CAPITOLO 8

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ISABELLE

Ho un capo che ama rendermi il lavoro complicato. Mi tormenta da giorni, provando a farmi dimettere di mia spontanea volontà. Drake Turner si diverte a giocare con il fuoco. È passata più o meno una settimana da quando devo acconsentire a ogni richiesta di Drake.

Mi ha permesso di restare, ma il suo pensiero su di me non è cambiato. Ho salvato la sua azienda, ma il mio rispondergli a tono ogni volta che inveisce contro di me, lo manda fuori di testa. Dovrei imparare a stare zitta, a contare almeno fino a dieci, eppure non ci riesco. Non posso lamentarmi, se alcune volte sono proprio io a renderlo così irascibile.

È lunedì mattina, e con il telefono sollevato davanti alla faccia, mi dirigo in azienda.

«Anne, mi senti?» sono in videochiamata con lei. Anne e la tecnologia sono due mondi completamente opposti. «Dovresti abbassare il cellulare, stai puntando il soffitto» rido.

«Non ti vedo, Isabelle» si lamenta, smanettando qualcosa «Aiutami, cosa devo fare?»

Non smetto di ridere, la adoro. «Porta il telefono proprio davanti a te.»

«Aspetta, ci provo» dice.

Lo solleva di poco e finalmente vedo il suo viso sorridente.

«Eccoti, che bello vederti.»

«Isabelle, tesoro» mi dice con dolcezza «Come stai?»

«Bene, anche se in questi giorni sto lavorando parecchio» ammetto, pensando alle torture di Drake Turner. Allo stesso uomo privo di umanità e sentimenti. «Però, sono contenta di questa opportunità che mi è stata data.»

«Sono fiera di te, Isabelle, e anche tua madre lo è» le sue parole mi rendono serena «Con lei, vi siete sentite?»»»

«Sì, proprio ieri sera» dico «Durante il giorno sono sempre impegnata, quindi riesco a chiamarla soltanto quando torno a casa.»

Abbasso la maniglia della porta di ingresso ed entro in azienda. Saluto alcuni colleghi con un movimento della mano e un sorriso, e mi avvio verso gli ascensori.

«Capisco» annuisce «Come ti trovi con i colleghi e il tuo superiore?»

Domanda complicata.

«Con i colleghi bene, con il mio capo ci sono degli alti e bassi.»

«Non dirmi che è un anziano antipatico?»

Rido, mentre attendo il mio ascensore.

«Antipatico sì, ma anziano no.»

«È giovane?»

«Quasi coetaneo mio, Anne, avrà tre o quattro anni in più di me.»

«Interessante» ridacchia.

«Non mi piace questo interessante» faccio le virgolette alla parola.

«Già, molto interessante» questa non è Anne a parlare, ma una voce differente che proviene alle mie spalle.

Mi immobilizzo, quando mi accorgo di Drake Turner affiancarsi di lato a me. Preme il pulsante contro il suo ascensore e mi osserva divertito. Che pessima figura, vorrei sotterrarmi, sparire proprio in questo istante.

Il mio corpo non sembra ascoltare i miei comandi.

«Isabelle, va tutto bene?» mi domanda preoccupata Anne «Sei diventata pallida.»

«Ci, ci sentiamo dopo» mi dileguo dalla nostra conversazione.

Nascondo il telefono nella borsa e ripremo il tasto davanti a me.

Hard HateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora