È lunedì mattina, aprile del 2018 inizio anno scolastico, e ad Odawara Higashi High School di Kanagawa, tira il vento dal profondo del mare, Hanakuma Saitō inspira lentamente la salsedine, che viene trasportata dall'aria dentro la scuola. Alcuni petali di ciliegio trasportati dal vento entrano dalle finestre, danzando tra gli studenti, mentre Hanakuma assottiglia lo sguardo, color verde bosco, studiando gli studenti uno per uno, ma per pochi secondi ciascuno. L'inizio dell'anno è un nuovo terreno di gioco per lui, nuovi studenti e nuove possibilità. Ma dopo un mezz'oretta che passava ad osservare, per trovare la sua nuova vittima, distoglie lo sguardo dalla folla stanco, sbuffando scuote la testa. Sembrava circondato sempre da fotocopie fatte di carne e ossa, che non sanno distinguersi dagli altri. Un branco di idioti, in poche parole: si era stufato delle solite vittime, non c'era più la sfida. Finalmente il suo sguardo si scontra con la figura imponente di Kasuma Wataru, che sotto il comando di Saitō, stava attraversando la scuola dal lato opposto per il medesimo motivo.
<Quindi? Dammi buone notizie.>
Chiede Hanakuma sospirando pesantemente, passandoci la mano tra I capelli scuri come la pece.
<Ogni anno la stessa storia, ogni dannato anno Hanakuma... o meglio se ti accontenteresti come gli anni scorsi, avrei trovato qualcosa, ma quest'anno sei più esigente, vuoi il brio, come mi hai detto prima, e questo comporta risultati nulli. Dovevi aspettarselo.>
Saitō alza gli occhi al cielo alla ripresa e i paroloni del compagno.
<Sì sì tutto questo giro di parole per dire che hai fallito. Grazie.>
Wataru si gratta il retro del collo, rassegnato all'idea che più tardi l'amico non si sarebbe trattenuto dal urlargli dietro per ogni piccolo errore durante l'allenamento, e tutto solo perché non ha soddisfatto i suoi capricci.
Saitō riprende a camminare con le movenze rilassate di un felino.
<Muoviti.>
Si lascia scappare uno sbadiglio.
<Andiamo in classe, non abbiamo nulla da perdere qui...>
Kasuma lo segue svogliato finché non si blocca all'improvviso, catturato alla vista di un figura, che sembra quasi invisibile a tutti gli altri, si infila velocemente in un spazio quasi inesistente tra due ragazzetti, per poi continuare a muoversi come il fluire dell'acqua, attraversando il corridoio verso la parte opposta come se nulla fosse.
Hanakuma vedendo la mancanza del compagno al suo fianco si volta a metà strada, non ha notato affatto quella presenza, tanto che Wataru si chiede se non ha allucinazioni.
<Oi! Cosa stai facendo?!>
Riscosso dai suoi pensieri ritorna al fianco di Saitō.
<Nulla non preoccuparti.>
Hanakuma alza un sopracciglio poco convinto dall'atteggiamento, ma in ogni caso non fa domande e torna sui suoi passi.
Le lezioni passano in fretta, ma Wataru non riesce a distogliere il suo subconscio dall'eco di quella persona di cui non è più convinto di averla effettivamente vista, o meglio, che sia stata lì fisicamente, e che non fosse solo la sua immaginazione che li faceva scherzi. Non se ne accorge nemmeno, la campanella del pranzo suona, Saitō gli posa una mano sulla spalla per invitarlo ad andare a mangiare. Ma lui lo ferma prima che potesse dire qualcosa.
<Scusa Hanakuma devo fare una cosa prima, scappo e poi ti raggiungo.>
Lui si alza prendendo le sue cose e scappa con il senso d'obbligo di trovare se esiste davvero la figura misteriosa, e Saitō non si lamenta scrollando le spalle, non abbastanza interessato.
Attraversando i corridoi guardandosi attentamente intorno, i suoi occhi scuri analizzano ogni studente senza farsi sfuggire nulla, cerca una matassa nera di capelli ribelli ma oltre a quello non ha nulla. Le aule si svuotano e dopo ben 15 minuti di ricerca, finalmente vede una figura minuta, di spalle con morbide onde nere, chiudersi la porta dell'aula di recupero. Allunga il passo convinto che sia lei ma una volta ad un metro da lei si irrigidisce bloccandosi come se si fosse scontrato con un muro. <Quindi hai deciso di cercarmi.>
La ragazza si volta, i suoi lineamenti dolci e gli occhi color ghiaccio risalgono la figura imponente di Wataru. L'affermazione lo spiazza.
Come poteva sapere chi era, e prevedere che l'avrebbe cercata?
Impallidisce mentre le parole gli sfuggono. Allora lei si volta per continuare a seguire la sua strada, "non posso perderla di vista di nuovo!" Pensa in fretta un modo per fermarla.
<Come ti chiami?>
Chiede in fretta, gli basterà sapere quello. Ma lei imperterrita non risponde e continua a camminare. Lui si affretta a raggiungere la sua spalla con una mano.
<Ti ho chiesto come ti chiami.>
Lei non sembra affatto infastidita dalle sue azioni, piuttosto pensa alla domanda come se fosse un enigma matematico.
<Quale importanza dovrebbe avere il mio nome? D'altronde è solo un titolo affibiatomi da un altro che credeva di essere importante abbastanza per racchiudermi in una parola? Cos'è il nome se non un vano tentativo di seggregare il concetto di una persona in qualcosa di così poco valore... se volessi davvero sapere chi sono non è il nome che dovresti chiedermi.>
Wataru è stupefatto, con le sopracciglie aggrottate lascia la presa sulla spalla, e lei ritorna a perseguire il suo obiettivo mentre lui non può più controbattere.
Poteva dirle altro in fondo? Era di certo la risposta più inusuale che poteva ricevere, ma lei aveva ragione.
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Corona di spine
Ficțiune adolescențiÈ l'inizio dell'anno scolastico quando Hanakuma Saito sta cercando una nuova preda all'interno della scuola, vuole una nuova sfida per poter distruggere l'animo della sua vittima affinché di essa ne rimanga solo l'ombra. Ovviamente li sembrano tutti...