DRAKE
Maledetta insonnia che mi ostacola il sonno. È inutile prendere medicine e gocce, se poi il risultato è sempre lo stesso. Guardo l'orologio appeso al muro e appuro quanto sia ancora presto. Mi giro da un fianco, provando a riaddormentarmi, ma è tutto inutile. Proseguo a rigirarmi a destra e sinistra nel letto, senza ottenere alcun risultato positivo. Fisso il soffitto, restando con il capo poggiato sul cuscino e stendo le braccia sopra la trapunta calda. Dischiudo gli occhi e inspiro dal naso.
Il mio accumulo di stanchezza, prima o poi, mi ucciderà.
Sono schiavo della notte, dei pensieri e dei ricordi.
Il tenermi impegnato con il lavoro mi aiuta a zittire la mente.
Odio quando pensa troppo.
Sposto la coperta e resto seduto sul materasso e con i piedi poggiati sul pavimento freddo. I miei pugni si pressano contro il letto e il mio capo si rivolge verso il basso a fissare un punto impreciso. Mi sollevo e mi dirigo in bagno per scacciare via di dosso, attraverso una doccia calda, qualsiasi cosa.
Davanti allo specchio, vedo riflettere la mia immagine. Con occhiaie pronunciate e capelli trasandati, tolgo la felpa con un movimento fluido. Proprio dinanzi ai miei occhi, osservo la mia cicatrice rivelarsi all'altezza del cuore. La sfioro con i polpastrelli e la ignoro, prestando il resto della mia attenzione ai restanti indumenti.
Passo poco tempo sotto il getto di acqua calda. Invado le narici con il profumo di uno dei miei soliti bagnoschiuma e sciacquo i capelli, passando entrambe le mani tra le ciocche scure. L'acqua mi sfiora il viso e il corpo come una carezza, mentre delle chiazze rossastre si formano in alcune zone della mia pelle. Esco dalla doccia, avvolgo il corpo con un accappatoio e mi tampono i capelli con un asciugamano pulito.
Indosso uno dei miei soliti completi ed esco di casa, dirigendomi direttamente in azienda. Nonostante sia prestissimo, le strade di Londra sono già colme di macchine. Arrivo alla TRN TECH nel giro di trenta minuti. Per fortuna abito molto vicino. In ufficio, decido di avvantaggiarmi il lavoro. Sistemo alcuni documenti negli archivi, inserendoli in alcune fodere di plastica trasparente e datandoli. Mentre controllo i contratti, mi accorgo della mancanza di un accordo stipulato con alcuni nuovi clienti. Continuo a cercarlo, ma niente, non riesco a trovarlo. Così, prendo il telefono e chiamo Vincent che ancora non è arrivato.
«Sei già in azienda?» mi chiede, dopo aver risposto alla mia chiamata.
«Sì, dovevo sistemare gli archivi. Però, mi sono reso conto che manca il contratto con i signori Lee» gli annuncio «Chi doveva controllarlo?»
«Se non sbaglio Isabelle» quando dice il suo nome, chiudo gli occhi e sbuffo in silenzio.
Sento ancora parlare di Isabelle Miller nella mia azienda.
«Provo a controllare nella scrivania in cui stava.»
«Sicuramente sarà lì» mi conferma il mio migliore amico «Ci vediamo tra poco, sto partendo da casa proprio ora.»
Chiudo la chiamata con Vincent e mi avvio verso la vecchia scrivania di Isabelle. Il tavolo è spoglio. Così mi curvo verso i cassetti e ne apro uno, partendo dal più basso.
Vuoto.
Apro il secondo, aspettandomi che anche questo non contenga niente, ma resto meravigliato nel trovato un foglio bianco piegato in due e con su scritto Per il signor Drake. Questo non me lo aspettavo. Lo afferro e sfioro con il pollice la scritta nera. Sollevo il bordo e rimango incredulo dinanzi alla parola Stronzo marcata sulla carta. Isabelle non è stata capace di controllare la sua collera nei miei confronti eppure io, inspiegabilmente, non mi arrabbio di fronte a questo insulto.
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Hard Hate
Romance1º libro della Saga Electric. Isabelle Miller e Drake Turner vivono vite diverse, ma condividono un passato segnato dal dolore della perdita. Isabelle, lontana dalla sua città natale, si vede costretta a tornare nella sua amata Londra a causa di una...