The Outer Banks, paradise on earth - Rafe Cameron

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Amelia pov

"Ki, ma secondo te Rafe mi vuole ancora parlare?"

"Ovvio che si, perché questa domanda?"

"Mi sono comportata male con lui, senza motivo."

"Beh, se li piaci davvero ti avrà già perdonata."

"Lo spero, non lo più sentito da quella sera al bar."

"A proposito, ho sentito Sarah,  è qui con Ash e Rafe, potresti cogliere l'occasione e andarli a parlare." Io annuì e ci incamminammo verso il cancello di casa di Topper.

"Io ho bisogno di bere qualcosa di forte, tu vuoi qualcosa?" Mi chiese kiara.

"Oh no grazie, io vado a farmi un giro, chiamami se hai bisogno."

"Okk." Disse mentre si girò verso il bancone degli alcolici.

Io invece camminai tra la gente che puzzava già di alcol e fumo, odori  che odio.

"Eiiii, tu non sei la cameriera del bar?" Oddio, Topper.

"Eh si, sai dov'è Rafe?"

"Prova a vedere di sopra, potrebbe essere con un'amichetta." Mi fece l'occhiolino. Stronzo.

Mi girai verso le scale e mi diressi verso di esse, c'erano persone che si baciavano 'appassionatamente' ed altre che fumavano non voglio sapere cosa.

"Avete visto Rafe Cameron?" Chiesi a due ragazzi appoggiati alla porta di una camera.

"No, ma se vuoi puoi divertirti con noi."

"No." Dissi guardandolo con lo schifo negli occhi.

D'un tratto uno dei due mi prese il braccio tirandomi verso di sé.

"Lasciami subito, maniaco del cazzo." Delle lacrime mi bagnarono il viso.

"Gioca con noi."

"Ti ha detto di lasciarla." Rafe!

"C'eravamo prima noi amico."

"Ti spacco la faccia se non togli la tua mano da lei, amico." Evidenziò l'ultima parola in modo del tutto ironico.

Lui si arrese e mi lasciò.

Io corsi da Rafe, li presi la mano e lo tirai in una camera vuota.

Feci un sospiro profondo e inizia.

"Ti devo fare le mie scuse."
"Stai bene?"

Dicemmo nello stesso momento.

"Scusa, vai tu per primo." Dissi col fiatone.

"Stai bene?"

"Si, più o meno, avevo una paura bestiale."

"Menomale che sono arrivato o chissà cosa avrebbero potuto farti." Disse frustrato, si era agitato per me, lo so.

Io mi avvicinai a lui e lo abracciai.

Lui ricambiò subito l'abbraccio.

"Mi dispiace averti trattato così, avrei dovuto lasciarti spiegare." Iniziai a singhiozzare, più per la situazione di prima, mi ha fatto venire in mente mio padre.

"Scusami tu, avrei dovuto dirtelo, non fartelo scoprire così.
Stavo andando a trovare una mia amica, aveva bisogno di una mano urgentemente e suo padre non le rispondeva al telefono, e io ero il più affidabile nella sua rubrica, ma non provo niente per lei."

"Scusa." Lo abracciai più forte.

Lui mi accarezzò i capelli, e piano piano le lacrime se ne andarono.