Domestic Life

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Il sole era sorto a malapena da un’ora, quando il Demone Crowley fu brutalmente svegliato dal suo riposino.
Aziraphale, in vestaglia da notte blu, aveva spalancato le tende gialle della camera e lasciato filtrare la luce del sole, sorridendo alla vista campagnola che gli si proponeva oltre il vetro delle finestre.

“Su, su, dormiglione! È ora di svegliarsi!” lo incoraggiò con uno splendido e un battito di mani.

“Angelo…che ore sono…?” mormorò assonnato il più alto, girandosi sotto il lenzuolo che copriva le sue nudità.

“Sono le sei e mezza, mio caro. È già tardi.”

“LE- LE SEI E MEZZA?! CHE DEVO FARE, LA FOTOSINTESI?!”

L’Angelo ridacchiò dolcemente, sedendosi ai piedi del letto, per poi sistemare la vestaglia sopra le gambe nude.
Crowley si mise seduto, a gambe incrociate, mettendo ancora più in risalto il disordine dei suoi capelli, che stavano tornando al loro colore naturale.

“Ma guardati, caro. Non che tu non sia uno splendore, ma sei veramente un disastro. I tuoi capelli sono di nuovo neri.”

“Non è colpa mia se ieri sera abbiamo spaccato il letto fino alle tre di notte, Angelo.” ribatté astutamente il Demone.

“Io-” Aziraphale divenne completamente rosso al ricordo delle loro attività della sera precedente. “Non è questo il punto, caro! Abbiamo Nina e Maggie a pranzo, ricordi?”

“Angelo. Sono le sei DI MATTINA, il pranzo di solito è all’una di pomeriggio!”

“Oh andiamo. Il tempo passa veloce, fidati.” spiegò ridacchiando, rubò un veloce bacio dalle labbra del compagno e si alzò di nuovo.
“Coraggio amore, vai a prepararti. Così poi puoi occuparti delle tue piante.”

“Lo sai che quando mi chiami così non riesco a resisterti…” sbuffò sconfitto, arrossendo leggermente nel momento del bacio.

“Dai, coraggio. Io ti aspetto in cucina, d’accordo, caro?”

“Ai tuoi ordini, Angelo.”

E infatti, come previsto dal biondo, il Demone impiegò almeno due ore a prepararsi, vestirsi, pettinarsi, rifare la loro camera da letto e sistemare il casino di vestiti per terra, dato che aveva concordato di non usare più i miracoli se non in situazioni di estrema necessità.

Crowley scese al piano di sotto con un outfit completamente al suo stile: maglietta dei Queen, jeans neri attillati e ciabattine a forma di serpente. Aveva lasciato che i capelli rimanessero neri e li aveva legati in una mezza coda all’altezza delle spalle.
Aziraphale, a quella vista, sorrise teneramente e lo andò a salutare con un bacio come si deve, ovvero con la durata di almeno due minuti.

“Sei contento, adesso?”

“Molto, mio caro.”

Il Demone abbozzò un mezzo sorriso, abbracciando il compagno a sé, per poi prendere la sua tazza (nera con stampata sopra un bacio tra lui e Aziraphale) e bere i suoi tipici sei espresso.
L’Angelo sospirò, si mise un grembiule giallo, e tornò a mescolare il pentolone di sugo sul fornello.

“Che cos'è quello, Angelo?”

“Sugo. Per le lasagne.” rispose semplicemente il biondo, continuando a mescolare.

“Lasagne?”

“Sì. Ho saputo che Nina è una grande amante della cucina italiana, e ho deciso di tirare fuori il mio ricettario con i migliori cibi che abbia mai assaggiato.”

“Beh, ottimo lavoro, Angelo.”

Aziraphale arrossì, voltandosi verso di lui.
“Lo pensi davvero?”

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