18. Missioni

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❝ Perché voglio te si, voglio te
Non voglio nient'altro
Voglio te, si, voglio te
Ma non voglio perdere il mio cuore ❞

5 ANNI DOPO

DIEGO POV

«Non credo sia una buona idea»

«Faremo come vorrai, ma secondo me sarebbe un peccato non provarci» mormora Damiano.

«La sua logica, potrebbe anche funzionare» ci interrompe Rafael, «pensaci bene Diego, loro non se lo aspetterebbero mai»

«U sapiti chi putemu nesciri i dà tutti difittati?» (⒈)

«Un pinsari a chistu, piensa chi si semu tutti nsemina u pianu vari bonu» (⒉) mormora Thomas

«Da quando hai paura?» chiede Aleandro avvicinandosi

Ok, l'ho capito! Siete tutti d'accordo con Damiano, buttiamoci senza pensarci troppo, dritti nella casa dei lupi.

«Da quando ho una figlia e una moglie a cui pensare» dico, rispondendo alla domanda di Aleandro.

«Va bene facciamolo, facciamogli vedere che con noi non si scherza» mormoro alzandomi più motivato che mai

Non ho paura di morire, perché ho la consapevolezza che saranno loro a morire!

«Bene, preparate gli uomini. Si va a caccia» sogghigno verso la loro direzione.

Oggi entreremo in casa del nostro nemico Torrente.

Una settimana fa si è immischiato nei nostri affari, aveva quasi sottratto gran parte del nostro guadagno, quando c'è ne siamo accorti però i suoi infiltrati erano già scappati.

Ma anche loro hanno avuto la loro punizione, giorni fa, Aleandro li ha rintracciati e abbiamo mandato un bel dono per colazione al nostro caro amico Torrente.

Abbiamo servito le teste di quei due traditori sopra un piatto d'argento con tanto cloche, spero che abbia apprezzato, giusto per farle capire che con me non si deve scherzare.

Stasera a casa sua ci sarà una cerimonia per il fidanzamento della sua amata figlia, con il figlio di Freccia, un'altro dei nostri rivali e socio di Torrente.

Spero che anche stasera apprezzi il nostro regalo di benvenuto.

Ci avviamo in macchina munite con le giuste armi e, se non bastassero, i nostri cofani sono pieni di armi e, ci avviamo verso la sua altezzosa villetta sul lungo mare.

Fatta in pietra lavica, contornata con piante rampicanti lungo tutto il circolo della casa, impossibile non riconoscerla.

Ci accostiamo lentamente per ispezionare l'area da un futuro intralcio al nostro piano e ci avviamo in silenzio verso l'entrata.

Una mano mi afferra la maglietta e di istinto punto la pistola dietro di me, sgrano gli occhi «che cazzo ci fai qui?» mormoro piano

«Volevate andare senza di noi?» chiede Maggie con un sorriso sornione sul viso, «tesoro sai quanto ci piaccia cacciare» mormora Bea con ancora la mia maglietta tra le sue mani.

Alzo gli occhi al cielo, «siete delle psicopatiche»

Sorridono entrambe e lentamente ci avviamo nuovamente verso la dimora Torrente.

Da qualche anno Maggie e Beatrice si sono unite a noi durante le uscite di caccia, o così ci piace chiamarle.

Devo dire che, per essere delle donne, se la cavano abbastanza bene.

D'altronde di cosa mi meraviglio, quando una donna si ci mette, riesce anche a far risorgere Gesù Cristo.

Hanno una pazienza e una volontà più elevata di noi uomini, mentirei se dicessi che sono spratiche.

La vedo sculettare davanti a me, con quei leggins stretti e, per un attimo perdo il senso dell'orientamento.

Questa donna mi distrae, anche troppo.

Se non fossimo in missione, l'avrei già messa a novanta, sotto il mio peso corporeo, per farle urlare forte il mio nome ad ogni botta di cazzo dentro al sua entrata.

Al solo pensiero il mio cazzo si rigonfia, facendomi male da dentro i jeans.

Scuoto la testa per riprendermi dal mio stato di trance e rimanere concentrato, «al mio via attacchiamo»

«Via» urla Beatrice, avanzando davanti a me, e in un attimo i miei uomini attaccano, stendendo per terra tutti gli uomini di Torrente.

Rimango di stucco, lì fermo sul posto.

Dovrei picchiarla per bene, per aver parlato al posto mio ma, guardatela... Come potrei? Non oserei mai alzare un solo dito su di lei, se non sia solo per darle piacere.

Una sculacciata però non gliela toglie nessuno!

«Che cazzo succede?» urla Torrente, vedendoci sparsi all'entrata.

I suoi occhi si sgranano alla mia vista e và per prendere la pistola, «mio caro Torrente, non vorrai spaventare ulteriormente i tuoi gentili ospiti, no?» dico, lui toglie la mano dalla pistola, e abbassa lo sguardo per terra.

«Sai, non mi sono mai piaciuti i ficcanaso»

Mi avvicino lentamente, «e tu» punto la pistola dietro la tua testa, «sei un gran ficcanaso»

«Non è come credi» mormora.

«Allora dimmelo tu com'è» sogghigno, sotto lo sguardo impaurito di tutti.

«Oh, tesoro! Perché fargli così tanta paura?» ci interrompe Bea, venendoci incontro.

«Scusalo Domenico. Sai com'è eccentrico Diego, esagera sempre» dice con un sorriso malizioso sul volto, «sai, ci hanno detto che hai sottratto i nostri guadagni. Ma tu non sei così stupido da fare una cosa del genere, giusto?»

«E' stato colpa di Freccia» dice impaurito.

Freccia scatta e cerca una via d'uscita, ma Damiano lo ferma con un sorriso sul volto, «andavi da qualche parte?» chiede divertito a Freccia, «i-io io non»

«Mi fa ridere che vi credete che mafiosi senza paura, e poi al minimo pericolo tremate come pecore» mormora Damiano, «che dici Diego? Cosa ne facciamo di loro?»

«Che vadano all'inferno» sogghigno.

Tolgo la sicura ma qualcuno ancora una volta mi afferra la maglietta, mi volto e trovo un bambino sui otto anni, «per favore non uccidere mio nonno» dice in lacrime.

Il cuore mi si spezza dentro ma purtroppo, non posso dimostrarmi debole, né tanto meno con dei sentimenti per delle semplici lacrime.

«Mi dispiace ma tuo nonno è stato molto cattivo» dico premendo il grilletto in compatibilità con Damiano.

Entrambi gli uomini cadono hai nostri piedi, il bambino in lacrime continua ad urlare, «nooo nonnino per favore»

Poi si gira verso di me, con gli occhi pieni di odio, «giuro che un giorno ti ucciderò» urla verso la mia direzione.

Rido a quella minaccia e, con fare indifferente mi avvicino al piccolo, Beatrice mi ferma preoccupata «tranquilla, non gli farò del male»

Non uccido bambini, donne o persone innocenti.

«Prima di uccidermi, dovrai crescere» dico, uscendo di scena.

Ci avviamo tutti in macchina, «chi era quel bambino?» chiedo a Aleandro, ormai lui è la nostra enciclopedia.

«Il figlio di Diana, la figlia morta di Torrente. È morta in un incidente stradale due anni fa»

Annuisco. «Chi è suo padre?»

«Umberto Colombi, non era alla cerimonia perché hanno avuto dei disguidi con il suocero»

«Quindi chi prenderà le redini della famiglia adesso?» chiede Beatrice.

«Suppongo Colombi»

«Parleremo con questo Colombi, sarà con noi o contro di noi»

Traduzione:

⒈Lo sapete che potremmo uscire da lì tutti doloranti?

⒉ Non pensare a questo, pensa che se siamo tutti insieme più piano potrà andare bene.

Lady Mafia (Secondo Libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora