CAPITOLO 3

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ISABELLE

«Credo di aver preso tutto» dico a mia madre, che rimane ferma sulla soglia della porta di casa nostra.

Ricontrollo ogni punto della lista sotto lo sguardo preoccupato sia suo che di Anne. Già, anche lei vuole salutarmi prima della partenza.

«Sicura?»

«Sì, sono sicurissima» sorrido a entrambe. Mi avvicino a Anne e la stringo in un caloroso abbraccio. «Ci vediamo presto, Anne.»

«Mi raccomando, avvisaci quando arrivi a Londra.»

Mi sciolgo dall'abbraccio e mi volto verso mia madre. Con le tante lacrime che ricadono lungo il suo viso, avanzo verso di lei. Le asciugo gli occhi con i pollici e le lascio un bacio sulla fronte, tenendo il suo capo tra le mie mani con fermezza.

«Mi dispiace, mamma» mormoro.

«Smettila di dirlo, Belle» mi rimprovera «Sono fiera della donna che sei diventata. Il tuo futuro ti sta aspettando.»

Ora, siamo in due a piangere.

Cerco di trattenere i singhiozzi, mentre mia madre mi bacia sulla guancia. Il suo dolce affetto e calore materno mi mancheranno tanto.

Mi mancherà ogni cosa di lei.

Circondo i manici delle mie valigie, do un ultimo sguardo a mia madre ed Anne e mi dirigo verso l'ascensore.

Non mi devo più voltare nella loro direzione.

Solo quando mi ritrovo sola con me stessa, scoppio. Poso una mano sulla bocca e provo a soffocare il mio pianto, in modo che nessuno possa sentirmi.

Dentro questo dannato condominio, tutti i suoni si amplificano.

Prendo un respiro profondo ed esco, non appena le porte dell'ascensore si aprono. Trascino i miei bagagli verso l'uscita e vedo il taxi, che ho prenotato qualche ora fa, attendermi proprio davanti casa.

Il tassista mi aiuta a sistemare tutte le valigie nel cofano, salgo in auto e ci dirigiamo verso l'aeroporto.

Osservo casa mia per un'ultima volta.

«Può andare» dico, definitiva.

Parto, senza sapere quello che mi aspetterà a Londra.

Afferro il telefono e lo sblocco con il codice, premo l'icona di internet e clicco Candidature sulla pagina ufficiale della TRN TECH.

Invio il mio curriculum e ricevo l'email automatica in cui mi viene detto il luogo e l'orario del colloquio di lavoro.

Ottimo, che i giochi abbiano inizio.

Riposo il cellulare nella borsa e ammiro la mia eterna Roma dal finestrino della macchina. Il paesaggio scorre con velocità davanti ai miei occhi, gli alberi si muovono in simbiosi a causa della brezza e il cielo sta abbandonando il giorno per dar spazio alla notte.

Il tempo scorre.

Il tempo scorre ancora.

Tutte le mie preoccupazioni iniziano a far capolinea dentro la mente, impadronendosi dei miei pensieri.

E senza neppure rendermene conto, arrivo in aeroporto, pronta a prendere il volo che mi porterà direttamente nella mia città natale.

Londra mi sta aspettando.

Il viaggio da Roma a Londra è durato alcune ore.

Dopo essere scesa dagli scalini dell'aereo, realizzo di essere davvero nel luogo in cui sono nata.

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