3. Scintille

100 6 4
                                    

❝ Tutto questo amore, e sono così soffocato
Posso sentirti nel mio sangue.
Tutto questo desiderio, solo un tocco
Sono così spaventato di lasciarti andare ❞

CAMILLA POV

Mi avvio in bagno per sciacquare un po' la faccia, penso di aver bevuto troppo. Colpa di Beatrice, perché mettere tutti questi alcolici in un solo tavolo?

Non bevevo così da troppo tempo, sento le gambe tremolanti, e il viso che va a fuoco.

Poco fa quando ho visto Thomas parlare così allegramente con un'altra donna, mentre le cingeva la vita, non ci ho più visto nulla dalla rabbia, so che non dovrei essere così esagerata, in fondo non siamo nulla.

Ma vedere le mani di Thomas su un'altra donna, o vedere che un'altra donna gli sta attaccata come una troia, mi fa ribollire il sangue

Non so perché provi questa gelosia nei suoi confronti, ma so che, quando lo vedo il mio cuore e come se volesse provocarmi un infarto da un momento all'altro.

Tutto è successo un paio di mesi fa, quando si è presentato all'ospedale, per fare visita a un suo parente ricoverato lì.
Da quel giorno venne tutti i giorni ed io prontamente mi facevo trovare sempre alla stessa ora, nello stesso luogo, al bar. È andata così per un paio di giorni, poi smise di venire.

Ma quando ci incontravamo non smetteva di guardarmi e di lanciarmi continui sorrisi gentili, io naturalmente ricambiavo.

«Cami stai bene?» chiede una voce rude alle mia spalle, facendomi venire i brividi lungo la schiena.

«Sto bene, puoi andare» dico fredda, ripensando alla scena di lui che si diverte con quella rossa dalla chioma riccioluta.

«Perché mi tratti così?» chiede avvicinandosi, nonostante io continui a mantenere una certa distanza.

Lo sta davvero chiedendo? Davvero non capisce?

Smettila Cam, non siete nulla! Lui può divertirsi con chi vuole!

«Scusa ma sono un po' stanca e voglio stare un po' da sola» dico senza alzare lo sguardo, «puoi andare?»

Quelle parole non vogliono uscire dalla mia bocca, in realtà vorrei solo dirgli di abbracciarmi e baciarmi. Ma sarei troppo sfrontata, ed io sono troppo timida per dare voce hai miei pensieri.

«E se non me ne andassi?» chiede con un filo di malizia, rompendo le distanze tra di noi, che io avevo maledettamente imposto.

«Allora vado io» dico passandogli accanto per uscire, ma in quel momento esatto mi trascina con tutto il suo corpo e la sua forza, dentro una porta con su scritto "privato". Veniamo invasi da manici di scopa, stracci e secchi per la pulizia.

«Ti rendi conto che non possiamo nemmeno entrare qui?» chiedo, essendo appunto, un'area privata del locale.

«Ti rendi conto che non me ne importa un cazzo?»

«Fammi uscire» mormoro con un tono abbastanza incazzato.

«No» si impone.

«Mi metto a urlare se non ti togli subito»

«Mi piace sentirti urlare, ma sarebbe meglio se urlassi il mio nome in una circostanza diversa»

Arrossisco alla sua frase, impossibile non capire il suo doppio senso.

Quasi prendo a fuoco! 115 aiuto!

«I-io... io» inizio a balbettare, senza la capacità di creare una frase stabile.

Lady Mafia (Secondo Libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora