Dossier

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L’aura minacciosa di Hanakuma stava allontanando anche le zanzare. Oggi non era affatto dell'umore di avere a che fare con nessuno in particolare, si siede al suo banco  nelle file in fondo dove persino Wataru sembrava preferire stargli lontano, nonostante fosse abituato alla rabbia del compagno preferiva evitare di farlo innervosire più del dovuto, nonostante ciò prova un approccio.
<Beh oggi niente fiorellini?>
Saitō ringhia rumorosamente mentre fissa la ragazza nei banchi più avanti, no, oggi non è decisamente dell'umore per giocare con lei.
<Silenzio, non è giornata.>
Kasuma non si fa scoraggiare.
<Che succede si può sapere?>
Hanakuma si lascia andare sulla sedia scomoda senza badare di stare con le gambe spalancate.
<Succede che anche quest'anno devo partecipare ad una di quelle feste aziendali per l'amor di mia madre.>
Sbuffa arrabbiato, Kasuma lo guarda interrogativo.
<Di che festa si tratta questa volta?>
<Un inaugurazione di un nuovo progetto di qualche tipo e dell'arrivo di un nuovo socio di lavoro, sai le stronzate che si inventano per promuovere il senso di coesione, appartenenza e il lavoro di squadra, quando poi li incontri per strada manco ti guardano.>
All'improvviso il suo sguardo cade sulla gamba di Ren che si muove velocemente su e giù, un chiaro segno di agitazione, chissà forse non è dell'umore nemmeno lei oggi.
Che bello quando tutti sono felici e contenti eh?
Che schifo.
<L'arrivo di un nuovo socio dici? Beh auguri per la festa allora.>
Wataru sembra preoccupato per la stabilità mentale di lui e lo capisce perfettamente.
<Si si, certo come no, non preoccuparti sarò un tesoro stasera.>
Kasuma ride immaginandolo.
<Ma non potevi rifiutarti?>
Saitō sbuffa per la millesima volta nel giro di pochi minuti.
<Me la sono svignata l'ultima volta per Shinnenkai, questa volta non potevo proprio.>
Wataru scrolla le spalle.

Durante la giornata in classe, Hanakuma non fa che dare segni di impazienza e irritazione, mentre Kasuma cerca di alleggerire l'atmosfera con qualche battuta. Nel frattempo, Ren sembra altrettanto distante e concentrata sui suoi pensieri, oltre a sembrare più agitata del solito. La sera arriva presto Saitō vestito di tutto punto per questa celebrazione, si fa strada con sua madre all'interno del luogo della festa. Hanakuma segue sua madre per un po' lasciandosi presentare a diversi suoi colleghi mettendo su una maschera gioiosa come se questo fosse l'evento che stava aspettando da secoli. Ovviamente vorrebbe scappare via a gambe levate il prima possibile, non sopporta le scuse che riescono a trovare, del tipo: “Siamo una squadra…” ecc, usate solo per farsi vedere belli dagli altri, quando dentro sono persino più marci di lui. Come si dice “più fai la bella faccia e più dentro sei marcio.” In tutto questo sua madre sembra eccitata, a quanto pare non ha ancora incontrato il nuovo collega e questa è un’occasione ottimale, soprattutto quando lei è una madre da sola.
<Oh! Deve essere lui, è l'unico di cui non riconosco la faccia, è sicuramente lui! Ha una figlia?! Oh no…>
Esclama, comunque tra sé e se, in modo che non venga sentita, Saitō impreca internamente, prima di tutto non capisce perché sua madre stia ancora cercando qualcuno, e cresciuto bene anche senza padre no? Alza lo sguardo verso dove la madre sta guardando, osservando l'uomo, sembra una persona per bene almeno, finché il suo sguardo non si sposta a sinistra dal basso verso l'alto percorre i polpacci nudi di una ragazza.
Dalle ballerine di un violetto chiaro, una gonna semplice appena svasata che cade all'altezza delle ginocchia sempre di quel violetto leggero, un nastro fine che circonda la vita del medesimo colore, capelli scuri le cadono fin sotto il seno, Hanakuma riconoscerebbe quei capelli tra milioni, i suoi occhi si allargano gradualmente lasciandolo di nuovo stupefatto. Il viso pallido e delicato, macchiato appena di un blush rosso sulle guance e il ponte del naso, gli occhi grigiastro tendenti a un bluastro le labbra chiuse mentre sembra sta solamente ascoltando quello di cui sta discutendo l'uomo a suo fianco. Poi lo nota: ha una fascia tra i capelli che le tiene le ciocche lontane dal viso e sistemati su quella fascia delle dalie violette accanto a dei fiorellini più piccoli bianchi per smorzare tutto quel delicato viola.
Le dalie, il fiore che le ha regalato un giorno fa.
<Che diamine…>
Non può fare a meno di lasciarsi sfuggire quelle parole non credendo alla sua presenza li.
Sua madre non sembra sentirlo mentre, con ancora con un barlume di speranza, credendo almeno che possa essere un padre single, si avvicina all'uomo trascinando Saitō con sé. Lui impreca mentalmemte, questo di nuovo non era nei suoi piani, che lei sia lì e soprattutto sia l'ospite d'onore dell'evento, non era affatto nei suoi piani della serata. Doveva essere una serata noiosa in cui si sarebbe seduto da parte lasciando sua madre scorrazzare di qua e di là, e bevuto qualche bicchiere di champagne, costoso, senza che lei se ne accorgesse.
Com'è possibile che quando pensava di essersela tolta di torno lei fosse proprio lì a tormentare il suo animo più di prima?
Si ricompone velocemente, deve vederla come un opputunitá, riuscirà finalmente ad entrare nella sua vita. Sua madre saluta con energia l'uomo che deve essere il padre di Ren.
<Ma salve finalmente ci conosciamo! Sono Sumiko Saitō! Piacere!>
Con un leggero inchino si presenta, sua madre è sempre stata una persona solare in situazioni del genere il che ogni tanto lo fa piangere per il modo in cui sembra palesemente provarci con l'uomo di fronte. Ma l'uomo per fortuna non sembra infastidito e sorride gentilmente.
<Piacere mio signora Saitō, sono il nuovo dipendente, Toiyama Tatsuya.>
Sumiko obbliga Hanakuma a chinarsi mentre Ren fa un inchino cordiale calma, senza una spinta dal padre.
<Mio figlio Hanakuma e lei deve essere la sua giovane fanciulla?>
Prima che possano continuare la conversazione Saitō fissa lo sguardo negli occhi di lei.
<Ren-chan che piacere vederti, è una sorpresa, non sapevo che eri tu l'ospite d'onore di oggi, tutto bene?>
Suo padre si lascia sfuggire un suono di sorpresa mentre la madre lo fissa con mista curiosità.
<Oh capisco tu devi essere il compagno di classe che ha portato una dalia a mia figlia, grazie per il suggerimento, stavamo cercando da giorni un vestito che potesse soddisfarla per oggi, e grazie alla tua dalia ci siamo riusciti in tempo.>
Sumiko sembra ancora più sorpresa.
<Oh ma davvero? Beh Certo mio figlio è davvero un galante, sono fiera di lui.>
Suo padre sembra aver preso in simpatia Hanakuma che sorride cordiale mentre sua madre si vanta di lui animatamente.
<Ren, Hanakuma-kun perché non andate a divertirvi senza di noi? Deve essere fastidioso per voi rimanere al fianco di questi vecchi, andate pure, Hanakuma-kun ti affido mia figlia per la serata mi raccomando.>
Tatsuya appoggia una mano in modo severo ma tranquillo sulla spalla di Saitō.
<Certo, sarà al sicuro con me.>
Hanakuma a sua volta si mette accanto alla ragazza e le circonda con un braccio le spalle seminude dalle leggere maniche di tulle laterali, spingendola a camminargli accanto verso un tavolo per gli stuzzichini lontani da suo padre e la propria madre.
<Mi dispiace.>
Dice debolmente Toiyama, suonando come qualcosa di già sentito, Saitō incomincia a preoccuparsi.
<Intendo per tua madre.>
Hanakuma la guarda quasi spaventato dalle sue prossime parole, Ren ha uno sguardo freddo sembra quello di un omicida efferato intento a smebrare la sua vittima.
<Sembra avere interessi in mio padre ma non è un uomo libero, la sta intrattenendo solo per gentilezza e perché pensa che tu possa essere un buon affare per me, e darci la possibilità di stare da soli sperando che nasci qualcosa di importante. Mi dispiace anche per le speranze di mio padre.>
Saitō è sempre più spaventato da questa donna.
Come ha notato così facilmente l’intenti di sua madre?
Certo e stata chiara nella simpatia ma dimostrarsi solare e salutare semplicemente qualcuno di nuovo, non dovrebbe essere così rivelatore, eppure Ren sembra capire più di quello che ammette di capire, e li che Hanakuma si ricorda, di come in classe Toiyama sembrava più agitata. Lei sapeva, ha sentito la conversazione con Kasuma e sapeva che era la stessa celebrazione a cui avrebbe partecipato lei. Maledetta sembra essere sempre un passo avanti la bastarda. Saitō decide di scrollarsi di dosso le parole di Ren.
<Non è importante, lasciala divertire finché può, sognando ad occhi aperti che tuo padre possa farla felice, certo sarà delusa quando scoprirà che non è un padre single ma almeno si godrà una bella chiacchierata con un uomo.>
Risponde con calma e quasi menefreghismo.
<Crudele da parte tua, è tua madre e non sembra importanti delle sue delusioni amorose.>
<Ogni tanto ha bisogno di crogiolarsi nelle sue storie damore poco realistiche insomma, dentro sa perfettamente che tuo padre non è disponibile, è solo testarda, e poi devo dire tuo padre gli ha dato un invito a provarci chiaro e tondo.>
Ren ci pensa un momento.
<Se tua madre fosse una buona osservatrice si renderebbe conto che mio padre voleva solo accoppiare me con qualcuno nella speranza che finalmente mi faccia un amico o qualcosa del genere. Il suo obiettivo è quello da tempo, e ovviamente tu, e tua madre, glielo avete servito in un piatto d'argento, a volte mi sento trattata come un animale.>
Il commento sembra piuttosto pesante per Saitō, addirittura trattata come un animale?
Deve esserci qualcosa sotto a questo, non può essere riferito solo al tentativo, abbastanza fallito, di accoppiamento di suo padre. Ma probabilmente è troppo presto per scoprirlo, deve andare per step.
<In ogni caso perché non cercare di rendere queste ore qualcosa di meno angosciante?>
Toiyama osserva di sottecchi suo padre offrire un bicchiere di champagne alla madre di Hanakuma.
<Ero piuttosto convinta che non ti piacessero queste feste “... Le stronzate che si inventano per promuovere il senso di coesione, di appartenenza…”>
Cita con voce bassa ma chiara colpendo dritto al suo orgoglio.
<Questo non significa che non debba provare a divertirmi.>
Risponde con una punta di nervosismo.
<Divertirsi a discapito di chi Hanakuma-kun?>
Il suo nome rotola lentamente ben scandito in modo dolce dalla sua lingua, lascia parilizato il ragazzo. È la prima volta che lo chiama per nome, no, è proprio la prima volta che lo nomina non ha mai pronunciato nemmeno il suo cognome. Ed Saitō è convinto, che lei sapesse benissimo come si chiamasse fin dall'inizio, per qualche strano motivo.
<Cosa vorresti intendere con ciò?>
Toiyama allontanó lo sguardo dei loro genitori e lo posa su Hanakuma.
<Girano molte voci sulla tua indole a scuola, sono abituata ad ascoltare e non mi sono stato indifferente quello che ho sentito su di te.>
Saitō rabbrividisce, perché lei sembra sapere fin troppo, ma cerca di risponderle
<C'è qualcosa a cui ti riferisci in particolare?>
Lei scuote la testa rispondendo
<In realtà vorrei evitare di farmi influenzare dai pettegolezzi delle persone, ma da quello che hanno fatto capire, tu sei piuttosto un sadico a cui piace “spezzare le persone”.>
Hanakuma, nonostante il suo temperamento di solito forte, sente un brivido di disagio.
La reputazione che gli attribuiscono sembra aver raggiunto anche Ren, e questo lo colpisce in modo inaspettato.
<Molte voci sono esagerate o completamente false.>
Risponde con calma, cercando di negare l'etichetta che gli è stata appiccicata.
<Penso che tu debba giudicarmi con la tua testa e non con quella degli altri, o potresti perderti delle opputunitá importanti.>
Saitō aggiunge, spostando anche lui lo sguardo verso di lei cercando di sembrare sicuro di sé. Lei lo osserva sembra quasi leggerlo come farebbe con il suo libro su Sherlock Holmes.
<Hai ragione su un fatto, dobbiamo formare le nostre opinioni per conto nostro e non seguendo come pecore la pecora di fronte, dovremo comportarci più come capre, che fanno un po' di testa loro.>
Hanakuma sorride soddisfatto finalmente li sembra di vedere uno spiraglio in quello che li sembrava una lastra di acciaio puro senza alcun difetto.
<Si, decisamente le capre sono un buon punto di riferimento in questo caso.>
Ma Ren non aveva finito così il suo discorso.
<Ma stai dando per scontato che io non conosca già per filo e per segno i tuoi modi…>
Lascia la frase in sospensione, distruggendo pezzettino per pezzettino la sua fiducia che era riuscito a costruirsi con tanta fatica in quel momento precario.
Toiyama da un punto di vista sembra star facendo il passo più lungo della sua gamba, affermando così che lo conosce più di quello che lui possa pensare. A questo punto perché non fare lo spudorato anche lui come sembra sta facendo lei.
<Beh sembra che tu stia dicendo che mi conosci alla perfezione, dimostramelo.>
Dice con tanta sicurezza che quasi quasi ci crede anche lui in quella falsa sicurezza, non ha idea di cosa aspettarsi davvero della ragazza al suo fianco.
<Hanakuma Saitō, figlio unico, madre single, scuole medie Hibiya di Tokyo, capitano della squadra di basket della nostra attuale scuola, precisamente il numero 4 della squadra, la tua migliore materia e chimica, ami il cioccolato fondente al 70%, ne fai uso come un fumatore farebbe uso delle sigarette, hai un talento nelle per gli scacchi europei, e lo shoji, e credo che dovrei fermarmi qui… in ogni caso non ho molte altre informazioni mi dispiace se ti ho deluso.>
Afferma con semplicità come se tutto ciò non fosse assurdo… Hanakuma ha la mascella a terra, non crede alle sue orecchie, Ren è partita con una serie di informazioni e non si è fermata come un treno diretto, colpendo il suo umore già molto fragile.
Come diamine fa ad avere tutte queste informazioni su di lui?
Hanno scritto un libro chiamato “Hanakuma Saitō” dove hanno messo tutte le sue informazioni personali?
Saitō decide di fare una domanda azzardata.
<E di Wataru Kasuma cosa sai? E un nostro compagno di classe…>
Lei scrolla delicatamente le spalle.
<Su di lui ho solo supposizioni, so per certo che è bravo nella matematica e suppongo che suoni uno strumento musicale a corde dato i calli sulle dite della mano sinistra tipo una chitarra…>
Ci pensa su.
<Non sembra tipo da chitarra lo vedo uno più tranquillo quasi un hippie.. oh ma certo, deve avere un ukulele!>
Le si illuminano gli occhi come se avesse appena risolto l'enigma più complesso della sua vita, mentre Saitō e più convinto di avere Sherlock Holmes accanto, come diamine ha fatto a capire dell'ukulele da dei calli sulle dita, e poi quando ha notato i calli?!
<Dalla tua faccia direi che ho ragione… allora azzardo ad indovinare un'altra cosa che ho solo supposto, dopo una partita ufficiale porti i tuoi compagni a bere nonostante siete minorenni, e sono piuttosto convinta che proprio Wataru si ritrova sempre a ospitarvi a casa sua come farebbe una persona responsabile risultando un po' la “mamma” del gruppo.>
Merda! Questo si che lo colpisce, un dettaglio così… Così preciso, e ha detto che stava andando a indovinare! In effetti è anche vero che qualche volta hanno nominato Kasuma come madre del gruppo, questa donna fa paura davvero. Che diamine dice ora? Si morde l'interno della guancia pensando intensamente alla sua prossima mossa.

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