6. Il Demone Radio

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Quella era una delle cose più stupide che mai avesse affrontato. E, considerati gli anni che aveva sulle spalle, di idiozie ne aveva fatte parecchie in vita sua.

Charlie gli stava sorridendo, agitando una boccia di vetro con all'interno alcuni foglietti di carta ripiegati.

«Avanti, prendine uno...»

Adam alzò gli occhi al cielo e la maschera mimò un'espressione visibilmente scocciata:

«Che stronzata» esclamò, ricevendo da Emily una gomitata nel costato «Ahi! Lo sai che è un punto sensibile, quello...» si lagnò, introducendo la mancina nel contenitore e pescando un bigliettino. Lo spiegò e lesse ad alta voce il contenuto.

«Emme.»

«Molto bene, ora devi scegliere una persona del cerchio e rivolgergli un complimento che inizi con quella lettera.» spiegò la principessa.

Si guardò attorno, scrutando gli astanti. Alla sua destra sedeva una pornostar; poco oltre, una ciclope con manie da bombarola e un gatto antropomorfo svogliato. La cameriera psicopatica si era fortunatamente chiusa in cucina assieme a Vaggie, a cui era stata lasciata la supervisione del pasticcio di patate in cottura. Il lombrico travestito da cobra era l'unico realmente attento e partecipe, mentre il demone radio lucidava l'asta del proprio microfono.

Proprio in sua direzione, puntò l'indice:

«Merda.» esclamò, sghignazzando. L'espressione di Alastor si irrigidì immediatamente, e la serafina lo picchiò di nuovo nel fianco.

«La vuoi smettere?»

«Sei tu che hai voluto che partecipassi a tutti i costi.»

«Potresti almeno sforzarti di essere collaborativo, visto quanto mi hai promesso ieri sera. O devo dedurre fossero parole vuote, le tue?»

Sbuffò, arrendevole:

«Va bene, va bene.» spostò l'attenzione da Emily a Charlie, che attendeva ancora speranzosa, tornando infine su Alastor «Un complimento con la emme...» ripeté, fingendo di rifletterci «Mentecatto!» il sorriso dell'Overlord si congelò «No, scusa... umh... Minchione. Ops, un'altra parolaccia. Proviamo con Miserabile. Oppure Menagramo.»

«Non sei divertente.» gli rispose il demone radio.

«Scusa, sai... mi è capitata una lettera difficile.»

«No, è che non vuoi applicarti!» Emily gli strappò dalle mani il foglietto, appallottolandolo «Davvero, Adam. Ho apprezzato il tentativo, ma è evidente che non intendi integrarti. Non importa. Sei libero di andare.»

«Ma...»

«Sei libero di andare!» ripeté Emily, indicandogli perentoriamente la porta.

Sgranò gli occhi, incredulo: quella marmocchia osava dargli ordini davanti a un ammasso di feccia infernale? Spiò gli astanti: Husk osservava il soffitto, fingendo di estraniarsi dalla conversazione. Angel Dust rideva sotto i baffi, mentre il ghigno di Alastor aveva assunto una sfumatura vittoriosa. Pentious tesseva lodi a Cherri, che guardava video di dubbia morale sul telefonino. Charlie era chiaramente in imbarazzo.

Abbassò la voce, digrignando i denti aguzzi:

«Non darmi ordini.» sibilò, ma l'espressione severa della serafina non cambiò.

«Ne ho tutto il diritto. Non sei esattamente ai vertici della gerarchia angelica. Ora vattene.»

«Non puoi cacciarmi via! Sono libero di stare qui quanto mi pare e piace.»

L'Ambasciatore CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora