Ineffable Husbands

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Aziraphale rincasò alle nove e mezza di sera, aveva avuto un improvviso meeting in Paradiso ed era durato più del previsto, quindi aveva lasciato quel povero disgraziato di suo marito in casa da solo per la maggior parte della giornata.

In compenso, Crowley ne aveva approfittato per farsi i cavoli suoi, ma anche per sistemare la casa -un piccolo cottage nella periferia di Londra- e aveva fatto un lavoro magnifico.
Quando l’angelo entrò in casa, la prima cosa che gli saltò all’occhio fu il pavimento pulito e lucidato, le finestre che risplendevano la luce lunare e un buon odore di cibo caldo proveniente dalla cucina.

“Aw, il mio povero Crowley. Mi ha persino preparato la cena” pensò addolcito Aziraphale, togliendosi le scarpe e indossando le sue pantofole color crema.

Si diresse verso la cucina, trovando la luce accesa, e sgranò gli occhi nel vedere la tavola perfettamente apparecchiata per uno e un take out di sushi sopra il tavolo.
Aziraphale sentì il suo cuore battere più forte, sentendosi terribilmente in colpa per aver lasciato il compagno da solo in casa, ma non poteva non ammettere di essere soddisfatto della pulizia in ogni stanza.

“Mio dolce Crowley” mormorò commosso con una risata. Si tolse la giacca e la mise sulla spalliera della sedia, dato che stava morendo di fame, ma si ricordò poco dopo che sarebbe stato carino controllare dove fosse il demone.

Così prese la giacca dalla spalliera e si diresse verso la loro camera, ma fu fermato quasi subito da una luce proveniente dal soggiorno e il volume della televisione abbastanza alto.
Andò in quella direzione a passo lento e quello che vide lo fece quasi commuovere.

Crowley era addormentato sul divano nel suo completo nero, ancora con il grembiule rosso addosso, e le pantofole con i colori di Serpeverde ai piedi.
Aveva un braccio penzolante, con le dite smaltate di nero che sfioravano il pavimento, mentre l’altro braccio era piegato e teneva il telefono stretto in mano, in caso avesse ricevuto una chiamata dall’angelo.

Aziraphale sorrise a quella vista, ammirando la dolcezza di Crowley mentre dormiva, si avvicinò dolcemente e gli mise la propria giacca come coperta, spense il televisore e, prima di tornare in cucina, posò un bacio sulla fronte del suo demone, che si agitò leggermente.

Proprio quando stava per uscire dalla stanza, sentì una voce fioca richiamarlo alle sue spalle, così si girò e rise dolcemente.
Crowley si era stretto la giacca al petto, ispirando l’odore del suo angelo, e aveva socchiuso gli occhi ancora intontito da quel risveglio improvviso.

“Angelo…? Sei tu?” mormorò con voce roca, Aziraphale si avvicinò all’amato e si chinò leggermente, sfoggiando un sorriso intenerito.

“Ben svegliato, mio demone” sussurrò dolcemente il biondo, Crowley accennò un sorriso.

“Stavo…stavo riposando gli occhi” borbottò l’altro in risposta, facendo ridere l’angelo.

“Certo, tesoro, certo. Ascolta, vai a letto ok? Io mangio e arrivo subito” disse premurosamente Aziraphale, accarezzandogli i capelli.

“Voglio…voglio stare con te, Angelo” mormorò Crowley mettendosi seduto e sgranchendosi le gambe. Avvolse il collo dell’altro con le braccia e lo travolse in un dolce bacio, venendo immediatamente ricambiato.

“Crowley, caro, sei stanco morto. Hai fatto anche troppo per oggi” mormorò il biondo accarezzandogli la guancia “Vai a riposarti, caro. Io arrivo tra dieci minuti”

“Promesso…?” mormorò Crowley con la stessa voce di un bambino.

“Promesso”

SMUT ALLERT

E quando furono entrambi in camera, successe l'inevitabile.

L’angelo appoggiò le mani sul suo petto, traballando leggermente, si guardarono negli occhi per un tempo indeterminato e, a un certo punto, Crowley si chinò e unì le loro labbra in bacio.

Aziraphale sobbalzò, sgranando gli occhi, esitante, ma pochi secondi dopo infilò le dita tra i capelli del demone. I due si baciarono con passione e Crowley chiuse la porta con un calcio, senza staccarsi dalle labbra dell’angelo.

Continuarono a baciarsi con molta passione finché non lo condusse nel suo letto e ce lo spinse. A quel punto si guardarono negli occhi, pieni di amore ed ammirazione nel caso di Aziraphale e di passione e desiderio quelli di Crowley. Aziraphale fece un cenno d'assenso e dopo ciò Crowley non aspettò a sdraiarsi sopra il suo angelo ed iniziare a baciarlo, finché Aziraphale non interruppe il bacio e disse: “Spogliami, mio demone”

“Con immenso piacere, mio angelo” ribatté Crowley. Nel giro di qualche secondo i vestiti di Aziraphale finirono a terra e nello stesso lasso di tempo anche quelli di Crowley. Una volta nudi ripresero a baciarsi per qualche minuto, finché Crowley non avvicinò le dita alla bocca di Aziraphale e disse: “Lecca” .

Aziraphale fece come da comando, non staccando mai gli occhi dal suo amato demone. Una volta finito, Crowley portò le dita alla cavità anale di Aziraphale e ne fece entrare 2, iniziando a sforbiciare, per poi infilarne un terzo.

"Perdindirindina Crowley! Fa male!”

“Shh, che poi passa” disse, prendendo a baciare Aziraphale per distrarlo dal dolore.

Quando Aziraphale iniziò a boccheggiare dal piacere Crowley tolse le dita e accostò la testa all'orecchio.

“Tu sei mio Aziraphale, lo sei sempre stato dalla creazione del mondo e sempre lo sarai fino alla fine dei tempi, e come tale adesso ti renderò mio una volta per tutte.” disse per poi entrare dentro di lui in un colpo secco, iniziando a martellare sulla prostata dell'angelo.

Aziraphale era inebriato dal piacere. Per lui Crowley era come una droga: qualcosa da cui sarebbe dovuto stare lontano ma dal quale più provava ad allontanarsi più lo desiderava, mentre per Crowley Aziraphale era tutto ciò che gli permetteva di non essere trascinato in un baratro di peccato e disperazione.

All'inizio Aziraphale cercò di trattenersi dal gemere, ma più continuavano più diventava difficile, finché Crowley non gli sussurrò: “Andiamo Angelo, dai sfogo al tuo piacere, so che stai trattenendo i tuoi gemiti, quindi ti dico: non farlo ed urla il mio nome più forte che puoi, così il cielo, la terra ed il regno sotto di essa sapranno che sei mio.”

Così Aziraphale non ce la fece più ed iniziò ad urlare il nome del suo demone, così come Crowley stava urlando il nome del suo angelo, e, venendo Crowley dentro di Aziraphale e quest' ultimo nei loro addomi, crollarono sfiniti e si addormentarono.

N.A

DOPO GIORNI ECCOMI QUAAAA
QUESTA ERA DA GIORNI CHE LA PREPARAVO E NON L'AVEVO ANCORA PUBBLICATA.

NE STO PREPARANDO ANCHE UN'ALTRA!!!

FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE

CIAO ARCOBALENI!

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