che tipo di anelli pensi? C'è un solo tipo di anello» ringhiai. «Io non so di quel tipo di anello! Non mi ha detto nulla» si giustificò la ragazza, subito ripresa da Jake: «Dai Akiko, sei sua amica» «Ma non ci ha mai parlato di anelli!» insistette alterata. «Fermi un attimo, non vi ha mai parlato di un anello, di un altro uomo?» chiesi speranzoso, schizzando sulla punta del sedile nell'enfasi del pensiero positivo. «No, cioè, sì... Harry, non dovrei, insomma l'hai abbandonata e»
«È innamorata di lui?»
«Harry!»
«Akiko?»
«Baka na baka, dai retta alla coscienza, eh? Aiuta il ragazzo che ha spezzato il cuore della tua migliore amica, dagli la tua spalla! No, okay! Io non penso che lo sia e bada bene è un mio pensiero oroka na baka che non sei altro.»
Aveva strillato al telefono, Akiko aveva davvero appena fatto una sfuriata al telefono. «Cazzo Harry, hai fatto incazzare Akiko, penso ti abbia appena dato dell'idiota» affermò divertito Jake. Gaia sospirò rumorosamente: «Harry, non fare stronzate, lei non sa nulla, non le hai detto niente» esclamò con tono materno da ramanzina, non potei non sorridere, sprofondando di nuovo sul sedile, come sul letto poco dopo aver ascoltato il piano delle nonne, dicendo la mia. Il telefono tra le mani, in quella che era l'ennesima notte in cui non mi addormentavo con il suo profumo addosso. Stavo sfogliando la galleria nostalgico, osservando quanto fossimo felici, prima che tutto venisse ribaltato, facendo leva sul senso di protezione nei confronti dell'unica persona della famiglia che davvero sentivo tale. Alice era seduta in balcone, il pigiamino nero con i cuoricini panna e l'ultima tazza di caffè che c'era in casa. Mi faceva sorridere oggi, come nel momento dello scatto. Lei era tronfia di soddisfazione, sapendo di avermi lasciato senza, rideva, guardandomi con lo sguardo di sfida che sapeva quanto riusciva ad eccitarmi. Non a caso non ero arrivato in camera, prendendola sul divano ancora mezza vestita. Era stata l'ultima volta in cui avevamo fatto l'amore, ad averlo saputo, avrei fatto lo sforzo di arrivare in camere, imprimerle la mia forma dentro, lasciando la strada chiusa a chiunque avesse provato ad avvicinarsi. È mia, solo mia. Nella foto successiva c'ero io, con l'espressione stralunata e un sorriso imbambolato, fisso a guardarla. Amavo questa foto, l'avevo usata come utente in tutti i miei profili privati. L'aveva scattata lei ed era un po' come se fosse presente, no, lei era presente: si leggeva il suo nome ovunque. Sospirai, appoggiando il telefono sul comodino: «Chissà se anche tu sei turbata quanto me, chissà se mi pensi» bisbigliai rigirandomi nel letto. «Harry, tesoro, stai bene?» sussultai. Quando era entrata nel mio letto Amber? Era nuda? Avevamo fatto di nuovo sesso? «No, decisamente non sto bene.» Sospirai, girandomi verso di lei per accogliere il suo abbraccio: «Questa cosa che entri nel mio letto deve finire, lo sai vero?» Lei sbuffò, stuzzicandomi il pube con il ginocchio: «Lo dici tutte le volte, poi non ti lamenti mai» bisbigliò, sorrisi dolcemente. «Allora prendila come una lamentela ora: ho la possibilità di avere una seconda chance con la donna che amo» affermai con lo stesso tono, accarezzandole i capelli ramati. Amber sbuffò, puntando il ginocchio in modo minaccioso. «Allora resto a dormire qua stanotte» s'impose alzando il viso per guardarmi negli occhi, gli stessi nei quali avevo visto Alice troppe volte. Cedetti di nuovo, questa volta, però, sapendo fosse realmente l'ultima: la prossima donna che avrei avuto sotto le lenzuola, doveva essere l'originale.
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Alice in Harryland [hs]
FanficQuando Harry decide di mettere un annuncio in cerca di un coinquilino, di certo non si aspetta di trovarsi Alice e i suoi modi burberi di trattare le sue amichette della notte. Certo, sarebbe diverso se lei fosse impegnata a stare dietro ad un uomo...