Erano passati ben dieci anni dall’ultima volta che si erano parlati, non concludendo nel migliore dei modi.
E nessuno dei due aveva avuto il coraggio di farsi vedere per sistemare la situazione ed eventuali incomprensioni.In quel preciso momento, una Bentley nera del 1926 stava percorrendo silenziosamente le strade di Soho al massimo della velocità, con un'unica direzione in mente.
Il proprietario della vettura premette il piede sull’acceleratore e fece l’ultima curva, imprecando ad un passante in mezzo alla strada.“Eccola lì! Fell’s bookshop. L’abbiamo trovata” esclamò sorridendo, sistemandosi gli occhiali da sole.
“Ottimo lavoro, piccola” aggiunse, dando una pacca sul cofano della macchina.Ma non appena lanciò uno sguardo alla libreria, i sensi di colpa e l’ansia lo inghiottirono, facendogli fare un passo indietro.
Prese il suo telefono dalla tasca dei jeans e si chiuse nella sua macchina, chiamando l’unica persona che poteva aiutarlo in quel momento.— — — —
Aziraphale stava tranquillamente leggendo un libro, seduto sulla sua poltrona davanti alla scrivania.
O meglio, ci provava.
L’unico suo pensiero, in ogni momento, era Crowley.
Non riusciva a non pensare all’amico, a che fine avesse fatto, se avesse utilizzato l’acqua santa per…no. Non voleva nemmeno pensarci a quell’ultima soluzione.Il De Profundis di Oscar Wilde era stretto tra le sue mani per la terza volta in quella settimana, sfogliava le pagine nella speranza di trovare una consolazione nelle parole espresse dallo scrittore, ma niente da fare.
“Oh, Buon Cielo! È assurdo!” esclamò, chiudendo il libro e sbattendolo contro la scrivania. Si guardò intorno, la strada era deserta.
Prese la sua tazza e bevve un sorso di cioccolata calda, riscaldandola con uno schiocco di dita.Scosse la testa, sospirando, e si buttò indietro con la schiena.
In quel preciso momento, qualcuno bussò alla porta.___ ___ ___
Cinque minuti prima
“NON POSSO FARLO! NON POSSO! RICORDI L’ULTIMA VOLTA?!” urlò il Demone al telefono, mettendosi le mani nei capelli.
“Calmati, amico, calmati!” gli rispose l'altra voce, stranamente pacata.
“FRED, CAPISCI LA SITUAZIONE O NO?! IO HO…” prese un respiro profondo prima di continuare la frase. “Io ho una cotta per lui…e questo lo sai.”
“Oh andiamo, buddy. Vai lì, gli dai il biglietto e stasera venite insieme.”
“Facile parlare per te.”
“Ascolta.” sbuffò Freddie Mercury, improvvisamente serio. “Hai carisma, sei attraente esteticamente, molto attraente, sai far divertire e divertirti. Chi non ti vorrebbe?”
“Ecco, io-”
“Ora tu scendi da quella dannata macchina, chiudi la chiamata e vai da lui. Niente storie.”
“MA FRED-!” provò a ribattere il Demone
“Niente ‘ma Fred’, buddy. Vai da lui e basta. Il resto verrà da sé.”
E con quell’ultima affermazione il cantante chiuse bruscamente la telefonata, non lasciandogli il tempo di rispondere.
__ __ __L’Angelo si alzò dalla poltrona, sospettoso. Era certo di aver chiuso il negozio.
Si sistemò il cravattino di tartan e andò verso la porta, aprendola lentamente. Ciò, o meglio, chi vide gli fece sgranare gli occhi di felicità e stupore.Anthony J Crowley era lì davanti a lui, vivo. I capelli rossi gli arrivavano fin sopra le spalle e indossava un gilet in pelle sopra una maglietta con il logo dei Queen.
Aziraphale non poté fare a meno di sorridere.
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It's just Us
FanfictionPICCOLE ONE SHOT SUI NOSTRI INEFFABLE HUSBANDS PREFERITI E MOLTO ALTRO