Cher Monroedopolus.
Nato a Tigimas, nell'ottavo moto di rotazione, durante il punto massimo di afelio.
Di professione, tecnico di bordo.
Questo sono io. Un Protoi. Un tecnico. Sono figlio di Monroe, sono nato durante la stagione che voi chiamate "estate". La mia età traslata secondo i vostri calcoli si aggira attorno agli ottantasei anni, anche se per gli standard Protoi sono ancora molto giovane.
Cher è questo. Il mio corpo ha questo aspetto.
Tu chi sei, capitano?
Cher aprì gli occhi. Il petto pulsava, schiacciato tra il cuore che martellava nella gabbia toracica e la pressione del pavimento su cui si era buttato dopo che aveva avvertito la prima scarica di colpi.
Le braccia giacevano ancora raccolte attorno alla testa liscia, per istinto, per proteggersi. La testa era un punto delicato, bisognava stare molto attenti, suo zio BruceLee era morto esattamente in quel modo. La luce lo abbagliò con la sua violenza improvvisa, attorno a lui le pareti su cui si rifletteva il riverbero parevano soffocarlo. Ancora rannicchiato su sé stesso, vide Penelope e Ren discutere tra loro, prima che un'altra scarica di colpi raggiunse ancora la fiancata della nave. Era una fortuna che gli scudi anti raggi gamma fosse attivo, altrimenti sarebbero esplosi sotto i colpi di quella pazza furiosa. Un fascio colorato attraversò la volta celeste, la finestra della sala s'illuminò a giorno.
Gli altri due si ammutolirono per qualche secondo. Poi, iniziarono a litigare a voce ancora più alta. Neanche era conoscenza del motivo di quella discussione e, con tutta onestà, non ci teneva a indagare a fondo.
Si alzò lentamente, prima facendo leva su un braccio, poi su un altro. Si massaggiò le tempie con le dita pallide, la testa vorticò per qualche minuto. "Vi prego, volete stare zitti? Ho un mal di testa che mi sta uccidendo."
Ren lo guardò di sbieco. "Ti rendi conto di quello che sta succedendo? La Furia ci sta attaccando e Akira continua a guidare come un coglione." Emise un verso strozzato. L'astronave emise un altro sbalzò di velocità. "Cazzo, sto per vomitare."
"Invece di urlare, potremo risolvere la faccenda, non credete?"
"Ah, davvero? E come, spaccando la porta blindata? Ideona, utilizziamo la tua testa come ariete!"
Cher alzò gli occhi al cielo. D'altronde, doveva immaginarselo: il Protoi con maggiore esperienza dello spazio e con la capacità cerebrale sviluppata era lui. "AxZ2000. Mi rispondi, per favore?"
Dai meandri più remoti della nave, non si sentì neppure un refolo o un sospiro. AxZ rimaneva muta, silenziosa, una spettatrice passiva di quello che stava accadendo a lei stessa.
Altri colpi raggiunsero la nave, il rumore di qualcosa che si scontrava contro un materiale plastico. Gli scudi di protezione erano ancora attivi, perlomeno Akira era ancora in grado di fare il suo lavoro.
"Dobbiamo raggiungere Blue." Penelope afferrò Ren per un braccio e si diresse verso il corridoio.
In lontananza si poteva sentire l'abbaiare forsennato di Jules Verne, che alternava i guaiti a dei ringhi gutturali. Cher storse la bocca: non avrebbe mai voluto trovarsi nei panni di Akira in quel momento. Il ringhio lontano del cane venne sovrastato da quello più acuto ed esasperato di Ren. "AxZ2000!" esplose all'improvviso, mentre tentava di togliersi di dosso la presa indesiderata dell'umana dimenandosi con le spalle. "Il Protoi ti ha appena chiamata. Ci sei?"
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Blues in Space
Science Fiction"D'altronde, è così che accade il più e volte: i primi approcci non sono mai i migliori. È solo con il tempo che ci rendiamo conto che chi abbiamo davanti esiste, esiste davvero e probabilmente sarà destinato a cambiare le nostre vite per sempre. E...