Una vacanza Inaspettata

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“Crowley? Sai, stavo pensando…”
“No, Angelo, per favore non ricominciare.”

Era la quinta volta, in quella settimana, che Aziraphale aveva provato a convincere il compagno ad andare in vacanza.
Insomma, Giugno era iniziato, stava iniziando la bella stagione e non potevano certo stare dentro la libreria a sudare come cammelli.
Crowley, d'altro canto, avrebbe anche potuto fare una bella dormita fino agli inizi di settembre e lasciare che l’umanità facesse il suo corso.

“Dai, caro, per favore! È da tanto che non facciamo un viaggio insieme!”

“E ci sarà un motivo se non lo facciamo!”

“Sì, CHE SEI PIÙ PIGRO DI UNA LUMACA SU UNA TARTARUGA!” sbuffò esausto l’Angelo, incrociando le braccia al petto e mettendo su un adorabile broncio. Crowley ridacchiò e si avvicinò lentamente a lui, spingendolo verso il muro.

“Ah sì?” gli domandò con un sorrisetto.

“E…in realtà, sei così dolce che se te lo chiedessi con gli occhioni mi diresti di sì.”

Questa volta il rosso lo sbatté al muro, ringhiando, prendendolo per il colletto della giacca. Aziraphale sobbalzò, arrossendo, inutile dire che il suo sguardo cadde sulle labbra dell’altro.

“SHUT IT. Io sono un Demone, non sono dolce, non sono gentile e sicuramente non son- ” fu zittito da un paio di labbra sulle sue, che lo trascinarono in un dolce bacio a stampo. Le sue mani andarono nei riccioli del biondo e si fece sfuggire un mugolio soddisfatto.

“Sei molto dolce, mio caro. E hai anche un buon sapore.”

“Tu- tu- brutto-” balbettò Crowley, arrossendo talmente tanto da diventare quasi del colore dei suoi capelli. “BRUTTO-”

“Sì, mio caro?”

“Non puoi pretendere di zittirmi con un bacio!”

“Oh davvero?” Aziraphale sorrise, mettendogli una mano sulla guancia, avvicinandosi lentamente. “Vogliamo vedere, caro?”

Crowley sentì un brivido lungo la situazione, la voce profonda dell’Angelo gli faceva perdere il controllo ogni singola volta. Deglutì e si portò una mano tra i pantaloni.

“Quindi andremo in vacanza?” continuò con quel tono profondo e sensuale. Il Demone annuì, incapace di proferire parola.
“Bene”

E così, dopo un’altra buon ora di discussione e baci rubati, i due esseri celestiali decisero di andare a fare un giretto per l’Italia e di lasciare la libreria sotto la custodia di Gabriel e Beelzebub.
Perché avessero scelto proprio loro lo aveva spiegato Aziraphale mentre faceva la sua valigia.

“Beh, perché sono la perfetta combinazione di ‘non puoi entrare manco per sbaglio’ e ‘non sei abbastanza figo per entrare’.”

In quel preciso momento si trovavano all'aeroporto di Londra, seduti su quelle scomode seggioline di plastica azzurre, circondati da pensionati e bambini che piangevano.
Crowley non ce la faceva più, avrebbe voluto schioccare le dita ed eliminare tutti i presenti, ma il problema era che Aziraphale si era messo a chiacchierare con una madre sui trent'anni e la sua bambina urlante di nemmeno un anno.

“I passeggeri per l’aereo diretto in Italia sono pregati di recarsi al gate numero 9” la voce metallica fu come una bene- un dono di- un bel regalo per il Demone, che si alzò immediatamente e trascinò con sé il compagno e le valigie.

“Oh andiamo,caro! Non stavo facendo nulla di male!”

“Ho acconsentito di portarti in vacanza Angelo, ma niente mi impedisce di lasciarti in bianco se continui a parlare a sconosciuti.” borbottò scorbutico, trascinando l’altro per il braccio. Arrivarono al gate e l’hostess li accolse sorridendo.

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