Capitolo 5

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Il giorno del matrimonio dei miei bambini è finalmente arrivato.

Non avrei mai voluto fare questa decisione, perchè mi avrebbe portato a rivedere una persona dopo otto mesi dalla rottura.

Sarà difficile rivedere quel ragazzo che amo ancora.

Farà qualche scenata? Spero proprio di no.

Arrivato al luogo del matrimonio, dentro la grande stanza dove si trova la passerella contornata da tavoli sparsi in giro, vedo Jeongin che parla con Minju. Quei due si sono messi insieme...

Più lontano vedo Felix, che mi alza una mano.

Vedo anche altre ragazze e la sorella di Seungmin.

Continuo a guardare intorno, osservando ogni dettaglio della passerella, decorata con fiori e come su ogni tavolo, ci sia una tela dipinta da Hyunjin, lo riconosco.

-Han Jisung... non ci si vede da un po'-

Sento una voce dietro di me, molto famigliare.

Mi pietrifico quando la riconosco.

Mi volto per vedere la persona, ma mi folgoro da solo.

Minho è davanti a me, con un sorriso ampio. Si è tinto i capelli, ora li ha di un rosso quasi marrone, mossi e che ricadono davanti agli occhi.

La sua carnagione si è schiarita moltissimo, e le sue labbra sembrano più rosee.

Si è allenato molto, lo capisco dalle braccia.

-M-Minho...-

-Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi con il mio nome? Ero il tuo capo-

Spalanco gli occhi. Era il mio capo? Solo?

-Scusa-

-Chi ti ha dato il permesso di darmi anche del tu?-

Abbasso la testa e ricaccio indietro le lacrime. 

Perchè si comporta così? 

-Scusi...-

Il ragazzo annuisce e prosegue in avanti, colpendomi la spalla.

Prendo il mio fazzoletto e asciugo una lacrima che m'era scappata.

Non credevo fosse cambiato così. Sembra più... freddo?

-JIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIS- sento una voce urlarmi dietro.

Mi volto e indovinate chi trovo?

Già... Hwang Hyunjin. Sorrido, cercando di maschera la mia tristezza.

Appena arriva davanti, mi guarda confuso, inclinando la testa.

-Tutto okay?- mi chiede, appoggiando una mano sulla mia spalla.

Annuisco.

Dopo dieci minuti di chiacchierata, il ragazzo se ne va.

Noto una porta che conduce ad un giardino allestito a tema. Mi dirigo verso l'accesso, spingo la maniglia antipanico ed esco.

Davanti mi ritrovo un cespuglio che contorna un piccolo lago ed un sentiero. Entro nella piccola oasi e mi avvicino al lago.

Mi inginocchio e osservo il mio riflesso sull'acqua.

Una ninfea si avvicina a me per via della corrente.

La raccolgo e la ammiro.

La ninfea è sempre stato il fiore che rappresentava me e Minho.

La ninfea, nel linguaggio dei fiori, rappresenta la fortuna e l'eleganza.

Mi ricordo una frase che mi disse Minho tanto tempo fa:

-Jisung... qualunque cosa accada, tu galleggia come una ninfea e lasciati andare. Ammira le altre persone che ti osservano e goditi la brezza fresca-

Al ricordo di questa frase, le lacrime scendono.

Mi manca. Mi manca da morire.

Porto le mani agli occhi e li copro. Singhiozzo.

Mi manca il modo in cui mi guardava, di come mi parlava e di come mi toccava.

Perché l'ho fatto?

Mi sono lasciato guidare dal cervello, ma forse dovevo seguire il cuore.

Minho era ed è una parte del mio cuore, che riserverà sempre il suo posto.

Poso le mani sulle ginocchia e, piangendo, rifisso il mio riflesso.

Chiudo gli occhi e lascio che le lacrime escano del tutto.

Silenzio. Solo il rumore degli uccelli che svolazzano e cinguettano.

Qualcosa mi cinge la vita e si appoggia sulla mia schiena.

-Perchè piangi Tesoro?-

Rabbrividisco e le lacrime scendono più velocemente.

È un'allucinazione o è la realtà?

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