Capitolo 17

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La fioca luce della torcia era l'unica cosa che illuminava il freddo e inquietante appartamento in cui Coraline si stava addentrando.
Le uniche cose che riusciva a distinguere nel buio erano le sagome dei vecchi e antichi mobili, molti dei quali erano ridotti piuttosto male.
Il pavimento in legno scricchioló in modo allarmante, le assi non erano molto stabili, molte di esse probabilmente erano marcie.
Non sapeva esattamente cosa cercare, l'appartamento era enorme e non aveva nessun indizio su cosa avrebbe potuto aiutarla.
Man mano che avanzava sentiva il suo corpo diventare freddo e come un'oscura presenza che la osservava nel buio, sentiva degli occhi puntati su di lei, ma cercò di ignorare quella sensazione e proseguì la perlustrazione dell'abitazione.
Aprì la porta di una stanza meno buia delle altre, questa aveva una finestra le cui ante erano fratturate e da essa filtrano alcuni raggi di sole proiettati sui muri di quella che sembrava la cameretta di un bambino.
I giocattoli erano sparsi per tutto il pavimento e il letto era ancora in ottime condizioni.
Si chinò a raccogliere un piccolo quaderno aperto che la incuriosì.
Sembrava un diario, era pieno di scritte qua e là e dalla calligrafia infantile e disordinata con lettere enormi intuì essere appartenuto a un bambino.
Iniziò a sfogliarlo.
9 settembre 1858
Ciao diario,
hanno finito di costruire la nostra nuova casa e così oggi è il primo giorno in quella che mi piace chiamare il Pink Palace, si perché è tutta rosa! Mamma ha voluto dipingerla tutta di rosa, è così strana, ma penso mi piacerà.
Tommy

Proseguì sfogliando le pagine più avanti

4 gennaio 1859
Caro diario,
oggi ho aiutato mamma e papà a prendere l'acqua dal vecchio pozzo in cima alla collina e mi sono arrampicato su di esso, a mamma non è piaciuto però, dice che è pericoloso, che sarei potuto scivolare, ma penso che stia esagerando non potrei mai caderci dentro.
Tommy

17 aprile 1859
Cario diario,
mamma è sempre troppo protettiva con me, papà mi stava lanciando in aria oggi pomeriggio, mi stavo divertendo con lui, mi piace quando papà mi fa volare, ma mamma non era d'accordo, ultimamente dice che sto diventato troppo spericolato per i suoi gusti, lei è sempre severa con me e molto protettiva, ma so che mi vuole molto bene.
Tommy

26 novembre 1859
Caro diario,
oggi mamma mi ha promesso che mi proteggerà sempre e che non accadrà mai nulla finché ci sarà lei, penso che sia stato molto dolce da parte sua, per ringraziarla le ho regalato delle margherite raccolte in giardino.
Tra qualche giorno sarà il mio compleanno, non vedo l'ora di compiere otto anni.
Tommy

Coraline girò alla pagina successiva ma il foglio era bianco, quella era l'ultima volta che il bambino aveva scritto sul diario.
Chi era qual bambino? Cosa gli era successo? Le sue cose erano ancora tutte lì eppure lui era come sparito nel nulla. Forse c'era lo zampino dell'altra madre?
Chiuse il diario, ma scorse un movimento dietro di lei e non riuscì a trattenere un urlo quando qualcosa si mosse nell'oscurità.
Il suo piede calpestó una macchina giocattolo e cadde con un forte tonfo sul tappeto al centro della stanza.
Alzò frettolosamente la testa incontrando i familiari occhi blu del suo amico micio.
"Tu! Mi hai spaventato, cosa ci fai qui?" chiese Coraline rilasciando il fiato che aveva trattenuto.
Il gatto la guardò semplicemente, ovviamente non poteva parlare.
Si rimise in piedi calpestando una piccola palla nell'azione.
La guardò stupita mentre questa spariva da qualche parte nel muro della camera.
Si acciglió e scavalcó i giocattoli sparsi in giro fino a raggiungere la parete dove un'enorme buco era presente.
Si fece strada al suo interno giungendo in un'altra stanza.
Un'aria gelida l'attraversó facendola tremare.
"Cos'è stato?" domandò
"Può capitare quando attraversi un portale" disse una voce alle sue gambe.
Sobbalzó abbassando la testa al suono della voce.
Il gatto la fissava serio mente si leccava una zampa.
"Tu hai appena parlato?" chiese sorpresa.
"Certo, di cosa ti sorprendi? Non è la prima volta che mi senti parlare no?" rispose il gatto nero mentre la superava.
"Si, ma com'è possibile?" domandò con insistenza
"Questo perché non sei più nel tuo mondo, quel buco nel muro che hai appena attraversato è l'entrata del portale" spiegò tranquillamente
"Mi stai dicendo che quel passaggio è un portale per l'altro mondo"
"Proprio così"
Coraline si allungò nell'oscurità del posto in cerca di qualsiasi cosa, ma per le mani tremanti a causa della paura la torcia le scivoló di mano e cadde a terra spegnendosi
"Non vedo più nulla" disse con la voce più acuta del solito, non le piaceva essere totalmente immersa nel buio, in un appartamento disabitato.
"Alla tua destra, c'è tavolo, ha sopra una candela" disse il gatto guidandola grazie alla sua vista notturna.
La ragazza dai capelli corvini trovò il tavolo con le mani, cacciò una mano in tasca e tirò fuori un pacco di fiammiferi che aveva preso da casa, ne estrasse uno e accese la candela.
Prese la candela tra le mani e girò nella stanza in cerca della torcia
"Devi fare attenzione questo non è un posto sicuro signorina" parlò una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto interrompendo la ricerca della torcia e trovando di fronte a sé la figura del bambino fantasma che fluttuava.
Era semitrasparente ma emanava una certa luce che illuminava l'ambiente intorno a sé.
"La megera qui può trovarti, devi riattraversare il portale e tornare nel tuo mondo" aggiunse la gemella della nonna di Wybie che comparve accanto a lei.
"Voi sapete cos'è questo posto?"
"Questo è il luogo in cui viveva" disse piano la bimba con le trecce.
"Chi viveva qui?" chiese Coraline, ma la bambina dai capelli ricci la interruppe
"Devi sbrigarti ragazzina, esci di qui, la megera sarà disposta a fare del male ai tuoi genitori, ai tuoi amici, a Wyborn pur di costringerti ad andare dritta da lei"
"Non può venire nel tuo mondo perché sarebbe troppo vulnerabile, ma ha sempre i suoi fantocci, troverà il modo di farti soffrire"
Il bambino le si avvicinò cauto
"Fermala signorina, fermarla prima che sia troppo tardi"
"Ma come posso fare?" parlò spazientita Coraline facendo un passo avanti verso i fantasmini
"Prima devi scoprire come è nata questa maledizione che ha colpito il Pink Palace" spiegò la ragazza con le treccie.
Si udirono dei passi.
"Arriva qualcuno" sussurrò uno dei fantasmini mentre tutti e tre si volatilizzavano.
La candela che teneva tra le mani si spense all'arrivo di una folata d'aria e Coraline cadde all'indietro mentre lanciava un piccolo gridò.
Si lanció alla disperata ricerca della torcia sul pavimento.
"Coraline?" parlò una voce familiare.
La torcia rotolò nelle mani di Coraline grazie al gatto che la spinse con il muso dopo averla individuata.
La ragazza riaccese la torcia e la puntò davanti a sé.
La figura di Wybie fu illuminata dalla luce e il ragazzo sollevò le mani per proteggersi gli occhi.
"Wybie? Ommioddio sono così felice che tu sia qui, anche se non dovresti essere qui è pericoloso" disse Coraline sollevata, ma anche preoccupata per le sorti dell'amico.
Il gelo invase di nuovo Coraline facendola tremare.
"Cosa fai qui tutta sola Coraline?" le domandò Wybie
"Cosa fai tu qui piuttosto? Come sapevi che ero qui?"
Wybie abbassò lentamente le mani dal suo volto.
"Sai Coraline non dovresti essere in questa casa, a lei non farà affatto piacere"
"Come?" chiese mentre un brivido la percorse.
Un sorriso diabolico comparve sulle labbra del ragazzo.
Coraline iniziò a indietreggiare un misto di paura e sorpresa che prendevano possesso di lei
"Wybie?"
Il gatto le sfioró la gamba con la zampa e la sua voce affilata come rasoi le arrivò alle orecchie.
"Quello non è Wybie"

Coraline 2 l'incubo ricominciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora