CAPITOLO 9

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ISABELLE

Ci è mancato poco.

Sono rimasta nascosta tutto il tempo, fino a quando Drake e Vincent non hanno deciso di andare via. Ho ascoltato ogni loro parola, rimanendo abbastanza sorpresa da alcune rivelazioni. Non credo, che Eveline sia intimorita e spaventata da me.

Dai, come può esserlo?

Eveline Davis è una donna raffinata ed elegante, non potrebbe mai sentirsi minacciata da una come me. Non voglio sottovalutarmi, ma in confronto a lei, questa differenza è ben visibile a chiunque.

«Voglio che mi parli di questo Drake.»

Fastidiosa curiosità di Sophie.

«È proprio necessario?» mi porto il cucchiaio alle labbra.

«Sì, assolutamente» annuisce «Non capita tutti i giorni di avere un superiore quasi coetaneo a te, bello e stronzo allo stesso tempo. Sei finita in un sogno, Isabelle.»

«In realtà, questo è un incubo» ammetto con schiettezza «E non ti ho mai detto che è bello, Sophie.»

«Alle caratteristiche giovane e stronzo, attribuisco di conseguenza bello» ridacchia, osservandomi accuratamente «Quindi, mi stai dicendo che è brutto?» mette il broncio.

Non lo direi mai, Drake è terribilmente bello. Calo gli occhi verso il mio piatto e sposto il cibo, da destra a sinistra, con il cucchiaio. «Non, non è brutto» farfuglio.

È sempre un azzardo, affrontare questi discorsi insieme alla mia migliore amica.

«Ottimo, non trovi?» il suo tono diventa malizioso.

«Evita di farti strane idee, io...»

Mi interrompo, cogliendo il suono di un messaggio. Giro il telefono, lo sblocco e leggo il mittente. Resto sorpresa, ma non troppo, quando mi rendo conto che è Cameron Parker. Proprio lui, il mio ex fidanzato.

«È Cameron» sollevo lo sguardo verso una Sophie curiosa «Vuole che ci vediamo.»

«Quando?»

«Stasera.»

Non attendo oltre, digito la risposta sulla tastiera e premo invio.

«E tu, vuoi vederlo?»

Faccio un sottile sorriso.

«Sì, Sophie, io e Cameron dobbiamo parlare di molte cose che abbiamo in sospeso.»

Sophie si alza dalla sedia e mi prende per mano. «Dovrai indossare qualcosa di speciale, visto che questa potrebbe essere la vostra sera.»

«Non essere così precipitosa» entriamo nella mia camera.

Apre il mio armadio e comincia ad analizzare ogni abito. Ne toglie alcuni e li adagia delicatamente sopra il materasso. Li osserva ancora, poggiando una mano sotto il suo mento.

«Voglio solo che ti godi questa serata.»

«Ci proverò, promesso.»

Provarci è un parolone.

Sono sotto casa, con un abito stretto – Sophie mi ha praticamente costretta a indossarlo –, con delle scarpe che mi fanno malissimo e un freddo allucinante. Sì, siamo ancora in autunno, ma a Londra le temperature si sono già abbassate.

Mi stringo nelle mie stesse braccia e attendo che Cameron arrivi. Non ci mette molto, che vedo una macchina parcheggiarsi proprio davanti a me. Spegne il motore e scede, chiudendo lo sportello con una spinta.

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