I need you.

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Newt avrebbe dovuto rimanersene a casa sua, nel suo piccolo letto accanto alla finestra, sotto le coperte e completamente vestito; Thomas ne era pienamente consapevole, perché il sentimento che stava provando in quel momento era totalmente fuori posto, inadeguato.
Erano usciti con Minho per una birra, ma quest'ultimo aveva perso il controllo e si erano ritrovati a doverlo trascinare per i piedi, cercando di riportarlo a casa sano e salvo.
Beh, "sano" era abbastanza discutibile ma quello era un dettaglio insignificante.
In ogni caso era decisamente tardi per permettere a Newt di camminare per sei isolati e gli era quasi venuto naturale invitarlo a casa a dormire. Insomma, non pensava che vedere l'altro con indosso la felpa che quotidianamente usava per dormire gli provocassequell'effetto.
Sentiva le gambe intorpidite e il basso ventre formicolava in modo tangibile, riusciva a sentirlo chiaramente.
Il biondo gli sorrise affabile, ignaro totalmente dell'effetto che stava avendo su Thomas.
La felpa gli stava parecchio larga, il fisico di Newt era relativamente esile e i suoi fianchi stretti paragonati ai suoi. Riusciva a vedere chiaramente la sua spalla sinistra, bianca come il latte -avrebbe tanto voluto mordere quel punto.
Aveva lanciato lontano i pantaloni e la felpa riusciva a coprigli il fondoschiena, quasi come uno di quegli abiti striminziti che strizzavano corpi formosi di ragazze in discoteca.
Ma quella visione, Dio, Newt con la sua dannata felpa troppo grande, era decisamente meglio.
Sospirò piano, grattandosi la nuca per distrarsi da quei pensieri, guardando il cielo ormai scuro e decorato da milioni di stelli lucenti, ognuna con un nome, con un motivo per splendere.
"Tommy?" la voce del suo migliore amico era bassa e melodica, anche solo sentirlo parlare era un piacere.
Si girò lentamente, ricambiando il sorriso di Newt che era... lascivo.
"Si?"
"Scopami"
"Eh?"
"Scopami" ripeté ancora, il biondo, rafforzando il concetto. Sospirò piano, appoggiando la schiena al muro, inclinando la testa di lato per esporre quella parte del collo tanto invitante.
"Hai bevuto troppo, andiamo a dormire" Thomas dovette girarsi in fretta verso il proprio letto e impegnare le mani a cambiare le lenzuola per cercare di non perdere il controllo.
Inspirare.
Espirare.
Inspirare.
Espirare.
"Perché devi rendere tutto così complicato?" Newt si era avvicinato velocemente, prendendogli i polsi e cercando di attirare l'attenzione dei suoi occhi su di lui, sulle sue parole. "Ho bisogno di te"


Il pensiero delle labbra del biondo sul suo corpo non gli era mai parsa una buona idea, in realtà, nulla di tangibile e rassicurante. Era un pensiero, un qualcosa d'irraggiungibile, un desiderio rinnegato nell'angolo più remoto del cervello,
intoccabile.
Ma ora Newt era lì, su di lui, con le mani tra i suoi capelli scuri e le labbra a mordicchiare e torturare il suo collo, ancora e ancora. Le mani di Thomas erano aggrappate saldamente ai suoi fianchi stretti, non riusciva a fare altro che gemere e inarcare la schiena ed esporre il collo il più possibile.
"Non vorrai lasciare che faccia tutto io?" la risata del biondo era così bella e trascinante che Thomas non poté evitare di essere coinvolto, annuendo distrattamente. Ribaltò la posizione, nel mentre, sfilando la felpa che pochi minuti fa gli aveva distrutto ogni capacità intellettuale.
La visione di Newt sotto di lui, in boxer, gli occhi lucidi di piacere, oscurati dalla voglia dell'altro, dal bisogno di appartenere all'altro corpo, aveva un ché di insostenibile. Il moro quasi non riusciva a guardarlo, ora, così bello nella sua semplice nudità.
"Tommy?" la voce del più grande ora era incerta, quasi supplichevole, quasi insicura. Le guance gli si colorarono velocemente e sentì il bisogno di nascondere la faccia contro il cuscino ma Thomas semplicemente sorrise e lo baciò.
Ed era qualcosa che entrambi non avevano mai provato, come se le sensazioni di appagamento e felicità si fossero totalmente impossessate di loro, come se ogni fibra dei loro corpi avesse bramato da tempo quel ricongiungimento.
Newt gemette nel bacio, allontanandosi quando i polmoni iniziarono a bruciare per il bisogno di aria.
Il moro non volle sprecare altro tempo, la notte ormai inoltrata era uno sfondo perfetto per quel momento; tolse i boxer dell'amante e i suoi velocemente, rubando fugaci baci al ragazzo sotto di sé.
Il biondo gli prese la mano tra le sue, portando due dita alla bocca.
Succhiò piano, senza interrompere il contatto visivo con Thomas; mosse lentamente la testa in un andirivieni ipnotico, facendo pensare al moro che sentire quel piacere così intenso era assolutamente illogico. Newt si separò dalle sue dita con un plomp particolarmente osceno, portando l'amante a deglutire sonoramente.
"Vuoi rimanere imbambolato a vita?" Thomas uscì dalla sua fase catatonica con una discreta dose d'imbarazzo, passandosi una mano tra i capelli per riprendere contegno.
"Sei una persona cattiva, Newt" riuscì a sussurrare con voce rotta, portando le falangi all'antro caldo del ragazzo sotto di lui e penetrandolo lentamente. Con sua sorpresa trovò il biondo elastico e dannatamente caldo, portandolo a pensare che quella non era affatto la sua prima volta.
Non era neanche la prima volta di Thomas, in realtà, ma scoprire che il suo migliore amico si fosse concesso in quel modo ad altri riuscì a scatenare in lui una sensazione fin troppo simile alla gelosia.
Spinse velocemente le dita all'interno di Newt, ruotandole, aprendole a forbice, muovendole velocemente dentro e fuori per poter facilitare il dopo.
"D-dai Tommy. Fottimi" la voce di Newt uscì gracchiante e supplichevole, le sue cosce erano aperte in modo osceno e il moro non poté che accontentarlo.
"Aspetta" riuscì solo a dire, sedendosi per bene sul letto e portandosi il biondo sul suo grembo, baciandogli il collo e la mandibola, impossibilitato a tener ferme le labbra. "Così potrai fermarti se sentirai male" sussurrò infine, facendo scivolare la sua erezione tra le natiche dell'altro.
Newt gemette forte, aggrappandosi alle spalle larghe di Thomas, facendosi cadere lentamente sul suo membro. Chiuse gli occhi per riprendere fiato, facendolo entrare a poco a poco, per poi sedersi totalmente sul suo grembo.
"Tutto bene?" Newt era caldo e stretto e terribilmente accogliente, ma Thomas non sarebbe mai riuscito a fare un solo movimento senza che l'altro fosse pronto. Il biondo annuì impercettibilmente, iniziando a muoversi con pigrizia, per cercare di sciogliere il nodo di nervosismo formatosi precedentemente.
Il ritmo dell'amplesso aumentò progressivamente, arrivando a essere quasi animalesco.
Un bisogno di piacere e di sentimenti mischiati letalmente.
Newt si sollevava velocemente e Thomas lo spingeva in basso, contro il suo membro duro fino allo spasmo; le labbra si toccavano, si sfioravano, respiravano il piacere dell'altro, le mani strette a capelli, ai fianchi.
Graffi che coloravano la pelle.
Tutto era mischiato e confuso, offuscato.
Newt urlò il suo orgasmo, urlò il nome di Thomas e si riversò sul suo petto, seguito velocemente dal moro che si sciolse nel suo corpo con un gemito gutturale.
La notte si era ormai rischiarata, poche ore mancavano all'alba ormai.
"Newt?" sussurrò poco tempo dopo Thomas, ormai completamente rilassato sul letto, la testa del biondo sul suo petto, ad ascoltare il battito del suo cuore.
"Sì?"
"Anche io"
"Anche tu?"
"Anche io ho bisogno di te"

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